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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Via Colombo / Via Cristoforo Colombo

«Vivo in un buco da 3 mesi». La città che nessuno vuole vedere

Inchiesta esclusiva de IlPiacenza.it. Abbiamo percorso la pista ciclabile lungo i binari della vecchia ferrovia per Bettola nel cuore della città. Ecco cosa abbiamo trovato

«Mi chiamo Ihya, ho 48 anni, sono malato e vivo qui dentro da 3 mesi». Chi parla è un uomo marocchino che dopo la fine del suo matrimonio con una donna italiana vive e dorme da tutto inverno in poco più di un metro quadrato in mezzo ai rifiuti e al degrado più totale. Ma non siamo chissà dove, siamo a Piacenza. Siamo però nella zona più degradata della città. Siamo in un posto di cui pochi sanno l'esistenza. E' un mondo parallelo, sotteraneo. Un posto che nessuno può o vuole vedere.

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La situazione della ciclabile ©Gatti/IlPiacenza

Via dei Pisoni: rifiuti sui binari ©Gatti/IlPiacenza

Degrado sottopasso della Littorina ©Gatti/IlPiacenza

Siamo in via dei Pisoni, ma non quella in superficie ma in quella "sotterranea". Siamo sui binari della vecchia Littorina per Bettola. Siamo in un luogo che i piacentini forse non conoscono pur passandoci sopra decine e decine di volte. Un luogo deliberatamente ignorato da molte amministrazioni comunali. Un luogo che è alle porte del centro, a pochi metri da via Colombo (che il Comune sta riqualificando) a pochi metri da Piazzale Roma e via La Primogenita, ogni giorno trafficate da centinaia e centinaia di auto.

Parallela alla pista ciclabile, lasciata al più totale abbandono e della quale parleremo più avanti, ci sono questi binari. E' c'è la "casa" di ques'uomo. Non ci accorgiamo subito di lui, perchè a nessuno verrebbe mai in mente che in un buco nel muro qualcuno possa dormire. Quello di cui però ci accorgiamo subito è che siamo di fronte ad un vero e proprio scandalo. Ci sono centinaia di bottiglie di alcolici vuote e rotte, rifiuti di ogni genere, biciclette, siringhe usate, copertoni, bancali, tappeti, vestiti, scarpe, un carrello di ferro di un supermercato, bidoni in ferro etc. Tutto questo disseminato per decine e decine di metri sui binari fino al loro termine, ossia in fondo a via dei Pisoni, dove c'è il parcheggio dei pendolari.

La concentrazione maggiore di spazzatura si trova esattamente sotto il chiosco di panini e bibite. Viene da pensare che chi prende da bere lì poi getti le bottiglie vuote giù sui binari. Nel nostro cammino troviamo anche una carta di identità e una tessera sanitaria. Nel vecchio sottopassaggio ce n'è per tutti i gusti, cavi elettrici, tubi, muri scrostati, pali in ferro arruginiti e pericolanti, cartelloni della Soprintendenza per i beni archeologici dell'Emilia Romagna, resti di presenza umana (segno inequivocabile che in questo posto la gente ci vive o ci passa del tempo), murales, graffiti, disegni, oltre ai rifiuti "classici" ovviamente. Ci andiamo verso le 3 del pomeriggio. C'è il sole. Sulla pista ciclabile che passa esattamente parallela ai binari in un'ora sono passate 2 bici e 2-3 persone in tutto. E viene quasi spontaneo dire: «Per forza, visto lo stato in cui è».

La pista ciclabile inizia esattamente in via dei Pisoni accanto a quel caseggiato di cui ci eravamo occupati qualche tempo fa, passa sotto via Colombo, per poi arrivare in via IV Novembre all'incorcio con via Patrioti. La pista da una parte ha i binari e dall'altra quel cantiere edile (abbandonato da anni) che ha portato alla costruzione di quel complesso residenziale rosso che si affaccia su piazzale Roma. Cantiere nel quale si può facilmente accedere perchè non c'è niente che ne delimiti i confini (come si vede dalle fotografie). Questa stradina che dovrebbe essere usata dai pedoni e dalle bici è stata lasciata andare: ci sono buche, pali di ferro arrugginiti e rifiuti di ogni tipo, e scorre nel sottopasso della ex Littorina per Bettola.

E viene quindi da chiedersi: Quanta gente può avere il coraggio di passarci di sera (ma anche di giorno)? Forse è meno rischioso passare nel traffico in superficie. Perché a pochi metri dal centro, ma anche se fossimo in periferia varrebbe lo stesso discorso, si è permesso che si creasse un luogo di degrado e insicurezza come questo? Perché nessuno vede (o vuole vedere) quanti rifiuti ci sono?

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