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«Déhor in piazzetta Plebiscito da rimuovere», 518 firme presentate in Comune

Il comitato piazzetta Plebiscito (insieme al “Fondo Ambiente e Territorio) ha promosso una petizione: «Non è un déhor ma una struttura permanente che contrasta con la piazza e il complesso religioso»

«No al dehor in piazzetta Plebiscito»: la petizione dal Comitato piazzetta Plebiscito - condivisa dal Fondo Ambiente e Territorio di Piacenza – è stata consegnata nella mattinata del 7 marzo all’Ufficio Protocollo del Comune, corredata da 518 firme di cittadini. I sottoscrittori della petizione chiedono che in piazzetta Plebiscito venga ripristinato l’assetto esistente prima che fossero abbattuti tre tigli (recentemente reimpiantati) e che venisse collocata, di fronte al palazzo di via Sopramuro 17 una struttura metallica su piattaforma, destinata a fungere da dehor del ristorante Twin Fish.

Il comitato ha presentato diverse considerazioni per motivare questa istanza. «La crescita dei tre giovani tigli messi a dimora sarà lenta – spiegano - e difficile date le condizioni ambientali. Pertanto raccomandiamo di sottoporli costantemente alle cure e interventi necessari per assicurarne un equilibrato sviluppo. L’inserimento della struttura/dehors nel piazzale sul quale prospettano il fianco della basilica di San Francesco e il braccio superstite del suo chiostro contrasta con le vigenti disposizioni comunali in materia di dehors. Non rispetta l’obbligo di conservazione e tutela delle piazze e vie storiche, sancito dal Codice dei beni culturali (D Lgs 42/2004 art. 10 comma 4 lettera g) che ammette, in tali contesti urbani, solo interventi conservativi, non di nuova costruzione».

Ma non solo. Il dehor «altera l’unitarietà del piazzale stesso e impedisce la percezione dell’intero complesso religioso. Ostruisce quasi completamente l’accesso al piazzale. Eccede il fronte del ristorante e va ad impegnare tutto lo spazio antistante al palazzo del numero civico 17, cosa possibile solo se autorizzata dal proprietario/titolare di tale immobile o gestore dell’attività limitrofa».

«La tipologia strutturale di questa costruzione – prosegue il comitato della piazzetta - è totalmente diversa da quella prevista dalle norme comunali per i dehors, che non possono avere destinazione assimilabile a quella abitativa per il loro carattere di assoluta precarietà. La struttura ha uno sviluppo in pianta, all’incirca, di oltre 20 metri per 4, è costituita da elementi portanti metallici, stabilmente ancorati a una piattaforma poggiante sulla pavimentazione del piazzale, e fronteggia l’intera facciata dell’edificio antistante. La sua rimozione comporterebbe un lungo e complesso lavoro, così come lo è stato quello di installazione. Pertanto non si tratta di un elemento rimovibile, quale un dehors, ma è evidentemente destinata ad essere permanente. Nel contesto in cui è stata inserita non è ammessa dalle norme vigenti perché è, di fatto, una nuova costruzione, come è definita dall’Allegato alla LR 15/2013 - punto g) e dalla Delibera della Giunta Regionale 28-6-2017 n. 922. Lo dimostra la pesante struttura in acciaio che necessita, per essere agibile, di un collaudo strutturale e, di conseguenza, anche di un certificato di abitabilità, esclusa e superflua invece per i dehors, proprio perché devono essere totalmente reversibili e privi di copertura fissa. Come tale non è compatibile con le norme di tutela del Codice dei Beni culturali (art. 10 comma 4 lettera g; artt. 3 e 29) e contrasta con le disposizioni del Regolamento Edilizio, che stabiliscono le caratteristiche e i limiti per la realizzazione dei dehors (art. 185. 3; 185.4 lettere b e c) sotto evidenziate con sottolineatura, e con le Linee guida per la progettazione dei dehors di cui il Comune è dotato. Per tali motivi i sottoscritti chiedono la rimozione immediata del dehors posto in piazzale Plebiscito».

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