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Non c’è l’intesa sul pomodoro, Cia: «Occorre ridurre le superfici coltivate»

Girometta, presidente della Cia: «L’unica soluzione per non produrre in perdita». Rottura nella trattativa per il prezzo del pomodoro

«Agricoltori: l’unica soluzione è ridurre le superfici investite a pomodoro, perché altrimenti produrre in perdita significa insicurezza per tutti». Il pressante invito proviene dal presidente della Cia di Piacenza, Fabio Girometta, di fronte alla rottura della trattativa, con la parte industriale che ha offerto 12,5 euro al quintale, con una “scaletta” peggiorativa che può far scendere il prezzo fino al 30%, quando lo scorso anno l’accordo prevedeva 15 euro al quintale ed una scaletta che poteva far salire il prezzo fino al 23%.

«La parte industriale paventa un aumento delle superfici e quindi un eccesso di prodotto, con una parte gli agricoltori che, sembra, vogliano procedere in ordine sparso aggirando le Op nella programmazione ed interfacciandosi direttamente con le industrie, con la volontà di produrre di più, forse allettati dal prezzo dello scorso anno che tuttavia – spiega Girometta- è derivato da una situazione molto differente, quando le fabbriche erano senza scorte; pertanto coloro che vogliono aumentare i trapianti, rischiano inevitabilmente in questa fase, di abbassare drasticamente il prezzo di riferimento».

Con i costi che sono ulteriormente lievitati, tutti, tranne quelli (per ora stabili) di concimi e fertilizzanti; ma sono lievitati soprattutto quelli assicurativi, perché le compagnie dopo lo scorso anno dove hanno pagato somme ingenti, hanno aumentato il costo delle polizze.

«Quella industriale - prosegue Girometta - è quindi una proposta antieconomica, soprattutto perché, considerato l’attuale contesto economico, i costi e le incertezze climatiche a cui è esposta una coltura così impegnativa, l’offerta è assolutamente disincentivante; con una base di questo tipo è opportuno non coltivare. Ed anche le O.P. in questa situazione devono sapere fare le programmazioni in modo concorde e trasparente, gestendo l’offerta dei soci e arrivare alle trattative con precise indicazioni su riduzioni di superfici pro-quota per ogni socio, per avere dati precisi ed attendibili».

«Dunque - conclude Girometta- se potremo produrre senza essere penalizzati, è essenziale che ogni agricoltore riduca la propria superficie coltivata e la indirizzi verso altre coltivazioni in base alle peculiarità pedo-climatiche della propria azienda ed alle offerte dei mercati, altrimenti il tanto celebrato sistema del pomodoro piacentino, rischia di decadere».

Dunque l’accordo quadro 2023 non deve più essere un riferimento; «bisogna ripartire dalla situazione attuale dei mercati e dei fabbisogni e soprattutto- soggiunge Girometta- dobbiamo continuare a muoverci in modo aggregato e organizzato, altrimenti è inevitabile perdere potere negoziale e non si recupereranno neppure le spese».

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