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Fedex-Tnt, i lavoratori decideranno il loro futuro in un’assemblea a Calendasco

L’appuntamento è previsto per venerdì 1 ottobre alle 10.30. Cgil, Cisl e Uil: «Sceglieranno se trasferirsi negli altri hub del gruppo o accettare l’incentivo all’esodo»

Quale sarà il destino dei 265 lavoratori piacentini della società “Alba Srl”, rimasti senza lavoro dopo la chiusura, improvvisa, nel marzo scorso, dell’hub logistico del gruppo Fedex-Tnt di Piacenza? Saranno loro stessi a deciderlo, messi di fronte ad alcune possibilità, frutto di un ipotesi di accordo che Cgil, Cisl e Uil hanno trovato con la multinazionale, dopo una lunga e faticosa trattativa.

Nelle scorse ore i tre sindacati, nazionali e locali, hanno firmato a Roma un’ipotesi di accordo che verrà vagliata dai lavoratori durante un’assemblea pubblica, organizzata venerdì 1 ottobre alle 10.30 a Calendasco, nel capannone dedicato a “Rita Atria”, sede di “Libera”, nell’area industriale.

«Accordo – ha ricordato Massimo Tarenchi (Filt Cgil) – che viene dopo la disgraziata situazione che si è verificata dopo la chiusura improvvisa di Fedex-Tnt. La trattativa è stata alla luce del sole e presenta elementi migliorativi. Non l’abbiamo firmata sulla testa dei lavoratori: saranno loro a decidere. Noi volevamo trovare una soluzione a una situazione difficile».

Come già detto, sono 265 che stanno per perdere il posto di lavoro. L’ipotesi prende in considerazione la ricollocazione di 51 lavoratori negli altri siti Fedex-Tnt di Bologna, Firenze ed Ancona. Per tutti gli altri è previsto un incentivo economico all’esodo. Chi ha più di dieci anni di anzianità riceverà fino a 48mila euro («sono il 98% di quel sito», fanno sapere Cgil, Cisl e Uil). Per quelli sotto ai 10 anni di lavoro, la cifra è di 28mila e 500 euro. Inoltre, è previsto un piano di formazione per il ricollocamento. E se Fedex-Tnt aprirà mai in futuro un nuovo hub piacentino, questi lavoratori avranno la precedenza per l’assunzione.

«Per alcuni mesi – è intervenuto anche Salvatore Buono (Fit Cisl) - abbiamo voluto salvare l’hub di Piacenza, invece che pensare agli incentivi per i lavoratori della cooperativa Alba. L’obiettivo era cambiare il piano industriale e rivedere la decisione sul nostro territorio. Purtroppo la scelta di chiudere il sito piacentino è stata ribadita in ogni sede, con fermezza, dall’azienda. Da quel momento abbiamo lavorato per alleviare la problematica: ci rendiamo conto che questo è un rimedio, non una soluzione». Buono ha sottolineato che l’azienda stanzierebbe così 16 milioni di euro per questo piano: «Ci sembra il minimo alla luce della chiusura dell’impianto di Piacenza».

L’ultima parola spetta ai lavoratori, attualmente in cassa integrazione, a casa da tempo. «Saranno loro ad esprimersi su questo accordo – ha detto ancora Buono, insieme a Constantin Craciunescu della Uil Trasporti - Sarà il singolo a decidere sul suo futuro. Il 31 ottobre, inoltre, scade il blocco dei licenziamenti e per ora non si parla di una proroga. Quindi abbiamo cercato di arrivare a una risposta prima di questa data».

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