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Cronaca Bobbio

Addio a Philippe Daverio, storico dell'arte e divulgatore televisivo

Daverio aveva 70 anni, nel 2019 premiò Bobbio quale "Borgo dei Borghi" d'Italia, finendo al centro delle polemiche da parte degli sconfitti di Palazzolo Acreide

È morto mercoledì 2 settembre a Milano, all'età di 70 anni, Philippe Daverio, famosissimo storico dell'arte e personaggio televisivo molto noto.  Il divulgatore si è spento nella notte all'istituto dei tumori. A dare la triste notizia è stata la regista e direttrice del Franco Parenti, Andree Ruth Shammah. "Amico mio ....il tuo silenzio per sempre è un urlo lancinante stamattina", ha scritto in un post su Instagram. 

Philipe Daverio, storico d'arte ed ex assessore

Nato in Francia, a Mulhouse il 17 ottobre del '49, si era trasferito in Lombardia da giovane e aveva studiato economia e commercio alla Bocconi. Nonostante avesse superato tutti gli esami non si era laureato per sua scelta. Lui stesso diceva: "Io non sono dottore perché non mi sono laureato, ero iscritto alla Bocconi nel 1968-1969, in quegli anni si andava all'università per studiare e non per laurearsi". Proprio sotto la Madonnina aveva iniziato la sua carriera da mercante d'arte, aprendo una galleria in via Montenapoleone, al civio 6, che presto sarebbe diventata tra le più famose della città.

È stato, dal 1993 al 1997, nella giunta Formentini del comune di Milano, dove ricopriva l'incarico di assessore con le deleghe alla Cultura, al Tempo Libero, all'Educazione e alle Relazioni Internazionali. Famoso per la sua partecipazione al Sessantotto e celebre per il suo stile eccentrito - indimenticabili i suoi papillon - aveva accettato di entrare nella giunta leghista per quella sua interpretazione libera, quasi artistica, della politica. Che lo aveva portato a riprovarci nel 2009 con Penati. 

Il restauro di palazzo Reale e l'attività da docente

Durante il periodo da assessore si era occupato del restauro e del rilancio di Palazzo Reale a Milano. Opinionista per "Panorama", "Liberal", "Vogue", "Gente", consulente per la casa editrice Skira, Philippe Daverio si è sempre definito uno storico dell'arte. Così infatti lo ha scoperto il pubblico televisivo di Raitre: nel 1999 in qualità di "inviato speciale" della trasmissione Art'è, nel 2000 come conduttore di Art.tù, poi autore e conduttore di Passepartout, programma d'arte e cultura che ha avuto grande successo e notevole riconoscimento di critica e di pubblico.

Accanto all'attività da divulgatore, c'era poi la sua passione per l'insegnamento. È stato incaricato di un corso di Storia dell'arte presso lo Iulm e aveva tenuto corsi di Storia del design al Politecnico di Milano. Dal 2006 Philippe Daverio era Professore Ordinario di "Sociologia dei processi artistici" all'Università degli Studi di Palermo, facoltà di Architettura - dipartimento Design.

Era membro del Comitato Scientifico del nuovo Grande Museo del Duomo di Milano, del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cini di Venezia e del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Corriere della Sera.

La cittadinanza onoraria e la vittoria di Bobbio "Borgo dei Borghi" 

Daverio era molto legato al nostro territorio, in particolare alla città di Bobbio. Dopo aver ricevuto la cittadinanza onoraria nel 2018 dal Comune, il suo giudizio nella giuria (composta da tre persone) della trasmissione televisiva "Kilimangiaro" fu decisivo nel 2019 per assegnare la vittoria di "Borgo dei Borghi" proprio alla città trebbiense. La vittoria bobbiese vide però Daverio al centro delle polemiche. Gli sconfitti, i siciliani di Palazzolo Acreide, rappresentati anche dal deputato Michele Anzaldi (e appoggiati dalla Regione Sicilia) polemizzarono per la vicinanza di Daverio con Bobbio, cruciale perché il verdetto della giuria tecnica ribaltò quello del televoto popolare. A soffiare sul fuoco della polemica anche la trasmissione "Le Iene". Daverio si difese sostenendo che "Votare Bobbio era esattamente ciò che dovevo fare". La commissione di vigilanza Rai valutò il possibile conflitto d'interessi, per poi confermare invece la vittoria di Bobbio. 

L’assessore Papamareghi ricorda la cultura e la personalità di Phippe Daverio

«Ricordo il grande successo di Philippe Daverio a Palazzo Farnese nel settembre 2018 con il suo reading teatrale, “Piacenza. L’incanto nascosto”. La sua narrazione ricca di fascino relativa a questa città bimillenaria, caratterizzata dai suoi antichi palazzi, dalle innumerevoli chiese, catturò il pubblico presente, fu una bellissima pagina di storia dell’arte». Chi si esprime in questi termini è l’assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi, il quale si rammarica, a nome dell’Amministrazione Comunale, per la scomparsa di un uomo di grandissimo spessore culturale: «Daverio è stato uno storico e un critico dell’arte, ma anche docente, scrittore, conduttore televisivo di sconfinata cultura. Ci ha accompagnati non solo attraverso un viaggio tra gli incanti artistici e storici di Piacenza, ma in più occasioni è stato ospite gradito del nostro territorio. Ha avuto un ruolo per la nomina della città di Bobbio, Borgo dei borghi. Mancheranno la sua passione e la sua cultura, la sua attenzione e il suo amore verso l’arte e verso Piacenza».

Il cordoglio del presidente Bonaccini e dell’assessore Felicori 

“Un grande divulgatore che, attraverso una narrazione originale e affascinante, ha saputo portare con intelligenza l’arte nelle case degli italiani. Con Philip Daverio se ne va un pezzo importante della nostra cultura e un lettore eclettico e mai banale del mondo contemporaneo. E davvero tante sono state le occasioni nelle quali Daverio ha collaborato con enti e istituzioni dell’Emilia-Romagna, per raccontare le nostre bellezze e il nostro straordinario patrimonio artistico. A lui va il pensiero commosso di tutti noi”. Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini e l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori, sulla scomparsa oggi a Milano dello storico dell’arte Philip Daverio.

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