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Economia

Deroga set Aside: il decreto del Mipaaf attua la decisione della commissione Ue

Franzini: «Bene, ma attenzione perché le coltivazioni realizzate in deroga non potranno essere assicurate né godere di aiuti accoppiati»

È stato pubblicato sul sito del Mipaaf il Decreto ministeriale 8 aprile 2022, n. 163483 che, in attuazione della Decisione di esecuzione della Commissione europea n. C (2022) 1875 del 23 marzo 2022, definisce i provvedimenti di deroga relativi alla domanda unica (PAC) 2022 e finalizzati ad aumentare la produzione agricola per fronteggiare la crisi di approvvigionamento susseguente alla guerra russo-ucraina. Di fatto il DM non presenta sorprese, perché non fa altro che riprendere le deroghe previste dalla Commissione Europea con il provvedimento del 23 marzo scorso.

«Solo per il 2022 – spiega Susanna Franzini, responsabile dei Servizi Tecnici di Confagricoltura Piacenza - le superfici lasciate a riposo (set-aside) possono essere considerate una “superficie distinta”, ossia superfici che concorrono a rispettare la diversificazione, per le aziende obbligate, anche se sono coltivate o se sono utilizzate per il pascolo o per la raccolta a fini produttivi». In base al decreto, le superfici lasciate a riposo possono essere considerate aree EFA (ossia Aree di Interesse Ambientale) anche se utilizzate per pascolo o raccolta o coltivate. «Sulle superfici a set-aside utilizzate per la coltivazione (o come pascolo e raccolta) – precisa Franzini - è consentito l’utilizzo di prodotti fitosanitari; le superfici a leguminose EFA per potere essere trattate ed usufruire della deroga devono però essere dichiarate come superfici ritirate dalla produzione. Va tenuto in conto, inoltre, che le coltivazioni realizzate in deroga, sulle superfici ritirate dalla produzione, non potranno essere assicurate (con polizze agevolate) e non potranno godere di eventuali aiuti accoppiati o di eventuali aiuti per le filiere e PSR». Non ultimo, il decreto precisa che la deroga non può essere applicata alle superfici ritirate dalla produzione che siano oggetto di impegno in misure PSR. «Con il decreto sono stati chiariti molti aspetti – conclude Franzini - ma restiamo in attesa delle prescrizioni tecniche che il Ministero definirà dopo la costituzione di un’apposita commissione tecnica».

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