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Martedì, 30 Aprile 2024
Sanità

Nuovo ospedale: «Progetto condiviso dai Comitati consultivi misti, nell’attuale Casa di comunità»

Asl e associazioni di volontariato a confronto, il coordinatore: «Convinti che la costruzione non sia più rinviabile per mantenere la sanità del territorio piacentino competitiva con le città limitrofe»

Nuovo ospedale, «progetto condiviso dai Comitati consultivi misti». A proporre una sintesi di quanto emerso dal confronto sul tema è Luigi Tirotta, coordinatore dell’esecutivo Ccm di Piacenza.

«Durante il periodo estivo – scrive in una nota stampa - sono stati rinnovati i Comitati Consultivi Misti dell’Azienda Usl di Piacenza che sono lo strumento di confronto e proposta che la legge regionale istitutiva del servizio sanitario in Emilia-Romagna ha previsto per la partecipazione delle associazioni di volontariato attive nel sistema. I Comitati Consultivi misti dei tre distretti aziendali (Ponente, città di Piacenza, Levante) hanno scelto di iniziare la propria attività chiedendo all’Azienda l’illustrazione dello stato dell’arte dell’offerta sanitaria attuale nel territorio provinciale, l’organizzazione della rete dei servizi socio sanitari, la situazione delle liste di attesa per la specialistica ambulatoriale e per gli interventi chirurgici, la condizione attuale di diffusione dell’infezione Covid e delle attività necessarie per contrastarlo, essendo questi i temi sui quali l’attenzione dei cittadini frequentemente segnala criticità e difficoltà di accesso anche nell’informazione. All’interno di questo confronto non poteva, ovviamente, mancare un approfondimento sulle prospettive di sviluppo del sistema sanitario nel nostro territorio, alla luce del progetto del nuovo ospedale di Piacenza e delle nuove case di comunità previste».

«Il Direttore Generale dell’Asl, Paola Bardasi - continua il resoconto - ha pertanto illustrato e consegnato le slide, già presentate in consiglio comunale di Piacenza a luglio, del nuovo progetto dell’ospedale che sorgerà sulla macroarea n. 5 (interna alla tangenziale) - individuata come la più idonea». Piano che, scrive Tirotta, «è stato progettato con un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale promuovendo soluzioni di mitigazione degli agenti climalteranti (52.800 Kg CO2 eq/anno) e che si svilupperà su 257.000 mq di superficie di intervento, di cui 106.000 mq di superficie a verde». Di queste, continua, «43.000 mq di aree verdi fruibili dagli utenti, 1.500 alberi piantumati e 1.700 metri di piste ciclabili, ma anche 1.400 posti auto espandibili a ulteriori 140, elemento importante che finalmente farà superare una criticità oggi particolarmente significativa per chi deve recarsi nella struttura di via Taverna».

«L’esecutivo dei Comitati consultivi Misti - sottolinea - ha apprezzato e condiviso il progetto, nella convinzione che la costruzione del nuovo ospedale non sia più rinviabile per mantenere la sanità del territorio piacentino competitiva con le città limitrofe. Solo così, infatti, si potrà intervenire in modo determinante sull’organizzazione del sistema delle cure, adeguando i percorsi di cura e salute alle opportunità che le nuove tecnologie offrono e superando quelle criticità che l’epidemia Covid ha tristemente evidenziato,  laddove i limiti di flessibilità dei posti letto e dell’organizzazione in strutture storicamente statiche e rigide - a Piacenza, come nella maggior parte degli ospedali italiani - hanno  rischiato di rallentare la risposta di intervento sanitario. In tal senso, le 14 sale operatorie e i 498 posti letto, più 80 posti espandibili, articolati in otto macroaree di carattere sanitario funzionali per linee di attività e intensità di cura, l’attuazione di percorsi di cura personalizzati sul singolo paziente, che contribuiscano alla efficienza attraverso l’umanizzazione, la separazione delle diverse tipologie di utenza (pazienti, accompagnatori, staff, logistica), un sistema di segnaletica efficace (pazienti e operatori ) e la previsione di spazi idonei per la didattica e la ricerca sono sicuramente un impegno di garanzia per lo sviluppo di una sanità efficiente».

«Un ospedale nuovo, Hub per l’emergenza urgenza e per gli interventi di elevata complessità clinica che, strettamente collegato con i 260 posti letto delle altre strutture ospedaliere di Castelsangiovanni, Fiorenzuola e Bobbio e con le 8 Case di Comunità già attive e le 4 progettate, possa adattarsi a nuove eventuali sfide (pandemiche e non)». Questo, aggiunge, «con la possibilità di accessi, percorsi e aree protette per pazienti infetti, organizzando i pronto soccorsi in modo da poter affrontare situazioni di eventuali nuove gravi emergenze, predisponendo aree esterne per la sicurezza da infezioni nosocomiali, dal rischio cadute e per la sicurezza nella pratica medica ed assistenziale».

«Infine prima di concludere il confronto programmando un ulteriore momento di approfondimento sulla riorganizzazione del servizio di emergenza urgenza nella nostra provincia, l’esecutivo dei Ccm ha chiesto chiarimenti sulla futura destinazione dell’attuale struttura ospedaliera, ottenendo l’importante rassicurazione che la stessa manterrà la sua vocazione sanitaria, perché in essa sarà trasferita e organizzata, con spazi finalmente idonei, una delle due Case di Comunità cittadine».

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