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Cronaca

Racing di legalità: la Camera di commercio organizza una lezione gratuita

Il Rating di legalità, approvato dal Parlamento alla fine del 2012, è lo strumento con cui l'Antitrust attribuisce un punteggio, da una a tre "stellette", alle imprese virtuose che hanno un fatturato superiore ai due milioni di euro annui e rispettano una serie di requisiti giuridici e "qualitativi"

Nei primi quattro mesi del 2015 sono state 461 le richieste ricevute per ottenere il rating di legalità, che le imprese hanno inviato all’Antitrust, più di quelle ricevute in tutto il 2014, che sono state 415. I dati provengono dalla Autorità competente che, nel 2012, ha messo a punto questo strumento per premiare e valorizzare le imprese sane e virtuose.

Scendendo in dettaglio, le domande sono state 83 a gennaio, 133 a febbraio, 144 a marzo e 101 ad aprile, con una media superiore alle cento al mese. Dall’inizio dell’attività, gennaio 2013, al 30 aprile 2015, le richieste ammontano a un totale di 1042. L’elenco completo delle aziende che hanno ottenuto il Rating è pubblicato sul sito dell’Antitrust.

Lunedì 11 maggio, tra le 15 e le 17.30, presso la sede camerale sarà possibile approfondire la conoscenza di questo strumento.

A partire da gennaio 2015, infatti, il Ministero dello Sviluppo Economico, direzione Generale Politica Industriale e Competitività, Ufficio Pcn Italia (Punto di Contatto Nazionale per la diffusione delle linee guida OCSE sulle responsabilità sociale delle imprese) ha avviato un progetto incentrato sulla sensibilizzazione delle imprese nazionali al Rating di Legalità. Il progetto viene realizzato dall’esecutore BilanciaRSI®, formazione e consulenza sulla legalità e la sostenibilità delle organizzazioni. Proprio nell’ambito di tale attività di sensibilizzazione si colloca l’appuntamento piacentino presso la Camera di commercio.

Tra i temi in programma si ricordano, l’evoluzione normativa e la genesi del rating di legalità, caratteristiche principali  e opportunita’ per le imprese, Il modello 231: la responsabilita’ amministrativa d’impresa come requisito complementare ed ancora alcuni esempi di premialità attriibuite dalla Pubblica amministrazione.

La partecipazione all’incontro è gratuita ma si richiede l’adesione con la trasmissione di una mail all’indirizzo resp.sociale@pc.camcom.it.

Cos'è il Rating di legalità

Il Rating di legalità, approvato dal Parlamento alla fine del 2012, è lo strumento con cui l’Antitrust attribuisce un punteggio, da una a tre “stellette”, alle imprese virtuose che hanno un fatturato superiore ai due milioni di euro annui e rispettano una serie di requisiti giuridici e “qualitativi”. Per ottenere una “stelletta”, il titolare dell’azienda e gli altri dirigenti non devono avere precedenti penali per i reati di cui al Dlgs 231/2001 e per i principali delitti contro la pubblica amministrazione nonché per reati tributari. Nei confronti di tali soggetti, inoltre, non dev’essere stata iniziata l’azione penale per reati di stampo mafioso. L’impresa non deve aver commesso illeciti amministrativi dipendenti dai reati di cui al Dlgs 231/2001 e non deve essere stata condannata nel biennio precedente per illeciti antitrust e in materia di tutela del consumatore. L’impresa, inoltre, deve effettuare pagamenti e transazioni finanziarie oltre i mille euro esclusivamente con strumenti tracciabili. Per ottenere un punteggio più alto, il Regolamento indica altri sei requisiti: due “stellette” se ne vengono rispettati la metà, tre “stellette” se vengono rispettati tutti.

A cosa serve il Rating di legalità

Il Rating di Legalità permette di aprire alle aziende virtuose una corsia preferenziale nell’acquisizione degli incarichi da parte delle amministrazioni pubbliche, prefigurandosi quale fattore premiante in due momenti fondamentali e significativi nella vita di un’impresa: l’inserimento nel sistema dei finanziamenti pubblici e l’accesso al credito.

Del Rating assegnato dall’Antitrust, in base alla legge e al successivo DM 57/2014, "Si tiene conto in sede di concessione di finanziamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, nonché in sede di accesso al credito bancario”. In forza della stessa normativa “gli istituti di credito che omettono di tener conto del rating attribuito in sede di concessione dei finanziamenti alle imprese sono tenuti a trasmettere alla Banca d'Italia una dettagliata relazione sulle ragioni della decisione assunta".

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