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Sala e Rizzi: «Contano i valori. E non si deve arretrare davanti agli imprenditori della paura»

Giuseppe Sala in piazzetta Pescheria ha raccontato la sua esperienza di un anno da sindaco di Milano

Competitività e solidarietà. Ecco le parole d’ordine che dovrebbe avere ogni sindaco di centrosinistra degno di questo nome. Così la pensa Beppe Sala, primo cittadino di Milano, che questa sera è arrivato a Piacenza, all’ombra di Palazzo Gotico, a tirare la volata di Paolo Rizzi in questo ballottaggio contro la destra di Patrizia Barbieri. Si vota domenica 25 giugno, tra pochi giorni, e l’invito, prima dal candidato piacentino e poi dal sindaco milanese, è stato chiaro: «Votate, perché è l’unico strumento che avete per affermare dei valori, degli ideali, per far vincere una visione che non può e non deve arretrare di un millimetro». Nemmeno sul tema della sicurezza, dice Sala di fronte a una gremitissima piazzetta Pescheria nonostante l’ora di cena e la serata torrida. «La sicurezza è di sinistra - afferma - E come potrebbe non esserlo? Il nostro scopo è far vivere meglio tutti i cittadini, anche gli ultimi, anche i deboli che vivono nelle nostre periferie. Queste sono cose di sinistra». Una visione molto distante da una destra composta sempre più da «imprenditori della paura», per dirla con Sala, ovvero da persone che scientemente, strategicamente cavalcano i timori, l’istinto alla chiusura di fronte al diverso, al nuovo. «E’ la distanza enorme tra una destra conservatrice, immobile, chiusa e un centrosinistra aperto e orgoglioso di esserlo». Certo, questo significa prendersi dei rischi, ammette il sindaco di Milano, ma ne vale sempre la pena e non bisogna arretrare mai. «Bisogna guardare avanti di vent’anni - dice - e non di due. Il mondo va in questa direzione e le nostre città devono imparare ad essere sempre più aperte. Naturalmente imponendo il rispetto delle regole, perché questa è la prima cosa: nessuno è per l’illegalità. Ma al contempo si deve puntare sulla solidarietà, perché è ciò che ci distingue da una destra che ci vorrebbe fuori dall’Europa, fuori dal mondo, chiusi nei nostri confini». 

Applausi a scena aperta per Beppe Sala. E applausi anche per Paolo Rizzi che nel suo intervento iniziale ha sottolineato come la relazione tra Piacenza e Milano sia strettissima, sia per il lavoro (basti pensare alle migliaia di pendolari che ogni giorno da Piacenza si muovono verso la metropoli lombarda) sia per le università (Cattolica, di cui Rizzi è professore, e Politecnico). Secondo Rizzi, Beppe Sala è un esempio vincente di un centrosinistra in grado di coniugare competitività, produzione di ricchezza (Milano ha superato Roma in accessi annuali: 8 milioni di visitatori) e solidarietà, attenzione al sociale, sensibilità verso quei temi che dovrebbero unire, al netto delle divergenze di partito, l’intero centrosinistra. L’alternativa, è stato detto, è una destra sempre più radicale trainata da un leader leghista (Salvini) che un giorno sì e un giorno no attacca il Papa, che guarda di traverso il Tricolore italiano e che userebbe le ruspe per risolvere i problemi. E rimanendo in tema, Paolo Rizzi ha ricordato come sia d’esempio la recente firma da parte di oltre 80 sindaci milanesi di un documento (promosso dal ministro dell’Interno Marco Minniti) nel quale ognuno di questi sindaci si impegna a farsi carico della sua quota parte di profughi in modo da gestire più agilmente un’emergenza che, ovviamente, non dipende da nessun sindaco. 

Importante poi il concetto che ha proposto Sala a chiusura dell’incontro: «Non mi interessano le ripartizioni ufficiali dei territori che arrivano dall’alto, non mi interessano le città metropolitane, mi interessa la comune visione del futuro unita a una distanza davvero limitata». Il riferimento è a Piacenza, alla sua vicinanza ideale a uomini come Paolo Rizzi e alle possibili collaborazioni future su tanti temi, in tanti settori. Certo, la prima cosa è accorciare le distanze con collegamenti veloci tra Piacenza e Milano. 

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