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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Ricerche geologiche individuano le cause e gli effetti del “global warming”

Una foresta fossile in Antartide narra una serie di eventi che portarono alla Grande Estinzione del Permiano (alla fine dell’era Paleozoica). Il contributo allo studio arriva dai ricercatori della Università di Siena, impegnata nel Programma nazionale di ricerche in Antartide (PNRA).

Fu ad Allan Hills, la scoperta di un rilievo montuoso che confina con l’Antartide orientale nella Terra Vittoria, di una foresta fossile di 250 milioni di anni fa, quando l’Antartide era ancora aggregato al Gondwana, il supercontinente unico delle terre emerse.

Nel Permiano –Triassico (oltre 251 milioni di anni fa), enormi eruzioni vulcaniche o l’impatto di asteroidi causarono il global warming che cambiò radicalmente l’ecosistema sulla Terra. La crisi climatica si scatenò verso la fine del Permiano, in seguito a processi causati da eccezionali eruzioni vulcaniche in quella che oggi è la Siberia o forse, dall’impatto di asteroidi con conseguenti giganteschi incendi, seguito da devastanti alluvioni. L’intensa attività vulcanica liberò nella atmosfera migliaia di tonnellate di anidride carbonica (CO2) e altri gas serra che raggiunsero il cielo, scaldarono la Terra, portando un eccessivo surriscaldamento e formando piogge acide che si riversarono sul suolo. Negli oceani, la situazione era ancora peggiore. Le temperature attorno ai tropici aumentarono di 10 gradi Celsius e le correnti marine profonde rallentarono privando gli oceani di ossigeno e meno del 5% delle specie marine riuscì a sopravvivere. (Justin L. Penn, ricercatore presso il Dipartimento di Geoscienze della Princeton University (New Jersey), ha precisato che negli oceani, il contenuto complessivo di ossigeno è già diminuito di circa il 2% a partire dalla metà del ventesimo secolo).

Il riscaldamento globale del pianeta modificò radicalmente il clima della Terra, determinando una generalizzata aridità che compromise l’ambiente e peggiorando ulteriormente le condizioni di CO2 in atmosfera. Il recupero ambientale si sarebbe poi riavviato milioni di anni dopo. Oltre a distruggere le grandi foreste di conifere presenti nelle regioni che oggi sono rappresentate dai due poli, il global warming del Permiano – Triassico portò alla più grande e drammatica estinzione di massa della storia della Terra. Si stima che scomparve il 95% di ogni forma di vita.

Una conseguenza, tra le tante prodotte dal riscaldamento globale del pianeta è lo spostamento dei poli terrestri. Secondo uno studio pubblicato su Geophysical Research Letters e realizzato da un gruppo di ricercatori dell’Institute of Geographic Sciences and Natural Resources Research della Università Accademica delle Scienze cinese, l’aumento della temperatura terrestre indotto dalle attività umane, ha avuto una ricaduta sui poli terrestri (intesi come i punti della superficie del pianeta, intersecati virtualmente, dall’asse di rotazione) che hanno cambiato posizione. I poli terrestri, sono in continuo movimento per fattori diversi senza che il fenomeno provochi ricadute sulla vita della Terra. In passato, dopo terremoti di magnitudo 8-9 della scala Ritcher, si registrò uno spostamento dei poli di alcune decine di centimetri in una manciata di secondi. Ad essere in pericolo sarebbero più che altro le tecnologie, dato che le tempeste solari potrebbero danneggiare i satelliti, causare interruzioni di corrente ed interrompere le comunicazioni radio. I ricercatori cinesi hanno scoperto che la causa dello spostamento è da imputare allo scioglimento di grandi ghiacciai terrestri. Per le loro ricerche si sono basati su dati raccolti dal Gravity Recover and Climate Experiment, una missione spaziale degli Stati Uniti e della Germania che venne lanciata nel 2002 e sui dati di missioni successive, che hanno analizzato, con estrema precisione le variazioni del campo gravitazionale terrestre.

Dal confronto tra queste variazioni e quelle registrate nella distribuzione delle masse d’acqua prodotte dalla fusione dei ghiacci polari nel corso degli anni, è stato possibile individuare una correlazione significativa tra i due fenomeni e confermare che le variazioni delle masse d’acqua potrebbero, in effetti, determinare lo spostamento dei poli magnetici terrestri.

Ricerche geologiche individuano le cause e gli effetti del “global warming”

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