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Cronaca

Scuola San Lazzaro-Alberoni, un libro di cronache e testimonianze realizzato dagli studenti

I ragazzi delle classi quinte della primaria San Lazzaro Alberoni proiettano nel futuro il passato della loro scuola realizzando un libro ricco di cronache, documenti e testimonianze e dedicano a Giuseppe di Matteo il cortile inaugurando anche l'Albero della legalità Falcone e Borsellino" nello spazio verde scolastico

Hanno cominciato a parlare di me fin dal 1902, poi per un po’ si son perse le tracce, c’è chi pensava fossi la sede del Comune, chi spingeva l’occhio fin laggiù, oltre la strada c’era il Rio Milano dove le donne andavano a lavare i panni...

Inizia così la simpatica scenetta con la quale Davide, Bea, Giacomo, Filippo, Chiara, Sali, Luigi, Arianna, Elisa, Beatrice, Vale, Ian, Selma, Cami, Carlotta e Mari, Salma e Michael, Giosef e Malak. Marta e Giulia, Elisa C e Madian, Lorenzo e Kevin, Aicha e Tasnim, Emili e Matteo, Gio T e Gio C., Diego e  Sofia, Anni e Miriana, Mauro, Hasan e Elisa, le ragazze e i ragazzi delle classi VA e VB della Scuola Primaria “San lazzaro Alberoni” dell’anno scolastico 2015-2016, hanno dato voce all’edificio scolastico protagonista del loro libro “Storie nella storia, diamo voce al passato ... resterà per il futuro”, volume di 110 pagine, che si fregia del patrocinio del Comune di Piacenza, stampato grazie al sostegno della Banca di Piacenza.  Il parterre è d’eccezione ci sono i ragazzi di tutte le classi, il sindaco Paolo Dosi, gli assessori Tiziana Albasi e Giulia Piroli, la dirigente del II Circolo Paola Vincenti, il parroco don Silvio Pasquali, il vice direttore generale della Banca di Piacenza, Pietro Coppelli, nonna Vincenzina, il pedagogista Davide Tagliafichi, Anna Riva dell’Archiviodi Stato, Antonella Liotti per “Libera”, Pappa e Pero e le insegnanti Mary Rapaccioli e Michela Bianchi con altre colleghe.

Ma oggi -proseguono i giovani interpreti -è anche il giorno in cui dedichiamo questo cortile a Giuseppe di Matteo, un ragazzino rapito da una cosca mafiosa il 23 novembre 1992 e ammazzato nel 1996. A lui intitoliamo il nostro spazio per giocare e correre per ricordarci sempre che la legalità cresce insieme a noi piccoli cittadini responsabili. Dietro la palestra abbiamo piantato una magnolia: è il nostro albero della legalità dedicato auna persona speciale: il magistrato Giovanni Falcone, morto 24 anni fa con la moglie e la scorta sulla strada che porta a Capaci. All’albero abbiamo appeso i nostri messaggi di impegno a contribuire ad un mondo giusto e onesto; è una responsabilità che porteremo anche alle medie.Questo “albero della legalità” farà entrare la nostra scuola nel circuito degli alberi “Amici di Falcone e Borsellino”

Il lavoro svolto dai nostri bambini e dalle nostre bambine scrive nelle pagine inziali del volume la dottoressa Paola Vincenti, costituisce un ottimo compito unitario e reale, uno studio preciso e ragionato, una ricerca scientifica, una importante raccolta di documentazione. Così facendo la base dell'attività svolta non è più solo storia, ma è geografia, italiano, immagine, inglese, musica, matematica: è ricerca, è empatia e cooperazione. In questo modo hanno preso vita tante persone rimaste per molti di noi e per molto tempo, solo un elenco di nomi senza significato.

Il laboratorio di storia, che è alla base di questo volume – conferma Anna Riva, responsabile dell'attività didattica dell'Archivio di Stato di Piacenza - ha permesso un primo approccio con i documenti d'archivio, facendo capire ai ragazzi come sia indispensabile conoscere le fonti storiche, anche locali, per comprendere a fondo la storia e le vicende della scuola di San Lazzaro.  Agli alunni aver lavorato sui documenti originali con le loro insegnanti ha permesso un contatto diretto con la storia locale e un avvicinarsi alle corrette metodologie storiche. I documenti e la loro lettura sono stati lo spunto anche per un lavoro di scrittura creativa che ha portato gli studenti ad immedesimarsi con i protagonisti delle storie di oltre cento anni fa.

Conclude Davide Tagliafichi pedagogista esperto in progetti di partecipazione attiva e cittadinanza: conosco bene Mary e Michela, sono due maestre che hanno basato la loro didattica sulla cooperazione, facendone metodo che riveste ogni aspetto del loro operato e strumento offerto ai bambini per imparare e crescere insieme. Oltre alla serietà e al rigore storico-scientifico con cui hanno condotto la loro ricerca, mi preme sottolineare che l'hanno realizzata con il coinvolgimento e la collaborazione di tutti. Lavorare in piccoli gruppi, ognuno con il proprio compito, valorizzando le competenze e gli stili cognitivi di ognuno, a volte fermandosi per aspettare chi era rimasto indietro, ha permesso ai bambini di arrivare al traguardo e, quel che più conta, di arrivarci senza perdere nessuno. Mentre nel mondo odierno si avverte sempre più la stretta della competizione e dell'agonismo esasperato negli ambienti di lavoro, nello sport, nei rapporti tra individui, le maestre mantengono con i bambini una modalità relazionale differente, basata sull'aiuto reciproco, sulla disponibilità a cooperare con l'altro anziché superarlo.

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