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Venerdì, 26 Aprile 2024
Il dibattito sull'aumento

Perini: «Inefficienze in Comune, con l’aumento Irpef faremo un salto di qualità»

Centrodestra all’attacco dell’aumento dell’addizionale: «Non avete guardato alle voci di spesa». Trespidi: «E l’avanzo?». Lega e FdI: «Colpiti anche i redditi più bassi». La maggioranza fa scudo: «Necessario per migliorare i servizi»

Incassa il primo “sì” in commissione 1 l’aumento dell’addizionale Irpef, varato dalla Giunta Tarasconi nei giorni scorsi. La maggioranza (Pd, Civica Tarasconi, Pc Coraggiosa e Pc Oltre) ha votato compatta e difeso il provvedimento, “architrave” del bilancio previsionale, che a breve verrà discusso a Palazzo Mercanti. Il centrodestra (Civica Barbieri-Liberi, Fdi e Lega) ha contestato la delibera votando contro, mentre “Alternativa per Piacenza” non ha preso posizione, aspettando la seduta di Consiglio comunale di lunedì 27. Assente al dibattito la compagine dei "Liberali"

«L’aumento dell’addizionale - ha motivato la decisione il vicesindaco e assessore al bilancio, Marco Perini - si è reso necessario per la situazione nella quale ci siamo trovati. Per garantire e aumentare i servizi al cittadino rimoduliamo le tariffe Irpef: avremo un gettito complessivo da 12,9 milioni di euro all’anno, 4,3 milioni in più rispetto ad un anno fa. Non volevamo penalizzare le fasce più deboli, quindi è stata alzata a 15mila euro di reddito l’esenzione di questa tassa».

PER IL CENTRODESTRA PARERE NEGATIVO

Il primo a mettere nel mirino l’operato della Giunta è stato Massimo Trespidi (Civica Barbieri-Liberi). «Scelta politica detestabile dai cittadini - ha dichiarato il consigliere del centrodestra - quella di ritoccare l’Irpef. Definite l’aumento inevitabile e ad ascoltarvi sembrerebbe che non ci siano vie di fuga. Le motivazioni sarebbero: assunzioni di personale, aumento dei prezzi delle materie prime per i cantieri, costi di luce e gas aumentati». Ragioni messe in dubbio da Trespidi. «Avete provato a fare dei tagli? Tutte le spese preventivate sono necessarie? Abbiamo un avanzo disponibile presunto di 11,5 milioni di euro, superiore a quello degli anni scorsi. Avete fatto la cosa che tutti sono capaci di fare: aumentare le tasse, eppure il costo dell’inflazione e del gas è in ribasso». Nel mirino anche Cgil, Cisl e Uil. «Sono sconcertato dal balletto dei sindacati, ai quali avete distribuito “quattro caramelle”: hanno subito cambiato idea. Intanto un dipendente che guadagna dai 20 ai 30mila euro subisce l’aumento».

Anche la Lega si schiera contro. «Siamo fortemente contrari a questa decisione – ha detto Luca Zandonella -, anche 6 anni fa la Giunta Dosi disse le stesse cose sulla necessità di aumentare le tasse, poi la Giunta Barbieri dimostrò che si poteva anche non farlo. Così è stato colpito in modo non indifferente il ceto medio, ma anche i redditi più bassi. Il centrosinistra alza le tasse, è una scelta politica, non ci si nasconda dietro alle utenze più care».

Critico anche Nicola Domeneghetti (Fdi). «Non si comprendono le ragioni dell’aumento, se poi l’avanzo presunto è quello, farei qualche riflessione in merito. È vero che con quello non possiamo pagare lo stipendio dei nuovi dipendenti, però s’impieghi l’avanzo, per evitare ulteriori slittamenti nel tempo delle risorse. È una favola che l’aumento non penalizzerà le fasce più deboli: con mille euro di stipendio si verrà coinvolti. Lo sforzo che si sta facendo a livello nazionale per tagliare il cuneo fiscale verrà vanificato dall’aumento di Piacenza».

«Decisione amara – il lapidario commento di Federica Sgorbati (Civica Barbieri) - noi scegliemmo la strada più difficile. Lavorammo per razionalizzare le spese in ogni assessorato».

Per l’ex sindaco Patrizia Barbieri «Perini non può dire che la manovra sia stata decisa alla luce della situazione». «L’amministrazione – ha proseguito - non ha mai fatto alcuna simulazione o revisione della spesa, si è arrivati a questa decisione tragica che prevede, in pratica, una aliquota fissa. I sindacati non dicono nulla su questa mancata progressività? La Giunta mette una flat tax e tutti contenti, tranne le famiglie, costrette a pagare».

LA MAGGIORANZA COMPATTA: «INTERVENTO NECESSARIO»

«L’Amministrazione Barbieri aveva puntato sulla spending review – ha ricordato Caterina Pagani (Pc Oltre) – ma ci fu anche qualche taglio che portò ad una riduzione dei servizi, ad un livello tale che non è stato apprezzato dai cittadini. Anche noi verremo misurati tra cinque anni sul miglioramento dei servizi. Comunque la fascia più colpita paga 7 euro al mese, e sono quelli che guadagnano oltre 50mila euro. La ricognizione dei bisogni c’è stata e ora i redditi più bassi pagano 63 euro in meno, visto che è stata aumentata la platea degli esonerati».

«Cifre contenute, però anche 4 euro al mese hanno un impatto per chi guadagna 18mila al mese lordi» è il pensiero di Boris Infantino (Pc Coraggiosa). Purtroppo pagano sempre i lavoratori dipendenti e i pensionati in questo Paese, sempre gli stessi: le Partite Iva non sono coinvolte. Intanto abbiamo messo 4 milioni di euro di risorse in più per le spese sociali: questo è il centrosinistra, rispetto ad un’impronta più liberista. Per dare una mano a chi non ce la fa possiamo sopportare 5 euro al mese di Irpef in più».

Per Andrea Fossati (capogruppo Pd) «l’aumento è necessario a causa delle spese correnti, salite da 120 milioni a 133 milioni di euro in un anno, oltre ai 3,2 milioni di euro che servono per il personale. Polizia Locale, assistenti sociali, addetti agli accertamenti: gli uffici sono sguarniti, la macchina comunale ha le ruote sgonfie. Per non tagliare servizi abbiamo dovuto decidere per l’aumento».

LA REPLICA DEL VICESINDACO

Rimane della sua idea anche il vicesindaco. «Si vuole aumentare la qualità dei servizi al cittadino - ha concluso il dibattito l’assessore Perini - rimediando alle carenze, mancano 60 dipendenti rispetto a cinque anni fa. Ci sono tante inefficienze da risolvere e vogliamo fare un passo avanti. Si chiede uno sforzo ai cittadini, ci costa fatica, ci abbiamo pensato e ripensato, ma teniamo conto anche delle esigenze dei cittadini. L’alternativa era retrocedere. Non volevamo fare come quel proprietario di un immobile che mantiene sempre lo stesso affitto, basso, ma non intende spendere un solo euro in manutenzione».

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