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Cronaca

Levante: Esposito rimane in carcere. La difesa: «E' malato. Ricorriamo in Cassazione»

Il tribunale del Riesame di Bologna: «Manca la notifica dell'istanza di modifica della misura cautelare». La difesa «C'è ed è stata comunicata. Andremo in Cassazione. Venute meno da subito le esigenze cautelari per cui Esposito deve rimanere in carcere»

Angelo Esposito per ora rimane in carcere. Il tribunale del Riesame di Bologna al quale si erano appellati i suoi legali Pierpaolo Rivello e Maria Paola Marro, foro di Torino e Milano, dopo il parere negativo del tribunale di Piacenza sulla richiesta dei domiciliari, ha dichiarato inammissibile l'appello perché l'istanza di modifica della misura cautelare non sarebbe stata notificata alla persona offesa, ossia l'uomo che Esposito avrebbe torturato e che si è costituito parte civile con l'avvocato Paolo Campana (della medesima accusa dovranno rispondere anche altri suoi colleghi nda). «La notifica invece esiste ed è stata effettuata a mezzo Pec all'avvocato Campana e comunicata al pm. Per questo andremo in Cassazione dove ribadiremo che fin dall'inizio sono venute meno le esigenze cautelari» dicono i legali Marro e Rivello. «Non esiste il pericolo di fuga perché ha la famiglia qui e non se ne andrebbe mai, non può inquinare prove perché sono cristallizzate - siamo già al bibattimento - e nemmeno la reiterazione del reato peraltro il nostro assistito negli incidenti probabatori non è stato riconosciuto dalla parte offesa: non ha mai torturato nessuno. Esposito è malato, merita di essere curato come è nel suo pieno diritto». Parere negativo alla misura meno afflittiva era stato dato anche dai due sostituti procuratori che hanno condotto le indagini: «Il punto non è la malattia che uno potrebbe avere ma se questa ti rende incompatibile con il regime carcerario perché non puoi ricevere assistenza medica specifica, nel caso di Esposito nella relazione medica viene scritto che non ne ha bisogno. In carcere ci sono anrivello marro avvocati angelo esposito-2che persone che hanno patologie ben più gravi dell’imputato».

Esposito, appuntato scelto in forza alla Levante, finì in carcere il 22 luglio 2020 nella maxi operazione della Guardia di Finanza e Polizia Locale, Odyssèus, assieme ad altri colleghi e pusher. I suoi legali avevano chiesto la revoca della detenzione in carcere e quindi i domiciliari o almeno il trasferimento in un carcere speciale dedicato alle forze dell'ordine o con una sezione protetta. Dal giorno dell'arresto si trova dietro le sbarre a Pavia, l'avvocato Marro ha dichiarato: «La struttura dove si trova non è adeguata. Non può in nessun modo rivelare la propria identità per paura di ritorsioni: se si sapesse che è un carabiniere correrrebbe molti rischi. Non può leggere in cella gli atti che lo riguardano né ciò che gli scrive la moglie. E' provato e si trova in uno stato di salute precario». Esposito è l'unico militare ad aver scelto di andare a dibattimento, ossia ha preferito il rito (ordinario) che non prevede sconti di pena. E' accusato, come altri colleghi (che hanno scelto il rito abbreviato, i pusher il patteggiamento), di false attestazioni nei verbali, abuso d'ufficio spaccio, tortura, sequestro di persona, arresto illegale. 

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