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Salute e medicina on line

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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Nuove ricerche scientifiche sul genoma del Coronavirus

"Sembra aver già mutato tre volte il nuovo Coronavirus Sars - CoV-2" - è quanto ha riferito il professor Massimo Ciccozzi, Responsabile dell'Unità di Statistica medica ed Epidemiologia molecolare dell'Università Campus Biomedico di Roma, che ha scoperto il "salto di specie" ed ha concluso un nuovo studio che sarà pubblicato su una rivista scientifica nei prossimi giorni. "Abbiamo comparato i genomi dei primi malati cinesi con quelli più recenti, ma le modifiche intervenute non cambiano il comportamento del virus, anche se la preoccupazione è che di mutazione in mutazione possa peggiorare, non tanto la contagiosità, quanto la letalità di questa malattia, ma dai nostri dati preliminari, questo non si evince. Per fermare il Coronavirus - ha proseguito il professore durante una intervista - in questo momento, si stanno rivelando molto efficaci le restrizioni, unica arma che abbiamo a disposizione, perché il vaccino non è disponibile. L'Immunologo statunitense Anthony Fauci, che sta lavorando al nuovo vaccino mRNA, ha escluso che possa essere commercializzato prima del gennaio 2021. Ovviamente, in tutti questi mesi, l'isolamento deve continuare. Se oggi potessimo disporre del vaccino della Sars, considerato che il Sars-CoV-2 ha un patrimonio genetico identico all'80%, saremmo molto avanti nella ricerca, ma tutto era stato fermato".

Dallo studio italiano è stata quindi ricostruita la mutazione genetica che ha permesso ad un Coronavirus tipico del pipistrello di trasformarsi in Sars- CoV - 2  in grado di contagiare l'uomo. I ricercatori hanno seguito le tracce studiando le tante sequenze genetiche che da gennaio vengono depositate nelle Banche dati Gisad e GenBank, a cui contribuiscono tutti i ricercatori al lavoro sul virus. Nato tra il 20 e il 25 novembre scorso, Sars-CoV-2 ha attraversato almeno tre cambiamenti, l'ultimo decisivo, a trasformarsi è stata la proteina "spike", cioè punta, spina, che per prima viene a contatto con le cellule. E' questa la mutazione che ha permesso al virus il salto di specie. Lo studio dei cambiamenti che ha subito, ha consentito di realizzare un identikit preciso di SarsCoV2, che dimostra come sia più contagioso della Sars, ma tre volte meno mortale. La ricerca continua e gli scienziati lavorano sul Coronavirus che si è diffuso in Italia per capire se il ceppo è lo stesso di quello che dalla Cina, da Wuhan si è diffuso in tutto il globo. "Da quando è presente con esattezza Sars-CoV -2 sul territorio italiano, non si sa con certezza e si potrà ricostruire la storia quando il gruppo di ricercatori guidati dal professor Massimo Galli, Primario di Malattie Infettive Ospedale L- Sacco di Milano, produrrà le sequenze del virus italiano, noi possiamo lavorare su quelle cinesi.

La letalità del virus dipende dalle mutazioni che avvengono nell'uomo per sfuggire al sistema immunitario. Però nel 97% dei casi si guarisce e si usano già antivirali che rinforzano il sistema immunitario, che non sappiamo se siano efficaci, ma non fanno male e forse aiutano a guarire". Alcune terapie stanno dando risultato nella cura dei pazienti che risultano positivi e che presentano complicazioni. Nei casi più gravi ai pazienti viene praticato il supporto meccanico alla respirazione.

Sulla base dei dati disponibili, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha suggerito una terapia antivirale sperimentale che è stata utilizzata all'Ospedale L. Spallanzani per i primi pazienti positivi al virus e che è basata su due farmaci: il Lopinavir/Ritonavir, antivirale di solito utilizzato per l'infezione da HIV e che mostra una attività anche sui Coronavirus e il Remdesivir, altro antivirale già usato per Ebola, potenzialmente attivo contro questa infezione.

Il Coronavirus, come tutte le infezioni, colpisce tutti. I bambini sono i meno colpiti, in Cina, come in Italia e quelli il cui sistema immunitario reagisce meglio. Negli anziani che rappresentano una parte importante della popolazione del nostro Paese, quando sono debilitati, o hanno serie patologie, sono a rischio di gravi complicazioni e devono essere il più possibile protetti in questa fase della epidemia.

Nuove ricerche scientifiche sul genoma del Coronavirus

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