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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Referendum sconosciuti, si firma per i diritti civili e la riforma della Giustizia

I Radicali, appoggiati anche da Pdl, Lega e Psi, raccolgono le firme. Dalla responsabilità civile dei magistrati, all’abolizione dell’ergastolo, del reato di clandestinità e del finanziamento pubblico ai partiti. Caravaggi: black out perché i politici non si muovono

Referendum, questi sconosciuti. Nonostante la campagna sia avviata, e il Comune di Piacenza abbia già esaurito una volta i moduli per la raccolta delle firme, dei 12 referendum proposti dai Radicali si sa ancora poco. “Fra pochi giorni - spiega Paola Caravaggi, portavoce dei Radicali - ci incontreremo con il centrodestra per pianificare una campagna più intensa prima del termine della raccolta firma, il 15 settembre”. Giustizia e diritti civili sono i temi portanti della nuova offensiva libertaria dei Radicali, passando per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, l’abolizione del reato di clandestinità per arrivare alla responsabilità civile dei magistrati e alla separazione delle carriere. L’obiettivo dei comitati referendari è raccogliere 500mila firme entro settembre.

 

Se ancora pochi cittadini conoscono l’iniziativa, Caravaggi registra, però, una buona notizia: “Dalla prossima settimana, ogni mercoledì e sabato ci sarà un banchetto all’angolo tra via Venti Settembre e piazza Duomo”. Politicamente, il referendum è appoggiato anche da Pdl e Lega, soprattutto sui temi della giustizia. Il Psi, invece, ha aderito soltanto ai referendum sui diritti civili. “E’ strano - sottolinea Caravaggi - perché dovrebbero essere i primi a volere una riforma della Giustizia dopo che sono stati spazzati via delle procure”. Comunque, ai banchetti piacentini, Caravaggi ha notato che in tanti sono anche informati e che le firme vengono messe soprattutto per chiedere di cambiare la Giustizia.

La scarsa conoscenza, secondo la portavoce radicale è dovuta al fatto che “il referendum cade n un momento di pausa politica. In assenza dell’attività parlamentare, il referendum è uno strumento senza voce e i politici non si stanno muovendo”. I mezzi di comunicazione ne parlano poco e Comuni, Province e Regione se ne guardano bene dal farlo: “Tacciono perché sono composte da lottizzati e nessuno di quelli che sta negli Enti locali rema contro”.

ECCO I DODICI REFERENDUM

Chi vuole può firmare per tutti e 12, altrimenti si possono scegliere i referendum da portare al voto.

DIRITTI CIVILI

1. Abolizione del finanziamento pubblico ai partiti previsto nella formula attuale dei “rimborsi elettorali” dalla legge n.96 del ;

2.abrogazione della norma che prevede la ripartizione della quota dell’otto per mille tra le confessioni religiose anche per chi non ha espresso una scelta sulla propria dichiarazione dei redditi;

3. abolizione del carcere per alcuni reati riferiti all’uso di sostanze stupefacenti, come la coltivazione domestica, il possesso e il trasporto in quantità medie.

4. e 5. abolizione del reato di clandestinità (riferito all’articolo 10 bis del Testo Unico sull’immigrazione n. 286 del 1998) e delle norme (articoli 4 bis e 5 bis dello stesso Testo Unico) che incidono sulle condizioni dei lavoratori immigrati, definite clandestine e precarie.

6. Eliminazione dei tre anni di separazione obbligatoria prima di ottenere il divorzio.

GIUSTIZIA

1. e 2. Abrogazione di due articoli della legge n. 117 del 1988 sulla responsabilità civile dei magistrati: lo scopo è quello di agevolare i cittadini all’esercizio dell’azione civile nei confronti dei magistrati, per risarcire i danni subiti a causa di una sbagliata interpretazione del diritto o a causa di eventuali errori nella valutazione di fatti o prove;

3. abrogazione delle norme che consentono la pratica dei magistrati “fuori ruolo”, cioè dei magistrati messi a capo di uffici della pubblica amministrazione e nei ministeri;

4. limitazione del carcere preventivo – cioè della custodia cautelare – soltanto per i reati gravi;

5. abolizione dell’ergastolo;

6. separazione delle carriere dei magistrati: cioè separare le carriere della magistratura requirente (i pubblici ministeri, cioè l’accusa) da quella della magistratura giudicante (i giudici).

Gianfranco Salvatori

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