rotate-mobile
Cronaca

Disturbi alimentari, oltre 300 pazienti in cura all’Ausl di Piacenza

Il dirigente dell'Ausl di Piacenza Giuliano Limonta ha spiegato in commissione consiliare la situazione del fenomeno nel nostro territorio. Limonta: «Abbiamo 15/20 ricoveri all'anno, oltre 300 pazienti in cura per patologie gravi. I disturbi alimentari sono la seconda causa di mortalità giovanile dopo gli incidenti stradali»

La commissione consiliare 3 ha chiesto in aula al dottor Giuliano Limonta, direttore del dipartimento di Salute Mentale, di illustrare alla commissione cosa l’azienda sta mettendo in campo attualmente per arginare il problema dei disturbi alimentari. «Anoressia – ha esordito Limonta - bulimia e disturbo dell’alimentazione ipercontrollata. Ecco quali sono i tre disturbi alimentari di cui tanto si parla. Si tratta di tre disturbi mentali che vanno sempre monitorati, e che non sono così influenzati – come spesso si sente – dai modelli femminili proposti dai mass media o dalla società».

«Se pensiamo che una depressione può durare 3-4 mesi – ha continuato l’ospite - un disturbo alimentare può esprimersi anche per 5-6 anni consecutivamente. Può anche durare in modo latente tutta la vita: si può riaccendere un problema sopito da un momento all’altro durante la propria esistenza. È per questo che in questo campo ci vogliono professionisti di serie A, soprattutto quando si ha a che fare con situazioni da codice rosso. Nessun psicofarmaco – ha sottolineato Limonta – può aiutare la situazione. Al massimo qualche sostanza può calmare l’ansia o reprimere la depressione, tutto qua». Secondo il dirigente il coinvolgimento del corpo in queste patologie è un aspetto molto rilevante. «I disturbi alimentari sono la seconda causa di mortalità giovanile – dopo gli incidenti stradali –. Si possono avere disturbi cardiaci, il cuore diventa sempre più debole, e l’apparato scheletrico di una ventenne che ha serie problematiche può essere identico a quello di un settantenne non in forma». Stiamo parlando di aspetti che diventano irreversibili, a cui non si può porre rimedio in seguito. È per questo che nelle equipe e negli staff ci vogliono internisti, nutrizionisti e psicologi di alto livello, veramente interessati a questo genere di casi. Mica tutti se la sentono di intervenire per cercare di ostacolare questi rischi biologici dei pazienti».  

Duemila sono le persone nel nostro territorio affette da disturbi, di queste 300/400 si trovano ad avere patologie “gravi”. «Noi dell’Ausl di Piacenza siamo stati costretti a dirottare le risorse in una direzione: abbiamo deciso di dedicarci alle persone con i disturbi più gravi.  Siamo partiti nel 2002, aiutati e spronati soprattutto dalle associazioni di familiari. Ogni anno ci troviamo ad affrontare solamente 15/20 ricoveri all’anno sugli oltre 300 pazienti che abbiamo in cura. L’eccellenza del nostro reparto consiste nel fatto che ormai da diversi anni non siamo costretti a mandare più nessuno a curarsi fuori provincia. Inoltre abbiamo registrato un solo caso di mortalità negli ultimi otto anni: con due team di specialisti, guidato dalle dottoresse Finari e Negrati, riusciamo a non appoggiarci a nessuno. Serve però dare continuità nel futuro a questi due team, formando gli specialisti del domani. Nel campo dei disturbi alimentari perciò rappresentiamo un’eccellenza – seppur di nicchia – della nostra Ausl locale». 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Disturbi alimentari, oltre 300 pazienti in cura all’Ausl di Piacenza

IlPiacenza è in caricamento