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Arp di Gariga: la fusione con Casalasco ottimizza lo stabilimento

Al via la campagna di trasformazione con nuovi impianti ed implementazione delle rilavorazioni, con benefici effetti anche sull'occupazione

E’ stato uno dei primi stabilimenti di trasformazione del pomodoro ad aprire i battenti, il 25 di luglio, ed oggi, dopo un inizio un po’ a rilento dovuto al ritardo di maturazione delle precoci, l’Arp di Gariga si sta avviando verso il pieno regime che raggiungerà la prossima settimana quando entreranno in funzione le ultime due linee produttive delle otto già in funzione, 38.000 tonnellate al giorno fino a 40.000, per un obiettivo di 225.000 tonnellate di trasformato, per complessive 500.000 tonnellate previste dal gruppo Casalasco negli stabilimenti di Rivarolo e Fontanellato. La fusione con il gruppo che commercializza il rinomato marchio Pomì, ad onta delle “sibille cumane” che ipotizzavano chissà quali tragici scenari per la storica cooperativa piacentina, ha generato nel frattempo 3 milioni e mezzo di Euro di investimenti nello stabilimento di Gariga, segnale inequivocabile che si punta a potenziare e non dismettere una struttura a dir poco strategica per l’economia agro-alimentare piacentina.

La maggio novità (in una struttura che già può vantare modernissimi impianti di trasformazione) riguarda la zona dove viene conferito il prodotto, nella quale già avviene una prima selezione del pomodoro. In pratica non viene più stoccato come in precedenza nelle vasche (ormai obsolete), “ma lavorato - spiega il direttore dell’Arp Stefano Spelta- in continuo. Viene scaricato in canali e quindi subito analizzato sui primi nastri trasportatori, con i selettori ed i calibratori. Il migliore viene convogliato verso le linee per polpe e cubettato (il 65% della produzione totale), il resto per passate e concentrato. Seguono ulteriori cernite, sempre gestite in modo automatico”. Grande attenzione come sempre verso lavorazioni eco-compatibili: già da anni è in funzione un potente depuratore; ora la prima acqua dove vengono versati i pomodori per il preliminare lavaggio, viene subito sgrondata; la rimanente viene utilizzata per le primissime fase di selezione ed ulteriore ripulitura delle bacche.

“Si tratta- chiarisce Spelta- di un impianto con ulteriori significative potenzialità di utilizzo, 300.000 tonnellate. contro le 220.000 attuali. Ha comportato un costo di circa 3 milioni di Euro, sia per la parte edile, come per l’impiantistica”. All’interno della fabbrica sono previste nuove linee produttive che entreranno in funzione a metà del prossimo anno per le rilavorazioni; proprio in questo giorni si stanno definendo le destinazioni finali del prodotto; si tratta in ogni caso di un potenziamento delle attività di Arp decise dalla dirigenza in piena sintonia con i soci e che saranno foriere di buone prospettive occupazionali. Attualmente in Arp lavorano circa 300 persone di cui 250 stagionali.“La fusione tra Arp e Casalasco- commenta Spelta- ha sicuramente generato un rapporto organizzativo ottimale, con reciproca sinergia delle attività”.

Un’operazione dunque salutata positivamente dalla stragrande maggioranza dei soci, benaccolta sia dai dipendenti, che dagli amministratori e soci di Casalasco “che hanno riposto- chiosa Spelta- fiducia in Arp e nelle sue maestranze, così come i soci piacentini che, con lungimiranza imprenditoriale, pur in un momento difficile per il mercato- hanno mantenuto o implementato gli ettari investiti e sottoscrivendo le quote di capitale sociale, garantendo sia gli sviluppi a medio e lungo termine, che per l’annata in corso dove, per il momento, il mercato si prospetta un po’ problematico, con prezzi non aderenti ai reali valori del prodotto. Si è trattato comunque- conclude Spelta- di una scelta lungimirante, sempre puntando sulla qualità, grazie alla professionalità dei soci e che consente di gestire sempre meglio un marchio come Pomì, leader del comparto. Il tutto con stabilimenti dove è sempre in primo piano la sicurezza alimentare, l’attenzione all’ambiente e l’etica del lavoro”.

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