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Colombo: «A Roma lamenti inutili. Ma i giovani sono esasperati»

Intervista a "il Piacenza" dell'ex magistrato Gherardo Colombo, in Sant'Ilario in un incontro con le scuole: «Da deplorare gli eventi di Roma. Ma si è persa stima e fiducia in chi governa. E allora scatta la sovversione»

colombo_1Gherardo Colombo, l’ex pm di Mani Pulite in mattinata ha incontrato a s. Ilario un centinaio di studenti delle scuole superiori di Piacenza e Correggio (R.E.) e dialogando con loro su tanti temi. Il fatto più interessante è come l’ex magistrato ha stregato l’intera platea, stimolando domande, interventi, cogliendo i disagi le preoccupazioni che i giovani studenti manifestavano.

Il suo girare tra i ragazzi, sedersi tra loro, scherzare, ridere ha reso l’atmosfera rilassata, che ha permesso agli studenti di aprirsi e di avere stimoli per darsi risposte da soli. Questo non capita spesso quando le scuole portano le classi a incontri organizzati, non capita perché molto spesso gli incontri sono frontali, da una voce autorevole sola per tante che non possono esprimersi, ed è proprio questo il nodo fondamentale della “missione” di Colombo. Infatti l’ex pm dopo aver lasciato la magistratura nel 2007 ha iniziato questo percorso di educazione alle legalità, al ragionamento, alla riflessione incontrando migliaia di ragazzi e bambini in giro per l’Italia cercando di coinvolgerli in un dialogo costruttivo sfatando luoghi comuni, credenze popolari che diventano morbo nelle menti ancora giovani e in formazione. Ecco cosa ha detto in una chiacchierata con il Piacenza.

Cosa pensa della situazione attuale politica che ha poi portato ai recenti scontri a Roma?

Ritengo che il fine non possa mai giustificare i mezzi, penso che le violenze a cui ho assistito e di cui ho letto solo dai giornali siano da condannare, non sono quelli i mezzi utili al cambiamento. Quello che ho visto e che vedo sono solo lamenti che non portano a nulla. Occorrono proposte, occorre che i giovani se non vogliono certe cose come la riforma Gelmini, intanto la leggano per intero e che poi facciano proposte concrete, che si facciano sentire, coi mezzi appropriati. Che dimostrino di avere uno spirito critico, un bagaglio di pensieri, di competenze, lamentarsi non serve a nulla.

Allora perché si è assistito a tanta rabbia?

Perché si è persa fiducia, stima di chi dovrebbe governare nell’interesse del paese. E’ come il professore che pretende che in classe si spengano i cellulari e poi tiene acceso il suo, in quel momento sta insegnando una società di tipo “verticale”, non “orizzontale”, una società che vuole solo obbedienza e non persone pensanti. Perché l’esercizio della funzione pubblica funzioni occorre che le persone abbiano fiducia, altrimenti la sola cosa che rimane da fare è la disobeddienza, la sovversione, come in questi giorni.

Pensa le stesse cose quindi dell’attuale sistema scolastico e della situazione della scuola vista l’età dei manisfestanti?

Sì certo, in Italia la scuola funziona male, non da poco, ma da tempo, non si insegna a pensare, all’educazione alla riflessione, alla libertà, alla cultura, si pensa a creare e a formare menti che obbediscano e non che pensino. E poi ci vogliono risorse che ora sono indirizzate altrove e non al sistema scuola. Bisogna che i ragazzi leggano, studino, abbiano interessi, non si stufino mai di sapere, di voler sapere. Saranno loro gli adulti di domani, che porteranno istanze di rinnovamento, proposte concrete che possono derivare solo dallo studio e dall’impegno.

Perché in Italia succedono cose che altrove, che in altri stati, europei per esempio non accadono?

Purtroppo la causa di questo non è una ma sono tante, storiche, chiaramente, dalla frammentarietà del nostro territorio dominato da tante e differenti potenze che avevano istituzioni che imponevano regole e leggi ai territori conquistati, è da qui che nasce il non riconoscere le istituzioni, non voler rispettare le leggi che non si sentono proprie, che ci si sente imposte, e da qui ne consegue un circolo vizioso che dura fino ad oggi. In Italia siamo immaturi, siamo ancora “bambini” che delegano ad altri.

Ha poi parlato della nostra costituzione e di come nel primo articolo non ci sia scritto “fondata sulla libertà” ma invece “fondata sul lavoro”, “sì perché - spiega - lavoro deriva da labor che in latino significa impegno, senza impegno non c’è democrazia, questo intendevano i nostri padri costituenti”. Tante domande, tanto interesse, tanta voglia di cambiare, di parlare di discutere, un bellissimo esempio questo di oggi di come si possono fare tante da e per i giovani, l’associazione "La Fenice", organizzatrice dell’evento è composta da ragazzi che non arrivano ai 30 anni, come è possibile parlare coi giovani e stimolarli, cercando di formarli alla “libertà”, al pensiero e non all’obbedienza.

L’incontro con Colombo è solo il primo incontro di un ciclo di incontri che l’associazione "La Fenice" ha in programma di realizzare nel corso dell’anno, con altre personalità molto importanti come Nicola Gratteri e Capitano Ultimo. Pietro Panni, presidente dell’Associazione, spiega come l’intento è quello di stimolare la riflessione critica, di creare uno spazio di esercizio attivo della cittadinanza, con e per i giovani. L’associazione è attiva sul territorio piacentino da tre anni ormai e ha all’attivo molte iniziative come la partecipazione ai tre Festival del Diritto, incontri al liceo artistico Cassinari e simposi al Caffè Letterario Baciccia.

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