Presunti maltrattamenti all'asilo Farnesiana, chiesta la condanna per tre maestre

Si avvia alle battute finali, per lo meno in primo grado, il processo celebrato con rito abbreviato per i presunti maltrattamenti che sarebbero avvenuti all’asilo Farneseiana nel 2017 e che vede coinvolte quattro maestre. Nella giornata del 6 marzo Antonio Colonna, pm titolare delle indagini eseguite dai carabinieri sette anni fa, ha concluso la sua requisitoria durata svariate ore e che era iniziata in una udienza di gennaio. Al termine ha chiesto la condanna a due anni per Paola Cherubino e 2 anni e 6 mesi per Giulia Rossi e Paola Vezzulli, per Claudia Contini ha invece chiesto il non doversi procedere per intervenuta prescrizione: quest’ultima - difesa dall'avvocato Franco Livera - era accusata di abuso di mezzi di correzione, le altre di maltrattamenti aggravati.

In aula il 6 marzo sono stati visionati e commentati anche i video registrati dalle telecamere piazzate dai carabinieri. Colonna nella scorsa udienza aveva ripercorso e analizzato i contenuti delle denunce, le informative dei carabinieri, le dichiarazioni dei genitori dividendo il suo intervento in più capitoli. Si era poi soffermato a lungo sui due incidenti probatori. Il primo aveva come oggetto gli audio delle intercettazioni ambientali che sono stati trascritti nuovamente: per le difese queste erano “suggestive” e non riportate correttamente; il secondo invece riguardava i video delle telecamere che, secondo la difesa, non sarebbero stati i file originali. Il magistrato ha spesso ribadito il concetto per il quale qualsiasi violenza non può essere giustificata dal fine per cui viene utilizzata ossia per scopi educativi perché in ogni momento che la si usa si concretizza un maltrattamento e nel commentare i video avrebbe più volte affermato che non c'era nulla di educativo nelle scene catturate dalle telecamere. L'accusa parla di schiaffi, insulti, modi rudi, strattoni.

La parola è poi passata alle parti civili costituite con gli avvocati Mara Tutone, Massimo Brigati, Sara Soresi, Giulio Canobbio e Nicoletta Passerini per le famiglie che hanno scelto di parecipare al processo. Parti civili anche il Comune di Piacenza con l'avvocato Gianni Maria Saracco e il consorzio Asilo Farnesiana (le due coop che lo compongono, ossia Coopelios - avvocato, in questo caso, Gabriele Ratti, e Unicoop con il legale Franco Spezia, legale anche del Cosorzio tutto). 

Sono stati circa trenta i filmati proiettati in aula dove erano presenti anche in genitori e da quanto si è appreso (il processo è a porte chiuse) ci sarebbero stati momenti importanti di tensione emotiva provocati dal rivedere i figli in video.  Dalle relazioni di psicologi depositate dalle parti civili e che si basavano sui racconti dei genitori che osservavano i propri figli, sono emersi comuni comportamenti anomali, tra i quali: l’auto punizione con schiaffi e pipì a letto. Gli avvocati di parte civile, compresi quelli del comune e del consorzio hanno depositato conclusioni scritte circa i risarcimenti chiesti e si sono associati alle richieste di pena del pubblico ministero. Soresi, che rappresentava tre famiglie, ha chiesto 75mila euro in un caso e 60mila euro ciascuno per gli altri due bambini; Tutone (4 famiglie) risarcimenti dai 35 ai 50mila ciascuno; Brigati (1 bambino) ha chiesto una provvisionale di 20mila euro e 5mila euro per ogni genitore più la quantificazione del danno da stabilirsi in giudizio civile. E ancora: Passerini (1 bambino) 30mila euro. Infine il Comune di Piacenza si rimette a giustizia per la quantificazione del danno mentre il Consorzio ha richiesto un risarcimento di 140mila euro totali.

A maggio toccherà alle difese, ossia agli avvocati Luigi Alibrandi e Vittorio Antonini per Paola Vezzulli, l’avvocato Monica Magnelli per Giulia Rossi e Paolo Fiori per Paola Cherubino. Tutte le imputate si sono sempre professate innocenti e respinto con forza le accuse.