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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Droga giù dal treno per evitare i controlli e oltre 1500 episodi di spaccio: maxi operazione dell'Arma

Maxi operazione antidroga dei carabinieri di Rivergaro. Sgominato un enorme, capillare, radicato giro di spaccio di cocaina, eroina, hascisc e marijuana

Oltre 1500 episodi di spaccio, 31 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip Luca Milani, quasi quattro chili di droga sequestrata, 12 arresti in flagranza e centinaia di segnalati alla Prefettura come assuntori. Sono questi alcuni dei numeri della maxi operazione antidroga dei carabinieri di Rivergaro guidati dal maresciallo Roberto Guasco che ha sgominato un enorme, capillare, radicato giro di spaccio di cocaina, eroina, hascisc e marijuana. «Quanto accertato è frutto di una capacità investigativa encomiabile, di scrupolosità ed impegno costante che ha inferto un durissimo colpo ad un fenomeno molto diffuso ed estremamente nocivo nel Piacentino», hanno detto i sostituti procuratori Grazia Pradella ed Emilio Pisante durante la presentazione alla stampa dell'Operazione Bicycle. Con loro il comandante provinciale dell'Arma, il colonnello Paolo Abrate, il comandante della compagnia di Bobbio, il capitano Antonino Barbera e il maresciallo Roberto Guasco.

pisante pradella-2 Le indagini sono iniziate nel settembre 2019 per terminare quattro mesi dopo e si inseriscono nel solco già tracciato da tempo da parte dei militari di Rivergaro che in maniera attenta e puntuale hanno monitorato i movimenti di piccoli pusher e consumatori in città, ricostruendone la filiera e i canali di approvvigionamento. L'operazione è scattata nella notte tra domenica e lunedì e ha visto coinvolti quasi cento militari nel Piacentino ma anche a Sondrio, Genova, Lodi, Milano Pavia, Sondrio abrate e guasco-2e Savona. Si tratta di 31 persone (9 italiani - piacentini e lodigiani - e 22 stranieri tra marocchini, egiziani, senegalesi quasi tutti senza fissa dimora e quindi difficilmente rintracciabili). Sono 16 le custodie in  carcere, 7 domiciliari, mentre 9 sono le misure non custodiali. 

Le indagini dei carabinieri hanno evidenziato come gli spacciatori lavorassero sia in gruppo sia in modo autonomo e si rifornissero nel Milanese. I trasporti dello stupefacente avvenivano in auto ma anche e specialmente in treno. I pusher, avendo capito quanto fosse pericoloso, visti i controlli sempre più stringenti, avevano escogitato due sistemi: il primo era quello di scendere a Codogno per essere poi caricati in auto da un complice, il secondo era quello di lanciare la droga dal finestrino in un punto ben preciso che consentisse loro di scendere "puliti" e ai "colleghi" di recuperarla senza problemi. 

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