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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Rosato: «La Mafia avrà una fine, ma non saremo noi a vederla»

Alla Società Dante Alighieri, analisi senza veli dell'ex questore Michele Rosato sulla Mafia

Dalla mafia alle mafie. La genesi della criminalità organizzata è stata l’argomento di conversazione scelto dall’eclettico presidente del Comitato piacentino della Società Dante Alighieri, Roberto Laurenzano, nell’ambito degli appuntamenti all’auditorium della Galleria Ricci Oddi. Ospite d’eccezione il dottor Michele Rosato, ex questore di Piacenza e di Verona, del quale è stata ricordata la grande professionalità unita alla propensione di affrontare anche le più difficili e rischiose situazioni di ordine pubblico, mirando all’obiettivo di evitare lo scontro fisico.
La nascita del fenomeno mafioso si colloca in un tempo in pratica corrispondente alla formazione dell’Unità d’Italia. È in questo periodo, infatti, che in Sicilia cominciano a verificarsi e a ripetersi con frequenza le manifestazioni caratteristiche di tipo delittuoso messi in atto da persone legate da rapporti a fine eversivi.

Lo Stato sottostima per lungo tempo il fenomeno non ritenendolo supportato da una organizzazione ben definita e sarà cosi sino agli anni sessanta del secolo scorso. Questa parziale inerzia   ha  permesso  ai mafiosi di allargare le loro ribalte criminose, il proliferare di vere e proprie organizzazioni delinquenziali quali ‘ndrangheta, camorra, sacra corona unita e altri gruppi eversivi gravitanti nelle loro sfere e caratterizzati da organizzazione verticistica e, quale comune denominatore, il dogma “il silenzio e il segreto”.

Ad imboccare la strada che avrebbe portato alla reale conoscenza del fenomeno fu anche Giovanni Falcone tra gli anni settanta e ottanta del secolo scorso, unitamente alla  stagione dei grandi pentiti di mafia aperta da Tommaso Buscetta. Solo allora lo Stato estendeva finalmente alle mafie il corpo di leggi applicate al terrorismo.  La  nuova fase della percezione del fenomeno mafioso, consentì alle Procure  di fare  progressi  nel campo delle acquisizioni probatorie quali intercettazioni telefoniche, esami bancari, patrimoniale ecc…

Alla fine degli anni novanta fu la  mafia a mutare i comportamenti: aveva infatti capito che la sua strategia mirata a uccisioni e stragi, allontanava quel consenso omertoso di cui fino ad allora aveva beneficiato in determinate aree e gruppi sociali.

In questi nostri anni  le organizzazioni criminali della Mafia siciliana, della Sacra Corona Unita,  della Camorra hanno ramificato in molte regioni italiane, in particolare in Lombardia, con una vera e propria colonizzazione nel tessuto socio - politico – economico. Si sono mosse privilegiando una sorta di “attività sommersa”’, dedicandosi alla gestione degli affari illeciti ed al reinvestimento dei proventi da questi derivanti, operando così una sorta di riciclaggio che immette sul mercato ingenti quantità di denaro a costo zero, creando attività commerciali e industriali contro le quali l’imprenditoria tradizionale può poco o nulla.

Imponenti flussi di guadagni vengono dal traffico internazionale di stupefacenti, dagli appalti delle grandi opere, dal pizzo, dall’usura e in modo molto significativo dal gioco d’azzardo e dalle cosiddette ecomafie, ossia la gestione delle discariche autorizzate o abusive, si riversano rifiuti speciali, tossici e nocivi.

Rosato ha quindi affermato che l’Italia gode di una legislazione anti mafia sicuramente di avanguardia, anche se l’applicazione pratica dimostra l’opportunità di alcune revisioni, in particolare in tema di “white list” per le aziende appaltatrici e di sburocratizzazione nei compiti ed azioni degli amministratori giudiziari dei beni confiscati. Ha poi tratteggiato  un bilancio dei risultati conseguiti a danno delle organizzazioni mafiose, sia con riferimento alle attività delle istituzioni e delle forze dell’ordine, sia con riferimento alla presa di coscienza del fenomeno da parte della società civile e della collettività più in generale. In questi ultimi decenni l’azione di contrasto delle istituzioni nei confronti delle organizzazioni criminali di stampo mafioso ha compiuto straordinari passi in avanti.  Le forze dell’ordine hanno arrestato migliaia di mafiosi, catturato pericolosi latitanti, sequestrato e poi confiscato, beni di valore elevatissimo. Ciononostante, le organizzazioni mafiose appaiono ancora tutt’altro che sconfitte e ancora radicate sui territori di origine e su quelli di molte provincie italiane.

La mafia sarà un giorno debellata?. Rosato ha risposto con le parole di Falcone “Come tutte le cose umane sarà destinata a finire” …  ma non ce la faremo senza il coinvolgimento della società civile. I giovani sono responsabilmente schierati contro le mafie e questo fa ben sperare, a lungo ci arriveremo, anzi ci arriveranno i nostri nipoti.

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