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Cronaca Castell'Arquato

Covid-19, in procura l’esposto sulla casa di riposo di Castellarquato

Lo ha spedito il sindacato Usb e riguarda la carenza di protezioni per gli operatori sanitari che lavorano nella struttura: «Abbiamo chiesto di fare luce sulla mancanza di mascherine, guanti e tute per i lavoratori»

E’ arrivato sul tavolo della procura l’esposto presentato dal sindacato Usb. L’Unione sindacale di base chiede di accertare se vi siano responsabilità nella carenza di dispositivi di protezione, per il personale al lavoro nella residenza per anziani Vassallo Remondini a Castellarquato, che si è protratta almeno fino oltre la metà di marzo. Nell’esposto, presentato il 19 marzo, Usb scriveva di insufficiente o inesistente fornitura di dispositivi di protezione - e cioè maschere Ffp2 e Ffp3, camici idrorepellenti - per evitare il contagio a chi doveva lavorare a stretto contatto con persone a rischio. Usb rimarcava come i lavoratori operassero «condizioni che non rispettano gli standard di sicurezza previsti».

Ma gli aspetti dubbi, secondo il sindacato, riguardano anche il riutilizzo, su più turni, di mascherine chirurgiche - a causa delle forniture difficilissime in quel periodo, e anche tutt’oggi. Inoltre, almeno nel periodo indicato nell’esposto, non sarebbe stato previsto l’uso di Dpi (Dispositivi di protezione individuale). L’esposto presentato a Piacenza è uno dei tanti che Usb ha inviato alle procure dell’Emilia Romagna, sempre evidenziando le carenze di strumenti per la sicurezza di chi era al lavoro nelle Rsa o nelle strutture sanitarie. «Ancora oggi - afferma Paolo Campioni, delegato confederale Usb di Piacenza - mancano le protezioni, non c’è stata formazione del personale per affrontare situazioni così critiche e i carichi di lavoro sono aggravati dal fatto che alcuni lavoratori sono in malattia o in quarantena». Come aveva sottolineato anche la coordinatrice regionale Usb, Letizia Arcuri, ci sono ancora molti punti da chiarire sulla gestione dell’emergenza in regione. A partire dal numero reali dei morti.

Ora, spiega il sindacalista, la casa di riposo ha stipulato dei contratti di assicurazione, per chi ha contratto il virus, che vanno da marzo a giugno. L’esposto, afferma Campioni, era stato preceduto da una lettera a Proges (la cooperativa che gestisce la casa di riposo), per invitare i dirigenti a provvedere. Campioni sottolinea anche come la Casa di riposo abbia, però, fin da subito impedito l’accesso alla struttura ai parenti, limitando così i contagi. A Castellarquato lavorano 23 dipendenti di Proges e altri 15 della Ipab. Alla casa di riposo di Borgonovo, invece, ci sono circa 25 lavoratori della Proges.

Usb, comunque, è impegnata in tutta la regione per la tutela dei propri iscritti. Gli esposti sono stati inviati a tutte le procure e sono anche stati presi contatti con il Nas dei carabinieri, aveva detto Arcuri. Esposti che erano stati inviati anche a prefetture, Asl, ispettorati del lavoro. Netta la critica politica al sistema sanitario. Campioni ricorda che «dal 2000 al 2017, in Italia, i posti letto sono diminuiti di circa 27mila unità, nelle strutture pubbliche e convenzionate. Quelli della sanità privata, invece, sono cresciuti dal 19 al 23,3%. Ora, con la pandemia, tutto il peso dell’assistenza ricade sul pubblico rendendo necessario un ripensamento sulla gestione della sanità».

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