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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Alla Cop 28 l'accordo sulla transizione verso l’abbandono degli idrocarburi

Per i combustibili fossili, da cui dipende l’86% delle emissioni inquinanti, i 197 Paesi, più l’Unione Europea, riuniti a Dubai, hanno trovato un compromesso: “ la transizione verso l’abbandono degli idrocarburi, da avviare in questo decennio”.

Risale al 1992, a Rio de Janeiro, il primo vertice della Terra, dove è stata approvata la Convenzione Onu contro il cambiamento climatico (Unfccc) che istituisce le Conferenze delle parti o Cop; quest’anno, la 28°, è presieduta dal Sultano e petroliere Ahmed al-Jaber.

La battaglia dei fossili alla ribalta del Summit, fino alla conclusione inaspettata: l’approvazione, in una sessione lampo di un documento finale che chiede alle parti di avviare la transizione verso l’abbandono dei combustibili fossili nei propri sistemi energetici, in modo giusto, ordinato ed equo, accelerando le azioni in questo decennio.

L’Arabia Saudita, alla guida del fronte dei Paesi produttori considerava la sua inclusione nel testo una linea rossa invalicabile, ma alla fine, UE, USA e America Latina, seguiti dagli Stati insulari, hanno trovato il compromesso basato su “transizione”, il mandato politico comunque è chiaro, oltretutto, viene conferito nel primo bilancio globale, in cui, come disposto dagli accordi di Parigi, i Paesi firmatari hanno fatto il punto delle politiche climatiche finora adottate e tracciato la strada per il prossimo futuro, un percorso che conduce alla fine dell’era fossile.

Nonostante la pressione esercitata dalla industria degli idrocarburi, ora non si torna indietro. Il testo fissa un orizzonte temporale stringente per l’avvio della transizione e sigla l’impegno a triplicare le energie rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030. Se implementato, questo punto, porterebbe ad espandere gli attuali 3.400 gigawatts prodotti da fonti pulite a 11mila. Il nucleare, menzionato nel testo, non rappresenta una alternativa, secondo gli esperti, per gli alti costi e i tempi lunghi. E si somma al successo dell’entrata in funzione, in apertura, del fondo per compensare i Paesi poveri delle perdite ambientali. Si parla di poco più di 700 milioni di dollari, tra i donatori più generosi, Italia e Germania con 108 milioni di dollari ciascuno, pochi, rispetto alle reali necessità; lo scorso anno, gli impatti del clima sono costati ai Paesi vulnerabili 109 miliardi.

Considerazioni degli Autorevoli partecipanti alla Conferenza

Antonio Guterres,Segretario Generale dell’Onu: l’era dei combustibili fossili deve finire con giustizia ed equità. Il mondo intero non può permettersi ritardi, indecisioni o mezze misure.

Giorgia Meloni, Premier italiano: l’Italia è stata protagonista della Cop 28 di Dubai e sostiene la transizione energetica, a patto che non comporti una deindustrializzazione nazionale.

Ursula Von der Leyen, Presidente Commissione UE: ora disponiamo di un accordo multilaterale per accelerare la riduzione delle emissioni verso lo zero entro il 2050; entro il 2030 le ridurremo del 43%.

John Kerry, inviato Usa: la Cop 28 è un motivo per essere ottimisti. Nel nuovo testo, il linguaggio sui carburanti fossili è più forte. Un accordo storico che pone le basi per la trasformazione.

Emmanuel Macron, Presidente francese: l’accordo di Dubai è una tappa importante. Impegna il mondo nella transizione senza energie fossili. Passo avanti per il rispetto dell’Accordo di Parigi.

Alla Cop 28 l'accordo sulla transizione verso l’abbandono degli idrocarburi

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