Peculato, ausiliario del traffico e autista del carro attrezzi rinviati a giudizio
Si è aggravata l'imputazione per un ausiliario del traffico e per un autista del carro attrezzi addetto alla rimozione dei veicoli. Sono accusati di essersi intascati, in alcuni casi, i soldi della chiamata per la rimozione
Da abuso d’ufficio a peculato. Si è aggravata l’imputazione per un ausiliario del traffico e per un autista del carro attrezzi addetto alla rimozione dei veicoli, entrambi rinviati a giudizio per falso e, appunto, peculato, un reato che prevede da tre a dieci anni di reclusione. La decisione è stata presa dal giudice per l’udienza preliminare Gianandrea Bussi, su richiesta del pubblico ministero Ornella Chicca, all’interno del processo con il rito abbreviato.
Il cambio di imputazione è avvenuto dopo che sono stati sentiti due testimoni. Le loro dichiarazioni avrebbero fornito al pm tali da chiedere al gup di cambiare le accuse. Imputati nel processo erano tre persone, due piacentini e un macedone. Per uno degli autisti, il pm ha chiesto l’assoluzione, mentre per gli altri due si procederà con il nuovo reato. L’autista e l’ausiliario del traffico, entrambi incaricati di pubblico servizio, secondo le accuse avrebbero trattenuto il denaro (poche centinaia di euro) relativo al diritto di chiamata e all’aggancio del mezzo. Il denaro sarebbe dovuto finire ad Apcoa che lo avrebbe girato al Comune, cioè un ente pubblico.
La vicenda era emersa alla fine del 2008 (i fatti contestati vanno da novembre 2008 a gennaio 2009), quando la polizia municipale aveva cominciato a indagare dopo aver scoperto alcuni aspetti non chiari nella gestione delle multe sui veicoli rimossi da Apcoa (la società è estranea all’inchiesta). I vigili avevano portato alla luce che il terzetto avrebbe annullato le multe a una decina di persone, pretendendo, però, il pagamento della chiamata e delle manovre sull’auto. Secondo la procura, quel denaro sarebbe finito nelle loro tasche. Il processo è stato rinviato in autunno.
