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Cronaca Rivergaro / Piazza Paolo Araldi

«Piazza Paolo, critiche esagerate e inutili. Sono altre le cose per cui indignarsi»

Riceviamo e pubblichiamo l'intervento della nostra lettrice Ebe Bottoni che interviene sull'evento Silent Disco e ribatte all'intervento sulla statua del partigiano Paolo nella nuova piazza del paese della Valtrebbia

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento della nostra lettrice Ebe Bottoni che interviene sull’evento Silent Disco e ribatte all’intervento sulla statua del partigiano Paolo nella nuova piazza del paese della Valtrebbia

Lo aspettavo. Ed eccolo, puntuale è arrivato: l’articolo denigratorio post silent disco, della serie qualsiasi cosa fai, sbagli.
Come per l’articolo sulla piazza deserta di Rivergaro, anche in questo caso, non posso stare zitta e la mia replica arriva, perché, nuovamente di fronte a critiche esagerate ed inutili, non sempre il silenzio e l’indifferenza bastano, né pagano.
Ed eccomi nuovamente qui a rispondere all’indignato rivergarese che, tacciando addirittura di vilipendio la condotta goliardica di qualche ragazzo, ne fa una questione morale, di onta al partigiano Paolo Araldi.
Caro lettore e cari indignati tutti, vorrei dirvi che, forse, sono altre le cose per cui indignarsi (non una cuffia su una statua o una piazza a pois come qualcun altro ha polemizzato dopo i tre giorni di festa) e che, forse, gli atti di vilipendio e offesa, che dovrebbero fare veramente scalpore e riempire le pagine dei quotidiani, sono quelli che ogni giorno gli esseri umani compiono su altri esseri umani o sugli animali.
Non so perché ci sia questa tendenza, sempre più diffusa, al finto buonismo, ad esagerare a dare una interpretazione ed una lettura distorta e tragica a delle cose, e dei fatti.
Io personalmente non ci vedo nessun offesa all’eroismo del compianto Paolo Araldi, le cui gesta rimangono impresse nella storia a prescindere dalla statua, dalla sua collocazione o dalla cuffietta blu.
Dovremmo imparare a vivere tutti più serenamente e ad a occupare il nostro tempo, che si sa è limitato, in cose più utili ed interessanti, dedichiamoci alla famiglia, agli amici, a qualche forma di volontariato o attività socialmente utile e, soprattutto, impariamo a dare il giusto peso alle cose, a vederle per ciò che realmente e semplicemente sono: una statua con una cuffia in testa, e nella peggiore delle ipotesi il rischio e che ci scappi un sorriso.

Ebe Bottoni
(Rivergaro)

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