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Politica

Area vasta nella sanità, in consiglio lite tra maggioranza e Movimento 5 Stelle

Seduta di consiglio aperta quella del 19 gennaio sul futuro della sanità piacentina. In aula scontro tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico. Quagliaroli: «In regione i costi sono alti perché si danno tangenti ai politici». Borotti (Pd): «Per governare dovete prendere i voti e mangiare tante pastasciutte». Molinari (Pd): «Ci vuole rispetto, dite menzogne»

Consiglio comunale in seduta aperta – vale a dire, con facoltà di intervento per le persone invitate in via istituzionale – quello di lunedì 19 gennaio. All’ordine del giorno, il dibattito sulla situazione della sanità piacentina – con particolari riferimenti all’idea di un’area vasta - richiesto in modo trasversale da 22 consiglieri appartenenti a formazioni politiche diverse.  L’invito è stato indirizzato ai consiglieri regionali piacentini, nonché al presidente della Provincia Francesco Rolleri, al sindaco di Castelsangiovanni Lucia Fontana (assente l’influenzato Giovanni Compiani, sindaco di Fiorenzuola), al direttore generale vicario dell’azienda Usl Guido Pedrazzini (accompagnato da due funzionari) e alla Consulta che si occupa di Sociale, Salute, Famiglia, Immigrazione, Mondialità e Pari Opportunità, che potrà contare su due rappresentanti.

«I consiglieri hanno capito che sta cambiando qualcosa – ha esordito il consigliere della Lega Nord Massimo Polledri -, in quella che è la principale azienda piacentina, l’Ausl, con oltre 3mila dipendenti. Troppo spesso ci sono state invasioni di campo nella sanità, qualcuno ha spesso fatto il lavoro dell’altro. Piacenza vive una buona situazione per quanto riguarda i risparmi nel settore se si guarda alle province vicine. C’è stato un taglio da 1500 posti letto e mille dipendenti in Regione, con una conseguente diminuzione dei servizi erogati. Si è “tirata la cinghia”, ma fino a che punto possiamo diminuire? I risparmi sono “forti”, la media regionale dei costi è di 1810 euro per ogni emiliano romagnolo: noi piacentini costiamo 1744 euro. L’idea di un’area vasta mette insieme realtà molto diverse tra loro: ci sono differenze tra i costi di Parma e i nostri. Il sistema può sopportare altri tagli e accorpamenti?». Polledri si è detto molto preoccupato sul progetto di un’area vasta. «Potrà un’unica direzione generale – si chiede - gestire 4-5 ospedali, da Reggio Emilia fino a Bobbio? La politica piacentina deve arrivare prima su queste riflessioni».

«La nostra Ausl è virtuosa - ha subito risposto il direttore generale vicario dell’Ausl Guido Pedrazzini -, il percorso fatto dall’azienda in tema di confronti e rapporti – mi riferisco soprattutto alle Conferenze socio-sanitarie - è iniziato non da ieri ma dai primi anni Duemila. I dialoghi sono stati sempre positivi e costruttivi. I posti letto sono calati rispetto ai decenni scorsi, ma la degenza media dei pazienti è diminuita con essa. Ci sono 3,8/3,9 posti letto per 1000 abitanti, mentre i dipendenti sono incrementati qua a Piacenza rispetto alle altre aziende regionali, proprio per l’attenzione riservata nei nostri confronti. In ematologia – per fare un esempio – gli investimenti sono stati importanti negli scorsi anni per quanto riguarda le tecnologia, difenderemo tutto questo e siamo ottimisti. I lavori su Fiorenzuola stanno andando avanti: l’ospedale verrà riaperto, sarà più efficiente e in grado di dare più risposte ai bisogni dei cittadini. Ci siamo dedicati recentemente alla costituzione delle Case della Salute: qua faremo entrare professionisti in nuovi percorsi».

Il presidente della Provincia Francesco Rolleri ha riportato le novità emersa dall’ultimo incontro avuto con il presidente della Regione Stefano Bonaccini, incontro avvenuto lo scorso 16 gennaio. Il governatore intende far partire da marzo una sperimentazione sulle Ausl provinciali in funzione del progetto di area vasta. Ancora non definita se l’area vasta che riguarda Piacenza comprenda – oltre a Parma – anche Modena e Reggio Emilia. Rolleri vuole portare avanti questo discorso con la più ampia condivisione possibile. «A Piacenza negli ultimi anni – è invece il commento del consigliere regionale Gian Luigi Molinari – si è fatta fatica a dialogare di sanità, mentre si è polemizzato molto sui giornali: così non si riesce a entrare nei problemi specifici. Bisogna discutere nelle conferenze socio sanitarie e confrontarsi. Con il nuovo assessore regionale dovremo parlare dei problemi del nostro territorio». Critica verso il progetto Lucia Fontana. «L’auspicio – ha dichiarato il sindaco di Castelsangiovanni e presidente del distretto di ponente - è che si implementeranno i presidi dei distretti piacentini, mantenendo alta la qualità. La riorganizzazione dell’area vasta mi preoccupa: rischiamo di perdere le peculiarità dei nostri servizi. L’area vasta presenta delle criticità, una politica di questo tipo potrebbe penalizzare un territorio virtuoso come il nostro».

