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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

La mamma di Elisa: «Massimo sapeva cosa stava facendo. Ora giustizia»

A dirlo visibilmente commossa e provata Maria Cristina Dal Capo, mamma di Elisa Pomarelli la giovane ammazzata il 25 agosto 2019 dall'amico Massimo Sebastiani. Con lei il marito Maurizio e le sorelle della giovane, Debora e Francesca all'uscita del tribunale. Presidio dell'associazione "Non una di meno"

«Non ho mai avuto dubbi che Massimo fosse in grado di intendere e volere: sapeva benissimo cosa stava facendo. E si è visto anche successivamente da come si è organizzato nei giorni successivi creandosi alibi. E' un comportamento di una persona che era lucida mentalmente. Spero che abbia una giusta pena e che paghi per quello che ha fatto e per il dolore che ci ha provocato». A dirlo visibilmente commossa e provata Maria Cristina Dal Capo, mamma di Elisa Pomarelli la giovane ammazzata il 25 agosto 2019 dall'amico Massimo Sebastiani a Carpaneto. Con lei il marito Maurizio e le sorelle della giovane, Debora e Francesca all'uscita del tribunale al termine dell'udienza che vede imputato l'uomo per omicidio volontario e occultamento di cadavere, l'uomo sarà processato con rito abbreviato. Con la famigilia gli avvocati Alida Liardo e Paolo Lentini con i quali si sono costituiti parte civile, stessa decisione è stata presa dal Telefono Rosa - Città delle donne con l'avvocato Mara Tutone.

presidio elisa pomarelli tribunale non una di meno 2021-2Massimo Sebastiani non era in tribunale ma è rimasto alle Novate. In aula lo psichiatra Roberto Mantero incaricato dal tribunale ha illustrato la perizia pschiatrica sull'uomo davanti al giudice Fiamette Modica, agli avvocati e anche al legale di Massimo Sebastiani, Mauro Pontini.  Davanti al tribunale, in via del Consiglio, per tutta la durata dell'udienza le ragazze dell'associazione Non una di meno (che sono sempre state al fianco della famiglia di Elisa) hanno manifestato la propria solidarietà proprio nella giornata internazionale della donna. Presente anche una delegazione  della Conferenza donne democratiche. Unite da un filo rosa al quale erano appesi fogli con i nomi di alcune delle tantissime donne uccise per mano di un uomo hanno voluto far sentire la propria voce anche con alcune canzoni che hanno anche recitato i nomi delle vittime di femminicidio. Tanti gli striscioni: “Basta con il rito abbreviato il femminicidio è una questione di Stato", "Ci vogliamo libere dalla violenza ambientale e di genere. No alla sfruttamento dei corpi e territori", "Non è malato ma figlio del patriarcato".

presidio elisa pomarelli tribunale non una di meno 2021-3

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