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Salute e medicina on line

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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Cambiamenti climatici e rischi di aumento di casi di arbovirosi

L’Ecdc (il Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie) invita gli Stati a controllare la proliferazione e la diffusione di insetti vettori

A causa dei cambiamenti climatici, l’Europa rischia un aumento di casi di infezioni trasmesse da zanzare Aedes, che comportano patologie come: Chikungunya, Dengue, West Nile, Zika e Febbre gialla.

Lo comunica l’European Centre for Disease  Prevention  and Control (ECDC) che invita gli Stati a controllare la proliferazione  e la diffusione degli insetti vettori  (le specie Aedes albopictus e Aedes aegypti), a promuovere  misure di protezione presso i cittadini  e ad attivare  interventi di sensibilizzazione della popolazione  generale, degli Operatori sanitari  e dei viaggiatori.

Secondo gli ultimi dati dell’ECDC – le zanzare Aedes albopictus che trasmettono virus  come Chikungunya  e Dengue, si stanno diffondendo  in aree  dell’Europa, sempre più a nord e a ovest. Le zanzare Aedes aegypti, vettori di Dengue, Febbre gialla, Chikungunya, Zika e virus del Nilo occidentale (West Nile virus), si sono stabilite a Cipro dal 2022 e potrebbero espandersi anche in altri Paesi europei.

L’Europa, sta vivendo una tendenza al riscaldamento - spiegano gli esperti - con ondate di calore e inondazioni più frequenti e gravi ed estati  sempre più lunghe e torride. Queste situazioni creano condizioni più favorevoli ad aumentare la proliferazione di specie invasive di zanzare. Nel 2013, la zanzara A.albopictus circolava in 8 Paesi di Unione Europea, con 114 regioni interessate; attualmente, (nel 2023), questa specie è presente in 13 Paesi e 337 regioni.

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una diffusione geografica di specie invasive di zanzare in zone UE-SEE (SEE: Spazio Economico Europeo), precedentemente non colpite, libere dalla circolazione  di questi insetti – ha dichiarato la direttrice dell’ECDC, dottoressa  Andrea Ammon – e se prosegue, possiamo aspettarci  di osservare più casi  e potenzialmente anche decessi per malattie come:  Dengue, Chikungunya e West Nile.

Dati epidemiologici

Nel 2022, in UE-SEE sono stati segnalati 1.133 casi umani  e 92 decessi per virus  del Nilo occidentale, di cui 1.112  acquisiti localmente  in 11 Paesi, il  numero più alto  dal 2018, anno di picco  della epidemia  di West Nile.  Casi acquisiti localmente sono stati riportati da: Italia 723, Grecia 286, Romania 47, Germania 16, Ungheria 14, Croazia 8, Austria 6, Francia 6, Spagna 4, Slovacchia 1, e Bulgaria 1.

Aumento di casi autoctoni anche per la Dengue: nel 2022 sono stati registrati 71 casi di infezione acquisita localmente in UE - SEE, di cui: 65 casi dalla Francia e 6 casi dalla Spagna.

Le malattie trasmesse da vettori costituiscono un problema di Sanità pubblica

Esistono 100 virus classificati come arbovirus in grado di causare malattia umana. In Italia, sono presenti sia arbovirus autoctoni tra cui: la malattia di West Nile, l’infezione da virus Usutu, l’encefalite virale da zecche, sia arbovirus prevalentemente da importazione, come le infezioni causate da virus Chikungunya, Dengue e Zika.

Il vettore Aedes albopictus, conosciuto come zanzara tigre, introdotta in Europa nel 1990, attualmente, in Italia è stabile e diffusa in tutto il Paese fino a quote collinari, soprattutto nei centri abitati, dove può raggiungere una densità anche molto elevata.

West Nile Virus (Fonte: Istituto Superiore di Sanità)

La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile, della Famiglia dei Flaviviridae. Isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia ed America.

I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo Altri mezzi, anche se molto più rari sono: trapianti di organi,  trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza.

Il periodo d incubazione dal momento della puntura della zanzara varia tra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit del sistema immunitario.

La maggior parte delle persone infettate non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, eruzioni cutanee.  Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, cefalea, dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, la sintomatologia può essere più grave con febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore convulsioni fino alla paralisi ed al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille), il virus può causare una encefalite letale.

La diagnosi viene effettuata attraverso test di laboratorio (Elisa o Immunofluorescenza) effettuati su siero per la ricerca degli anticorpi del tipo IgM. Questi anticorpi possono persistere per periodi anche molto lunghi nei soggetti malati (fino ad 1 anno), pertanto, la positività a questi test può indicare anche una infezione pregressa. In alternativa, la diagnosi può essere effettuata attraverso PCR o coltura virale su campioni di siero e fluido cerebrospinale.

Non esiste una terapia specifica. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono spontaneamente dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è necessario il ricovero ospedaliero.

Dengue (Fonte: Istituto Superiore di Sanità)

Di origine virale, è causata da quattro virus molto simili ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Il virus circola nel sangue della persona infettata per 2-7 giorni e in questo periodo la zanzara può trasmetterlo ad altri.

Nell’emisfero occidentale il vettore principale è la zanzara Aedes aegypti, anche se si sono registrati casi trasmessi da Aedes albopictus. La dengue è conosciuta da oltre due secoli ed è particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico, Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico. Negli ultimi decenni, la diffusione della malattia è aumentata in molte regioni tropicali. Nei Paesi dell’emisfero Nord, in particolare in Europa, costituisce un pericolo in una ottica di salute globale, dato che si manifesta soprattutto come malattia di importazione, il cui incremento è dovuto alla aumentata frequenza di spostamenti di merci e di persone.

Normalmente, la Dengue (nota come malattia spaccaossa), dà luogo a febbre nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con febbre molto elevata, accompagnata da mal di testa, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini. Avere contratto la Dengue protegge la persona solo contro il virus che l’ha causata, ma non contro gli altri tre tipi virali.

La diagnosi è effettuata in base ai sintomi, ma può essere più accurata con la ricerca del virus, attraverso PCR o di anticorpi specifici in campioni di sangue.

Non esiste un trattamento specifico per la dengue e nella maggior parte dei casi le persone guariscono completamente in due settimane. La malattia può svilupparsi sotto forma di febbre emorragica con emorragie gravi da diverse parti del corpo che possono causare collassi e in rari casi, risultare fatali.

 Prevenzione                                                                                                                                                                                                                                                        

Gli sforzi devono concentrarsi sui modi per controllare le popolazioni di zanzare, migliorare la sorveglianza ed applicare le misure di protezione individuali.

Fra i suggerimenti: l’eliminazione delle fonti di acqua stagnante, all’interno delle quali le zanzare si riproducono, l’utilizzo di prodotti ecologici per distruggere larve e l’uso di zanzariere e repellenti.

Cambiamenti climatici e rischi di aumento di casi di arbovirosi

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