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Venerdì, 26 Aprile 2024
Salute e medicina on line

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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Allo studio le caratteristiche della variante indiana (B.1.617)

La variante indiana della Covid -19, identificata B.1.617 non è nuova; è stata individuata la prima volta in India nel Maharashtra, parte centro-occidentale, nell’ottobre 2020, da dove poi si è diffusa in tutto il Paese. Al momento, la Comunità scientifica sta cercando di caratterizzare questa variante per comprendere quanto, possa essere pericolosa.

E’ stata sequenziata in circa 20 Paesi in tutto il mondo, fra cui l’Italia, secondo quanto rivelato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel suo bollettino settimanale sulla pandemia e rilevata in oltre 1.200 sequenziamenti, inseriti nella banca dati internazionale Gisaid. I Paesi dove la variante indiana è più frequente sono: India, Stati Uniti, Regno Unito, Singapore, Belgio, Svizzera, Grecia e Italia.

Gli esperti del Laboratorio di Statistica Medica ed Epidemiologia molecolare al Campus Bio-medico, stanno studiando la struttura tridimensionale (3D) delle due mutazioni per verificare se sono connesse. Questa variante del Coronavirus Sars CoV-2 - ha precisato il direttore prof.  professor Massimo Ciccozzi - oltre a possedere 11 mutazioni minori, porta una doppia mutazione della proteina Spike importante, rispetto al ceppo originario: la E 484 Q che è presente anche nelle varianti brasiliana (P1) e sudafricana (B.1.351.V2) e la L 452 R, presente nella variante californiana (B.1.429 ). Questa ultima mutazione, sembra essere associata ad una maggiore trasmissibilità; la prima, invece, sembra rendere il virus meno suscettibile agli anticorpi sviluppati in seguito ad una precedente infezione e forse anche a quelli prodotti dopo la somministrazione del vaccino. Strutturalmente - ha concluso il prof.  Ciccozzi - la mutazione E 484 Q ha acquisito un nuovo aminoacido (Q) che le permette di entrare meglio nelle cellule e di infettarle. L’acido glutammico viene sostituito dalla glutammina e non ha carica polare, quindi significa che stabilizza questa mutazione.

Anche la sintomatologia che avviene nella variante indiana, caratterizzata da: tosse, raffreddore, cefalea, faringite, febbre, dolori muscolari, diarrea, stanchezza e spossatezza, sembra essere più impattante sull’organismo, rispetto alle altre varianti in corso.

Gli Esperti consigliano di proseguire le misure di prevenzione: mascherine, distanziamento, accelerare le campagne di vaccinazione e fare le sequenze del genoma virale.

Allo studio le caratteristiche della variante indiana (B.1.617)

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