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Addio a don Luigi Muratori

I funerali - per espressa volontà del defunto e dei famigliari - saranno celebrati in forma privata domani, martedì 2 agosto alle ore 16, in Cattedrale e saranno presieduti dal vescovo monsignor Adriano Cevolotto

La diocesi di Piacenza e Bobbio dice addio a don Luigi Muratori nato il 31 agosto 1924. Ordinato sacerdote missionario il 24 giugno 1949 a Milano dall’arcivescovo beato Ildefonso Schuster nel 1949. Ha vissuto i primi otto anni di missione in Giappone, riuscendo a entrare nella Cina di Mao fingendosi un commerciante di porcellane per poi passare in Brasile per seguire una missione per i giapponesi non lontano dalla città di San Paolo. Tornato in Italia nei primi anni ’60, don Muratori non smette di viaggiare: viene infatti nominato addetto alla stampa di riviste e libri del PIME, il Pontificio Istituto Missioni Estere, incarico che lo porta in Sudafrica, in Cina, in India per raccogliere materiali per i libri dell’istituto. Nel 1966 cura la sezione degli ideogrammi cinesi e giapponesi della pubblicazione del Pater Noster in 10 lingue, illustrato da Salvador Dalì ed edito da Rizzoli, che sarà presentato a Papa Paolo VI. 

Negli anni ’80 rientra a Piacenza in qualità di insegnante di fenomenologia della religione e storia delle religioni non cristiane (argomenti sui quali pubblica alcuni libri) presso il Collegio Alberoni e l’Istituto Superiore Interdiocesano di Scienze della Religione a Parma. Nel corso della sua vita, don Muratori ha avuto l’opportunità di prendere parte a importanti incontri internazionali: nel 1976 presenzia infatti al “Colloquio mondiale sulle implicazioni del nuovo ordine economico mondiale”, organizzato a Ginevra dall’Istituto Mondiale di Studi Sociali, mentre nel 1983, a New York, partecipa ad un incontro, organizzato dall’ONU, sul tema “Diritto internazionale e diritti nazionali”.

Gli ultimi anni piacentini li ha vissuti in città in quello che amava definire “il punto più alto della città”, un edifico ricavato da un’antica torre medievale costruita dai Landi in via Sopramuro, compiendo anche ricerche sulle origini della sua famiglia legate alle attività di produzione della carta (le cartiere) che un tempo aveva un ruolo di primo piano nella economia del territorio di Vigolzone. Su questo particolare aspetto riprendiamo la sintesi di una ricerca di Oreste Grana condotta unitamente a Padre Luigi Muratori. I funerali - per espressa volontà del defunto e dei famigliari - saranno celebrati in forma privata domani, martedì 2 agosto 2022 alle ore 16.00, in Cattedrale e saranno presieduti dal Vescovo monsignor Adriano Cevolotto.

I folli e i folletti di Vigolzone

Dagli archivi comunali e parrocchiali dell’antica pieve di Vigolzone, appare che già nel ‘600 esisteva un “follo della carta” e verso il 1830 anche un “folletto” cioè una cartiera più piccola. Dall’antico registro anagrafico (Stato delle Anime) dell’archivio parrocchiale si trova testimonianza della presenza già nel 1612 della famiglia Muratori al “follo della carta” di Vigolzone. Nell’atto di morte del 1635, tratto dal registro dei defunti, si notifica il decesso del capofamiglia Geronimo Muratori, all’età di 85 anni.

Nell’Italia settentrionale, dal medioevo a tutto l’800, le cartiere si chiamavano “folli” e se si pensa a quanto dura e faticosa fosse la “nobile arte di fabbricare carta” nessuna parola sembra più appropriata. “Follo” era detto il complesso di macchinari, nel quale pesanti magli e martelli a chiodi, mossi ritmicamente da ruote azionate ad acqua, trituravano stracci di canapa o di lino ed altro materiale dal quale, dopo l’aggiunta di colle, si produceva la massa, dalla quale, in seguito stesa con rulli e asciugata, si ottenevano bianchi fogli di carta.

Nomi e vicende degli avi di Muratori si susseguono dal tardo Settecento in documenti con le firme dei loro capifamiglia, Girolamo, Domenico, Bartolomeo e Lorenzo che appaiono, in filigrana con le iniziali e talvolta con la dicitura Vigolzone sui registri amministrativi delle parrocchie o di confraternite, su rogiti e altri atti pubblici. Dall’archivio comunale appare che nel 1807 un Giovanni Muratori, macinasse ancora la “massa” e il suo figliolo Carlo, nel 1833 fosse classificato come “fabbricante di carta”.

Attualmente il fabbricato “Folletto“ è scomparso mentre del “Follo” situato nelle adiacenze della ex chiesa parrocchiale di San Giovanni, rimangono ben visibili i segni dell’antica attività artigianale,  si vedono infatti i grossi muri di sasso di fiume accanto alle rogge che a precipizio cadevano nel fossato azionando la ruota che trasmetteva forza e movimento agli ingranaggi del “Follo”.

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