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Salute e medicina on line

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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Le polveri sottili da smog possono causare problemi sulla salute mentale

Recenti studi scientifici, dimostrano, con crescente evidenza, il ruolo degli inquinanti atmosferici sulla comparsa delle malattie del sistema nervoso centrale e le neuropatologie

Recenti studi scientifici, dimostrano, con crescente evidenza, il ruolo degli inquinanti atmosferici sulla comparsa delle malattie del sistema nervoso centrale e le neuropatologie. Le ricerche della professoressa Anna Oudin, epidemiologa e statistica della Università di Umea  in Svezia,riguardano principalmente gli effetti dell’inquinamento atmosferico sul cervello e il modo in cui  i due elementi insieme, possono influenzare la salute mentale.

La ricerca basata su un profilo sanitario (campioni di sangue, pressione arteriosa, valutazioni sensoriali etc.) e su una valutazione cognitiva dei partecipanti, mostra la correlazione tra l’esposizione all’inquinamento atmosferico e la frequenza della demenza (Alzheimer, disturbi vascolari etc.) e il deterioramento delle funzioni cognitive negli anziani. E’ stato riscontrato che la frequenza della malattia di Alzheimer aumentava proporzionalmente alla concentrazione nell’aria di ossido di azoto, uno dei principali  inquinanti atmosferici.

Un altro studio condotto negli USA dalla professoressa Melinda C. Power, epidemiologa dell’Istituto Milken, Università George Washington, ha analizzato l’impatto delle concentrazioni di inquinanti legato al traffico veicolare, sulle funzioni cognitive. E’ risultato che l’esposizione allo smog è associata, in misura significativa con il rischio di disturbi cognitivi. Le polveri sottili (PM 2,5) sono di dimensioni tali da essere in grado di attraversare la barriera ematoencefalica, provocando infiammazione dei neuroni e stress ossidativo. I veleni delle città penetrano anche tra neuroni e sinapsi ed è stata la scoperta di ricercatori della Università di Lancaster, dimostrata sulla rivista scientifica PNAS (Proceedings of the National  Academy of Sciences). Particolato ultrafine di magnetite, un ossido di ferro, prodotto dal traffico e dagli impianti di generazione di energia, è legato anche alla malattia di Alzheimer. Gli studiosi hanno preso in esame il tessuto cerebrale di 37 persone, fra queste, 29 vivevano a Città del Messico, uno dei centri urbani più inquinati al mondo ed avevano una età compresa fra i 3 e gli 85 anni; le altre 8 persone, provenivano da Manchester, con età tra i 62-92anni.

Tutti i tessuti  esaminati contenevano grandi quantità di nanoparticelle di ossidi di ferro, della stessa forma sferica di quelle che si creano con la combustione ed in misura minore tracce di altri metalli. La professoressa Barbara Maher della Lancaster  University, autrice principale della ricerca,  aveva identificato, in un precedente test, particelle inquinanti sui capelli di persone che si trovavano in strade molto trafficate di Lancaster. L’analisi del  tessuto cerebrale ha dimostrato particelle distribuite fra le cellule  con milioni di particelle in un singolo grammo di tessuto. Si tratta di particolato ultrafine che viene prodotto dal traffico, soprattutto di motori diesel, dagli impianti di produzione di energia e dagli inceneritori.

Queste particelle possono spostarsi per decine di chilometri e sono talmente sottili da riuscire a superare tutte le barriere biologiche, in particolare la membrana cellulare che ha una funzione di protezione del tessuto cerebrale dagli elementi nocivi, interferendo sulla espressione del DNA, ma anche la placenta, influendo sulla programmazione genetica del feto e potendo causare disturbi del neurosviluppo, patologie di tipo immunologico e secondo alcuni studi, anche tumori.

Le micro particelle osservate dai ricercatori  inglesi sono di diametro inferiore a 200 nanometri e possono spostarsi dall’aria alle terminazioni nervose del naso e da qui al cervello. Il supposto legame con le malattie neurologiche è dato dal fatto che il ferro contenuto nelle particelle inquinanti facilita la formazione di radicali liberi che alterano tutti i componenti della cellula. Nella malattia di Alzheimer questo fenomeno chiamato stress ossidativo è una componente importante nella degenerazione dei neuroni, facilita, infatti, la produzione della proteina beta-amiloide, associata alla malattia.

In Francia, sulla base del Decreto 665/2012, la malattia di Parkinson è stata inserita tra le patologie professionali agricole e si stanno moltiplicando gli studi che correlano un aumento del rischio, con una relazione dose/effetto per il numero di anni di utilizzo, in particolare, per gli insetticidi organo clorurati.

Le polveri sottili da smog possono causare problemi sulla salute mentale

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