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Venerdì, 26 Aprile 2024
Salute e medicina on line

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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Si affaccia sui nostri cieli, dopo 52mila anni la cometa di Neanderthal

È osservabile in questo mese di febbraio, dopo 52mila anni la cometa di Neanderthal, l’oggetto celeste con due code, catalogata dagli astronomi con la sigla C/2022 E3 (ZTF), di cui ZTF è l’acronimo di Zwicky Transient Facility, un programma specializzato nelle ricerche di oggetti transitori, come possono essere comete e asteroidi. Scoperta il 2 marzo dello scorso anno dagli astronomi Bryce Bolin e Frank Masci con il telescopio Schmidt dell’Osservatorio  del Monte Palomar in California, scomparirà,  perché la sua orbita è diventata iperbolica, ma ripasserà tra altri 50mila anni. Lo scorso 12 gennaio la cometa è passata a 166milioni di Km dal Sole, il 2 febbraio ha raggiunto la minima distanza dalla Terra (42 milioni di Km); alle nostre latitudini, dal 20 gennaio al 10 febbraio diventa “circumpolare”, vale a dire ad una decina di gradi di distanza dalla stella polare e quindi osservabile per tutta la notte.

La cometa di Neanderthal è ora visibile ad occhio nudo; l’oggetto celeste ha infatti raggiunto una magnitudine (luminosità apparente) di 5,9, poco al di sotto del limite di osservabilità da parte dell’occhio umano che è pari a 6. Con questo parametro, più si scende di valore e maggiore è la visibilità. Condizione indispensabile per vederla un cielo molto buio, stellato e privo di inquinamento luminoso, poiché la luminosità della cometa è diffusa e non puntiforme come quelle di una stella.                                             

Le persone comuni potranno osservare in cielo una piccola nebulosità, ma non facilmente, poiché a disturbare le osservazioni, concorrerà la Luna che in quel periodo sarà intorno alla fase del plenilunio. Gli esperti consigliano di usare dei buoni binocoli, oppure di mettersi in contatto con Associazioni di Astrofili. Le comete, spesso chiamate stelle comete, non sono stelle, ma oggetti ghiacciati che si possono paragonare agli iceberg e che l’astronomo Fred Whipple definì palle di neve sporca. Sono piccoli aggregati di roccia, carbonati e silicati, in buona parte frammisti a sostanze volatili, come anidride carbonica, ghiaccio d’acqua. Una loro peculiarità è che percorrono orbite per lo più eccentriche attorno al Sole.

Per buona parte della loro orbita si possono trovare distanti dalla nostra stella, in zone spaziali fredde, ma quando si avvicinano a noi e al Sole si attivano per il calore della nostra stella, con l’espulsione di gas e polvere dal loro nucleo roccioso, divenendo ben visibili e producendo la parte più bella delle comete, cioè la coda. Quando una cometa passa vicino al Sole, il calore della stella scioglie la parte esterna lasciando libere le particelle di gas e di polveri prima imprigionate dalla morsa del ghiaccio. Saranno proprio queste piccole particelle che soffiate dal vento solare andranno a formare le caratteristiche code.

Si affaccia sui nostri cieli, dopo 52mila anni la cometa di Neanderthal

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