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Piacenza “piazza militare”, la storia della direzione di Artiglieria in un libro

La storia e le peculiarità di queste strutture strategiche, di grande rilevanza per l’economia della nostra città, nel nuovo libro di Filippo Lombardi

Nella seconda metà dell’Ottocento Piacenza era un’importante piazza militare densa di caserme, depositi e opifici, sede di numerosi reparti e altrettanto numerosi servizi, fra i quali un Ospedale militare principale e un Panificio che sfornava quotidianamente il pane fresco per migliaia di soldati. Nel 1863 nel Castello Farnesiano - l’area che nel 1547 era stata scelta da Pier Luigi Farnese, primo duca di Parma e Piacenza per edificarvi la sua dimora-fortezza alternativa alla Cittadella Viscontea di piazza Cittadella (la costruzione di Palazzo Farnese sarebbe iniziata dopo il 1600) - fu insediata la Direzione di Artiglieria di Piacenza, struttura di grande importanza i cui ambiti giurisdizionali e i compiti crebbero progressivamente nei decenni. L'Arma di Artiglieria era incaricata della condotta, del servizio e dell'impiego di tutte le artiglierie, del rifornimento delle munizioni a tutte le Armi. Al suo personale erano affidati lo studio e la fabbricazione, riparazione, distribuzione e conservazione degli armamenti (esclusi quelli del Genio) occorrenti, nonché il sovraintendere alla conservazione, manutenzione e riparazione dei materiali.

Il Regio Decreto del 15 settembre 1897, che programmò la riorganizzazione dell’esercito stabilì che la Direzione di Artiglieria di Piacenza e quella di Genova, sarebbero state poste alle dipendenze del X Comando di Artiglieria, a sua volta dipendente dal IV Corpo d'Armata che aveva sede proprio nella nostra città. Abbiamo tratto queste stringate note dalla storia della “Direzione di Artiglieria di Piacenza nella Grande Guerra” che è ben documentata dal libro della Collana in grigioverde edita da Marvia edizioni, pagine 144, frutto di una meticolosa ricerca del dottor Filippo Lombardi, appassionato cultore di storia militare, storia locale e uniformologia, argomenti sui quali ha già pubblicato volumi e oltre cento articoli su riviste specializzate. Il libro, presentato nel Salone d’Onore di Palazzo Gotico nell’ambito degli eventi collaterali alla bella mostra dedicata alla Prima Guerra Mondiale (che rimane aperta sino al 30 dicembre 2018), è stato preceduto dalla relazione del ten. col. Massimo Moreni dell’Esercito Italiano (2° Reggimento Pontieri- Piacenza), che ha svolto il tema “L’Arma del Genio nella Grande Guerra: Reggimenti e specialità”, tratteggiandone nascita e storia e illustrandone la riorganizzazione in tempo di pace e il prezioso ruolo che tuttora svolge a favore della Nazione.  In successione il dottor Filippo Lombardi e il generale in quiescenza Eugenio Gentile, hanno “sfogliato” le pagine del libro, fornendoci l’opportunità delle annotazioni che seguono.

Il 1° luglio 1911 segna una data storica per Piacenza perché vennero gettate le basi del futuro Arsenale: dalla Direzione di Artiglieria furono enucleati tre laboratori: il Laboratorio addetto alla riparazione di carreggi, affusti, cassoni porta munizioni e ruote, il Laboratorio Artifizi destinato alla preparazione di cariche di lancio, inneschi, cannelli, spolette e razzi, il Laboratorio Caricamento proietti, la futura Pertite. I primi due erano all'interno del Castello Farnesiano e andarono a costituire un nuovo ente: l'Officina di Costruzioni di Artiglieria di Piacenza. Da allora la Direzione di Artiglieria e l'Officina di Costruzioni ebbero vita autonoma: nel 1926 l'Officina fu ufficialmente rinominata "Arsenale Regio Esercito Piacenza", struttura che per decenni ha avuto – e anche oggi con la denominazione Polo di Mantenimento Pesante ha – grande rilevanza strategica militare e altrettanta importanza nell’economia della città.

Esaurita la missione bellica della prima Grande Guerra, la Direzione Artiglieria di Piacenza tornò lentamente a dimensioni confacenti al periodo di pace, salvo riattivarsi in occasione della campagna d'Etiopia e della Guerra di Spagna. Un nuovo imponente sviluppo si ebbe poi con la Seconda Guerra Mondiale, tanto che alla fine di questo conflitto la Direzione di Artiglieria aveva circa 2000 dipendenti e una struttura cresciuta per esigenze belliche che non c'erano più.  Si passò quindi alla produzione di attrezzature per un esercito di pace che andava ricostruito quali sedie, armadietti, tavoli e letti in ferro; inoltre in alcuni capannoni vennero smontate e smaltite tonnellate di proiettili di recupero, soprattutto per i fucili '91 che non erano più in uso, per recuperare il piombo della pallottola e il metallo del bossolo. Si riprese poi la produzione di fodere per baionette e pistole e di teli per brande. Buona parte della manodopera femminile fu riutilizzata in un nuovo laboratorio di sartoria per la produzione di uniformi. Poi, lentamente, la Direzione riprese i suoi compiti istituzionali fino allo scioglimento, avvenuto il 31 dicembre 1982: le sue strutture e la sua area sono state riassorbite dall’Arsenale Militare.

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