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Minacciò avvocato e cliente: «Vi faccio saltare in aria», condannato a sei mesi

Protagoniste della vicenda l’avvocato Monica Magnelli e una sua cliente, una delle maestre dell’Asilo Farnesiana indagate per maltrattamenti su minore a seguito di un blitz dei carabinieri. L'uomo era il papà di uno dei bimbi che frequentavano la struttura

Era accusato di averle seguite da Borgotrebbia a via Beverora per poi minacciarle dicendo loro «Non finisce qua. Vi faccio saltare in aria tutte e due». Protagoniste della vicenda l’avvocato Monica Magnelli e una sua cliente, una delle maestre dell’Asilo Farnesiana indagate per maltrattamenti su minore a seguito di un blitz dei carabinieri.  La vicenda risale appunto al 2017 e nella giornata del 4 ottobre si è concluso il processo di primo grado nei confronti dell’imputato, un cittadino albanese e padre di uno dei bambini che all’epoca frequentavano l’asilo. L’uomo – difeso dall’avvocato Massimo Brigati - è stato condannato dal giudice Alessandro Rago a sei mesi (pena sospesa) per minaccia aggravata e violenza privata. Il pm Monica Bubba aveva invece chiesto un anno di reclusione. Magnelli e la sua cliente si erano costituite parti civili con gli avvocati Franco Livera e Fabio Leggi (per loro è stata stabilita una provvisionale di 2mila e 1500 euro, con danno da quantificare in sede civile).

Quel giorno il legale, suo figlio di 8 anni e la maestra erano a bordo di un’auto a Borgotrebbia e improvvisamente – secondo l’accusa – si erano trovate davanti l’uomo che con fare minaccioso che voleva a tutti i costi parlare con l’insegnante. Prontamente le due sono ripartite ma l’imputato non aveva desistito e le aveva seguite fino alla caserma dei carabinieri dove Magnelli si stava dirigendo proprio per cercare aiuto. Davanti al comando provinciale l’uomo le avrebbe minacciate dicendo «Non finisce qua. Vi faccio saltare in aria tutte e due». I filmati delle telecamere del comando dell’Arma che avevano catturato la scena poi finirono agli atti. Di lì la denuncia e poi il processo per violenza privata e minaccia aggravata.

«La mia assistita  - ha dichiarato l’avvocato Livera - era molto preoccupata e spaventata ma in quel momento ha cercato di mantenere la calma proprio per la presenza del figlio piccolo che ha assistito a tutta la scena. Fu un fatto che influì e non poco sulla vita di tutta la famiglia. Il piccolo per mesi non è riuscito – per paura  che potesse accadere qualcosa – a dormire da solo nella sua cameretta. Sappiamo bene come la cronaca è piena di vicende degenerate irrimediabilmente, grazie a Dio non è questo il caso».  «Siamo di fronte ad una minaccia inquietante perché non è una parola di troppo scappata in una lite, ma questa è stata pensata e voluta. L’uomo ha avuto tutto il tempo per desistere e non l’ha fatto, nemmeno una volta davanti alla caserma dei carabinieri», ha aggiunto Fabio Leggi. Di diverso avviso la difesa. «Non voleva fare altro se non parlare con la maestra di suo figlio. Come famiglia stavano attraversando un periodo molto delicato, improvvisamente hanno scoperto che l’insegnante alla quale consegnavano il figlio ogni giorno era accusata di maltrattamenti. Ecco, occorre tenere presente tutto il contesto e inquadrarlo in questo».

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