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La maggioranza: «I “sinistri” giudici degli altri, mai di loro stessi»

Segalini (Lega), Migli (Fd'I), Rabboni (Fi), Pecorara (Misto): «Fake news dall’opposizione, il regolamento sulle commissioni parla chiaro. Chiedono il rispetto istituzionale mentre a Roma i loro partiti portano avanti uno spettacolo ripugnante»

«Alcuni consiglieri di minoranza, che credono di essere le punte di diamante di quella che è una spuntata opposizione, pur di apparire all’esterno riescono a mettersi in buca da soli. Accusano infatti la maggioranza di mettere la città al palo, ma neppure s’accorgono che sono le divisioni interne a mettere la minoranza alle corde». Così Carlo Segalini (Lega), Giancarlo Migli (FdI), Francesco Rabboni (Fi) e Sergio Pecorara (Misto) replicano alle ultime punzecchiature dell’opposizione.

«Del resto tre consiglieri della minoranza (Trespidi, Monti e Pugni) – incalza la maggioranza - ben si sono guardati dallo sottoscrivere quello che per i sinistri è un manuale di bon ton istituzionale, mentre nei fatti - a mala pena - si presenta come un bigino di amenità, come tale privo di capo e di coda. Non solo ma, dimentichi del signorile trattamento riservato dai consiglieri dei partiti in cui militano ad Antonio Levoni, allora eletto nelle loro fila presidente di una commissione consiliare, i sinistri consiglieri del 75% della minoranza dispensano moniti su come ci si deve comportare nelle istituzioni. E lo fanno ricorrendo all’unica attività in cui eccellono, ovvero lo spaccio di fake news, un po’ per stare alla moda, un po’ per politicamente sopravvivere in attesa di tempi...peggiori!».

«Nei fatti le richieste poste da alcuni gruppi di maggioranza al presidente Levoni nella sede istituzionale competente, cioè la commissione consiliare e non le pagine dei giornali o dei social, avevano ed hanno come unica finalità quella di richiedere una preventiva condivisione della commissione - non della maggioranza o di parti di essa - sui soggetti da audire. Ciò non di certo per far dispetto al presidente Levoni, che la maggioranza ha autonomamente eletto con buona pace dei sinistri che neppure questa scelta hanno condiviso, ma per evitare duplicazioni di audizioni degli stessi soggetti nelle commissioni. Infatti, se si parla - ad esempio - di trasporto pubblico, l’audizione del presidente Losi ha profili d’interesse e di competenza non solo della commissione sviluppo economico».

«Ma poiché i sinistri, dopo avere confezionato e votato un regolamento fatto su misura per soffocare la minoranza – conclude il centrodestra - sono finiti in minoranza per volere popolare, allora pretendono che si possa e si debba prescindere dallo stesso, sempre e comunque. È la vecchia-nuova politica dell’arroganza, l’unica praticata dai sinistri della minoranza, che li porta ad essere sempre e solo giudici degli altri. E buon per loro che lo fanno a senso unico, poiché, se dovessero valutare se stessi, allora sì che i dolori si farebbero lancinanti. Del resto non si può pretendere di più da chi predica il rispetto istituzionale a livello locale, ma nulla dice - solo perché praticato dai partiti d’appartenenza - del penoso, vergognoso e ripugnante spettacolo cui assistiamo in questi giorni a livello nazionale, con la crisi del governo PD-5Stelle-Leu. È la riprova che, per i sinistri della minoranza, alla sinistra è permesso tutto, a chi le si oppone nulla. Giusto per dimostrare cosa significa per loro essere “super partes”».

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