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Economia

Farmers’ meeeting: l’Oi Pomodoro Nord Italia si è confrontata con le principali filieri mondiali

A Collecchio (Parma) si è tenuto un congresso mondiale sulla filiera del pomodoro. Illustrate ai presenti le caratteristiche delle filiere di Grecia, Portogallo, California e nord Italia. Ha partecipato all'incontro anche l'Oi Pomodoro Nord Italia

Le filiere del pomodoro da industria a confronto. Tecniche, strategie e progetti per perseguire sostenibilità, competitività e produttività, il tutto illustrato da rappresentanti delle filiere di Grecia e Turchia, Portogallo, California e Nord Italia a poche settimane dall’inizio della campagna 2014. Ha offerto tanti spunti di riflessione il “Farmers’ meeting”, conferenza del World Processing Tomato Congress ospitato alla Corte di Giarola di Collecchio (Parma), promosso e sponsorizzato da Regione Emilia Romagna e Oi Pomodoro Nord Italia. L’incontro è stato moderato dal vicepresidente di Amitom Antonio Casana.

Il primo focus ha riguardato le filiere greca e turca. «In Grecia – ha spiegato Konstantinos Sotiropoulos, plant manager di Copais – si è avuto un netto calo della produzione in pochi anni. Si è passati da 1 milione e 200mila tonnellate del 1999 alle 360mila tonnellate del 2011. Nel 2013 si sono prodotte 425mila tonnellate e per il 2014 è previsto un incremento tra il 15 e il 20% rispetto al 2013. Il prezzo (franco stabilimento di trasformazione) oscilla, a seconda del brix, da 73 euro/tonnellata con un brix del 3,99, a 106 euro/tonnellata con un brix superiore a 5,6». Per quanto riguarda la Turchia, Sotiropoulos ha parlato di una previsione per il 2014 di 30mila ettari di coltivazione di pomodoro con prezzi che oscillano tra 80 e 87,4 euro per tonnellata arrivo stabilimento: in questo caso le superfici sono in netto calo.

Si è poi passati ad analizzare la realtà portoghese con Gonzales Escudeiro e Filipe Borba, rispettivamente segretario generale e presidente dell’Op Torriba. «In Portogallo – ha spiegato Escuderio - sono operative 19 organizzazioni di produttori e 9 industrie di trasformazione. Per il 2014 l’area coltivata a pomodoro sarà di 17.389 ettari per una produzione prevista di 1.558.585 tonnellate e una resa, sempre secondo le previsioni, di 89,63 tonnellate per ettaro, con un prezzo di 80 euro a tonnellata (reso stabilimento) per un range di brix di 4,80-5,20, e una variazione in più o in meno del 20% per le fasce di brix superiori o inferiori alla fascia centrale».

 Lo scenario californiano è stato presentato da Charles Rivara, direttore del California Tomato Research Institute. Nello stato americano si coltivano circa 100mila ettari, la capacità produttiva è pari a circa 12,7 milioni di tonnellate e il prezzo per quest’anno è di 68 euro/tonnellata (franco campo). «Gli aspetti positivi dello scenario californiano – ha sottolineato Rivara – sono le notevoli economie di scala, la professionalità degli agricoltori, un sistema di irrigazione efficace, anche se costoso (con irrigazione a goccia con impianti sottosuolo e almeno tre anni con la stessa coltura), un clima favorevole (la raccolta dura oltre tre mesi) e un alto grado di competitività tra i componenti della filiera. Di contro problemi arrivano dal costo di carburanti, energia, fertilizzanti e terreni, dalla presenza di patologie, e soprattutto dalle problematiche crescenti per la risorsa idrica (con coltivazioni alternative più remunerative, quali mandorli e pistacchio), oltre che da una crescente introduzione di vincoli ambientali». Infine lo scenario del Nord Italia è stato presentato dal professor Gabriele Canali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, consulente dell’Oi Pomodoro Nord Italia. Come già reso noto, nel Nord Italia è prevista una produzione intorno ai 2.400.000 tonnellate con un prezzo di riferimento di 92 euro a tonnellata. Tra i temi aperti nel Nord Italia quello della valutazione del pomodoro alla consegna. Negli ultimi due anni l’Oi ha istituito un gruppo di verifica permanente con tecnici dell’Oi che nel corso della campagna hanno compiuto visite negli stabilimenti di trasformazione per verificare il buon andamento dell’attività di valutazione della materia prima consegnata dagli agricoltori. In chiave futura l’Oi sta valutando la costituzione di un ente terzo che gestisca direttamente la valutazione della materia prima in modo indipendente, come avviene già da tempo in California e in Spagna, e come stanno studiando anche in Portogallo. Quest’ulteriore elemento potrebbe contribuire a migliorare ulteriormente sia la trasparenza che la competitività della filiera.

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