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Foti e Opizzi (Fd'I): «Non chiudiamo il Monte dei pegni»

Interrogazione a risposta scritta dei consiglieri comunali di Fratelli d’Italia sulla ventilata ipotesi di chiusura del Monte dei pegni di Piacenza

Riceviamo e pubblichiamo il testo dell'Interrogazione a risposta scritta ex articolo 93 del vigente Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale di Tommaso Foti ed Erika Opizzi, consiglieri comunali di Fratelli d'Italia.

premesso che:

la Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, in origine nasce come Monte dei Pegni, cioè esegue operazioni di credito su pegno da sempre;

attualmente i soggetti che usufruiscono di detto servizio sono principalmente pensionati,  o impiegati;

detti soggetti consegnano gli oggetti (solo oro) al Monte dei Pegni e, dopo che il perito esterno  li ha valutati (attualmente 10 euro al grammo), la Banca concede l'80% di prestito sul prezzo di stima e concede un termine di 6 mesi per poter riscattare l'oggetto dato in pegno;

allo scadere dei 6 mesi, il cliente ha la possibilità di pagare solo gli interessi (circa il 6.5%) e prolungare il prestito per altri sei mesi. Nel caso in cui il prestito non venga restituito, l'oggetto dato in pegno viene venduto all'asta;

la Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza ha già chiuso il Monte Pegni di La Spezia;

con sempre maggiore insistenza si ipotizza l'imminente chiusura, da parte della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, anche del Monte dei Pegni di Piacenza;

sono sempre più numerosi  i cittadini che si rivolgono al Monte dei Pegni;

soprattutto in questa fase delicata per l'economia locale, il Monte dei Pegni  svolge una funzione di grande aiuto per coloro i quali vi ricorrono e, al tempo stesso, evita a coloro i quali hanno necessità di ottenere danaro in ragione del pegno, di doversi rivolgere unicamente a strutture, quali ad esempio i “compro oro”, oggetto anche in un passato recente di discordanti valutazioni;

se e quali passi intenda compiere il Signor Sindaco nei confronti presso la Cassa di risparmio di Parma e Piacenza al fine di scongiurare il verificarsi della chiusura del  Monte dei Pegni, sopra ipotizzata.

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