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Africa Mission ha chiuso con un convegno ad Assisi il suo 50°

Presenti le delegazioni di 14 gruppi d’Italia

«Noi siamo quello che diventiamo facendo quello che facciamo». Lo dice chiaramente Ivana Borsotto, presidente di Focsiv (Federazione degli organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana) al convegno organizzato ad Assisi da Africa Mission Cooperazione e Sviluppo per chiudere ufficialmente le celebrazioni del cinquantesimo della fondazione del Movimento.

Cosa sia diventata Africa Mission in cinque decenni di attività e impegno spesi in Uganda lo si è visto proprio nei due giorni di festa: un’organizzazione che si regge sull’impegno di tanti volontari (presenti un centinaio di persone provenienti da 14 gruppi d’Italia) in Italia e di cooperatori italiani e locali in Uganda. Un Movimento che è partito da un sacerdote ma che mantiene la sua natura laica nell’ottica di una fraternità universale. Un’ong che è attiva nei settori dell’acqua, dell’educazione, della formazione professionale, del sociale e dell’accoglienza. «Cerchiamo di portare avanti il nostro lavoro quotidiano puntando sulla formazione – spiega il direttore Carlo Ruspantini – anche se non è facile: ci dobbiamo misurare con la difficoltà a trovare un ricambio generazionale e persone che siano veramente motivate e garantiscano una stabilità. Non nascondo che questo sia un periodo complesso anche se la speranza non manca».

Dal presidente di Africa Mission don Maurizio Noberini arriva una proposta: “Facciamo una formazione alla missione – abbozza – missione intesa come essere di aiuto alla comunità. Missione a cui il nostro Movimento si dedica da cinquant’anni con libertà e gioia. Noi abbiamo bisogno di una chiesa, di un cristianesimo della libertà e della gioia”.

La due giorni di Assisi è sì il momento per tirare le fila di un impegno ultradecennale, ma anche l’occasione per ascoltare voci diverse, confrontarsi con altre realtà. Nel convegno di apertura, condotto dalla giornalista Betty Paraboschi, sono intervenuti ospiti di spessore: il prete antimafia che viene dalla “terra dei fuochi” don Maurizio Patriciello, lo scrittore sopravvissuto al genocidio del Ruanda Jean Paul Habimana, la presidente nazionale di Focsiv Borsotto e il sacerdote cantautore Don Giosy Cento.

È il parroco di Caivano don Patriciello, attualmente sotto scorta, a mettere in guardia contro «il rischio di accontentarsi della sola parte celebrativa»: «Abbiamo bisogno di una chiesa che scenda in piazza quando occorre, che sia attiva, abbiamo bisogno di allargare lo sguardo», spiega. Borsotti invece va a toccare il tema della cooperazione internazionale oggi: «Viviamo in un contesto avverso a ogni forma di solidarietà – spiega – un contesto in cui ci dicono che spendere soldi pubblici per la cooperazione internazionale sia inutile: ma io non penso sia così». Con Habimana sotto i riflettori finisce il tema della guerra, quella di oggi in Ucraina ma anche quella di ieri in Ruanda nella quale lui perse il padre: “Da quando sono nato sento parlare di guerra – spiega – ma quella in Ucraina non ci lascia indifferenti perché è vicina a noi. Eppure non è l’unica: alcune guerre vengono ritenute “normali”, quasi giustificate”. Don Cento invece ha il compito di rievocare la figura del fondatore di Africa Mission don Vittorione Pastori: “Si è lasciato vincere e convincere da Dio, ma con Africa Mission non ha voluto creare un’istituzione di preti – sottolinea – di questo era convinto ed è stato un vincente”.

A rievocare don Vittorione è anche il presidente di Cooperazione e Sviluppo Carlo Antonello: «La prima cosa a cui lui ci ha chiamato è stata la responsabilità – spiega – la responsabilità dell’andare per restare: quello del Movimento non è un intervento a spot, è una condivisione di impegno con la popolazione locale». Una condivisione che vede fra i suoi attori anche l’assistente spirituale del Movimento don Sandro De Angeli, partito per l’Uganda quando aveva 66 anni: «Sono partito nell’ottobre 2016 e ancora oggi sono contento di averlo fatto – sottolinea – ho capito lì che i poveri ci evangelizzano alla pazienza, ad affidarci, a mettersi in gioco anche se non sempre è facile».

Le celebrazioni hanno previsto anche l’esibizione dei giovani artisti ugandesi del Gruppo Alakara 2.0 e l’incontro con il vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino Domenico Sorrentino. Da oggi si apre un nuovo capitolo nella storia di Africa Mission Cooperazione e Sviluppo.

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