 «La guardia medica è importante, ma non è un’emergenza – ha spiegato il presidente dell’ordine dei medici Augusto Pagani – dove i numeri non sostengono i servizi, è giusto rivedere la loro distribuzione sul territorio. Ci sono ospedali piccoli in Italia che ora verranno chiusi, ci devono essere numeri di servizi e interventi per giustificare il mantenimento. Per ora non sappiamo molto sull’area vasta, perciò è normale che ci siano preoccupazioni e timori». Ha parlato del pericolo del “gigantismo fine a sé stesso” il rappresentante della Consulta Renato Dapero. «Non è detto che aree vaste, strutture allargate, grossi ospedali, funzionino meglio che i piccoli presidi di montagna». Dapero ha rilanciato anche l’idea di un polo universitario dedicato alla medicina nella nostra città.

«Ogni volta che sentiamo parlare di area vasta – ha preso la parola il sindaco Paolo Dosi - c’è timore a Piacenza. In Regione sono ben informati dei nostri timori al riguardo, in particolare nell’ambito sanitario. C’è la volontà non solo di preservare le eccellenze piacentine, ma di estenderle anche ad altri territori, in cambio di altre specificità. Nei prossimi giorni la giunta regionale illustrerà le sue linee programmatiche: lì capiremo cosa s’intende per “area vasta”. Io e Rolleri con Bonaccini abbiamo messo le mani avanti: il territorio piacentino non verrà emarginato né sulla sanità, né su altri servizi primari come il trasporto pubblico, il servizio idrico e la gestione dei rifiuti. È giusto anticipare le nostre preoccupazioni, ma dobbiamo ragionare sulle proposte della Regione».

Maria Lucia Girometta (Forza Italia) ha elencato alcuni problemi della sanità piacentina come la mancanza di alcuni strumenti, posti letto, i ritardi nella risposta del 118 e l’eliminazione di alcune guardie mediche, chiedendo inoltre quale sarà la rappresentanza piacentina nell’area vasta. Marco Colosimo (Piacenza Viva) ha invece ripreso gli interventi di Molinari e Rolleri. «Non incominciate a dire che ci sono titoli sui giornali, barricate delle opposizioni, polemiche inutili. Ditelo voi quali sono gli obiettivi da raggiungere: se farete il giusto, sarò dalla vostra parte».

«Se veniamo coinvolti in un’area vasta – è il parere di Filiberto Putzu (Forza Italia) - ci mangiano. Arriveranno i pazienti da Parma e Reggio? Credo che sarà il contrario. La fuga dei pazienti verso la vicina Lombardia sarà maggiore. Piacenza ha gestito le risorse in maniera oculata, non si è mai fatta rimproverare: Bologna ci ha sempre considerati la periferia dell’impero, invece che realizzare da noi un polo sanitario efficiente. Alla Regione sta bene che noi rimaniamo così e l'entrata nell’area vasta sarà un risparmio sui costi e basta». Putzu sprona la politica a intervenire al riguardo. «Siamo espressione dei cittadini, è giusto dire la nostra sull’argomento. Ci sono questioni di cui discutere, come ad esempio l’accesso degli stranieri ai nostri servizi, accesso molto spesso che non prevede alcun pagamento di ticket. Abbiamo inoltre il tallone d’Achille delle liste d’attesa, troppo lunghe».

Ma è stato l'intervento della grillina Mirta Quagliaroli a infiammare il dibattito. «Vogliamo scegliere se costituire o no questa area vasta – ha sottolineato il capogruppo del Movimento 5 Stelle  -, illustrando tutte le mancanze dell’Ausl di Piacenza negli ultimi anni, in particolare la vicenda dell’ospedale di Fiorenzuola». Quagliaroli ha riportato in consiglio esempi di “unioni” non andate a buon fine, ha elencato le situazioni problematiche derivanti da alcuni “scandali” emersi in questa Regione, come gli appalti pilotati a Modena e i problemi giudiziari a Ferrara. «Per Piacenza l’area vasta sarà una sottomissione. In Regione fanno quello che vogliono: lo dimostra l’assenza di oggi dell’assessore regionale alla sanità. Questi rendono conto solo al loro partito. Che ne sarà delle strutture di Bobbio, Villanova, delle guardie mediche? A Cortemaggiore è stato trasformato l’ospedale in Casa della Salute dopo aver speso tanti soldi. In Regione sono stati buttati tanti soldi, probabilmente usati per tangenti ai politici: su diversi casi sta infatti indagando la magistratura come a Ferrara e Modena».

Ha invece richiamato il valore dell’intervento politico nei temi della sanità il consigliere Pd Stefano Borotti. «Vogliamo partecipare – ha detto Borotti -  e proporre soluzioni. I tecnici non sempre controllano bene. Non ci sono solo rischi nell’ipotesi dell’area vasta, ci sono anche grandi opportunità. Non faccio difese pessimiste, piagnone e pessimiste sull’argomento. La descrizione di Quagliaroli non esprime la realtà: la mia parte politica ha amministrato questa Regione e l’ha portata ad essere tra le migliori d’Europa. Ci sono illazioni di pessimo gusto da parte del Movimento 5 Stelle. I grillini devono fare tre cose: prendere i voti, incominciare a voler amministrare e mangiare un po’ di pastasciutte».

Durante il suo intervento, il consigliere comunale (e regionale) Tommaso Foti ha sollevato pesanti critiche sull’azienda. «Non ho digerito le modalità – ha tuonato Foti in aula - con cui Bianchi si è dimesso dalla direzione generale dell’Ausl. Lasciare la barca pubblica e il giorno dopo salire su quella privata che ha forti influenze sul territorio piacentino mi è parsa una caduta di stile. Sono stati spesi negli ultimi 22 anni solo 131 milioni di euro: in questo siamo terz’ultimi, preceduti dalle aziende Ausl di Imola e Cesena, di recente formazione. Su 61 case della salute della Regione, Piacenza ne ha una e piccola, le altre sono solo in programma. Siamo penultimi in Regione – con dietro solo Forlì – negli investimenti per tipologie d’utenza. Sui posti letto non siamo in linea con la popolazione della provincia, così come sui numeri dei dipendenti, rispetto alle medie regionali (in tutta la regione ci sono 60mila dipendenti in questa azienda). Con l’area vasta avremo una mobilità verso la Lombardia sempre più accentuata: tra l’ospedale di Milano e quello di Modena, il piacentino sceglierà sicuramente Milano. Già viviamo due situazioni anomale: non c’è un programma di potenziamento della struttura di Castelsangiovanni e Fiorenzuola è un contenitore vuoto».

«Prima di dire dei “no” all’area vasta – ha chiosato Rolleri – andiamo a fare delle proposte a Bologna. Le prossime settimane sono fondamentali, cerchiamo di riflettere prima che le proposte ci vengano calate dall’alto». Molinari ha risposto con toni aspri all’intervento del Movimento 5 Stelle. «Ci vuole rispetto nelle parole, non si può dire che in Regione si eseguono gli ordini del partito. Di aree vaste non se ne è ancora parlato in aula, nè tra di noi: non ci sono decisioni già prese, tutto quel poco che è stato detto sul tema l'hanno scritto i giornali e basta. Sono menzogne quelle espresse da Quagliaroli: non dobbiamo parlare per “sentito dire” e alimentare questi discorsi». «Sulle liste d’attesa è vero – ammette Pedrazzini nella sua replica all’intervento del consigliere Foti - siamo sotto gli standard attesi, ma ci stiamo lavorando, facendo analisi capillari sulle richieste dei cittadini. Per quanto riguarda i posti letto e la qualità dei servizi non crediamo vi siano problemi».

Guglielmo Zucconi (Misto) è ritornato sulle accuse della capogruppo grillina.  «Seminare paure e sospetti per motivi politici quando si parla di salute, è peggio ancora che speculare sulla sicurezza. È scandaloso ciò che ha sentito oggi da Quagliaroli. Se lo avesse sentito Bergoglio, le avrebbe tirato un pugno». Dalle affermazioni di Zucconi è nato un battibecco: Barbara Tarquini ha lasciato l’aula sdegnata per le affermazioni del consigliere del misto.  

Un gruppo di consiglieri, in modo bipartisan, in chiusura ha approvato all’unanimità un ordine del giorno volto a chiedere un incontro in consiglio comunale con l’assessore regionale alla sanità. I consiglieri vogliono inoltre un maggiore coinvolgimento degli enti locali nelle decisioni e il mantenimento degli impegni finanziari verso l’azienda sanitaria piacentina.  Approvato anche un ordine del giorno del Movimento 5 Stelle che chiedeva un documento chiaro sul progetto di area vasta.

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