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L'intervista

Fossati: «Stiamo davvero cercando di rispondere alle grandi questioni di Piacenza»

Un anno fa la vittoria alle Comunali, parla il capogruppo del Pd: «Inesperienza nel centrosinistra? Da noi c'è stato un vero ricambio, nel centrodestra vediamo gli stessi volti. Per giudicare Schlein aspettiamo le Europee»

Era il giugno di un anno fa. Il centrosinistra di Katia Tarasconi, un po’ a sorpresa, già al primo turno metteva la freccia e si apprestava al sorpasso sul centrodestra. Risultato poi confermato nel decisivo ballottaggio. A distanza di un anno chiediamo ad Andrea Fossati, capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Mercanti, qualche considerazione in merito a questi primi dodici mesi di mandato. 

  • Cosa è stato fatto alla guida della città in questo primo anno di mandato?

Innanzitutto un ampio lavoro di ricucitura tra i cittadini e l’Amministrazione da parte di assessori e consiglieri. La presenza sul territorio è fondamentale per innescare quel circolo virtuoso di fiducia. Non voglio gettare la croce addosso all’ex sindaco Barbieri, ma gli aspetti su cui lavorare sono stati tanti. Le cose per l’ex Giunta andavano avanti un po’ per inerzia. Per questo abbiamo deciso di organizzare meglio la macchina comunale affinché il Comune operi in maniera più funzionale, con le proprie gambe. Le oltre cento assunzioni si aggiungono al piano del direttore generale Luca Canessa di riassetto interno degli uffici.

  • Le scelte politiche da evidenziare?

Su piazza Cittadella abbiamo accelerato per quanto possibile: attendiamo gli esiti del tavolo tecnico per capire il riequilibrio economico del progetto, altrimenti questo capitolo si chiuderà. È dal 2012 che se ne parla, tra non molto diremo se l’opera ha ancora un senso o no. Sul nuovo ospedale, in attesa dell’imminente studio di fattibilità, abbiamo già indicato che per noi l’area migliore è la 5, già urbanizzabile, al contrario della 6 alle Novate. Abbiamo posto le basi e le premesse politiche per risolvere alcune situazioni e per rilanciarne altre, come la cultura e l’ambiente.

  • In cosa vi siete smarcati rispetto alla precedente Giunta, in modo particolare?

Quella passata era la Giunta delle piccole manutenzione e delle piccole cose, per sua stessa ammissione. Nelle linee di mandato non aveva inserito progetti importanti, di lungo respiro. Era impegnata sul presente. Poi c’è stato il Covid e quindi si è proseguiti in quel solco, vivendo alla giornata. Noi cerchiamo di affrontare le grandi questioni che riguardano il futuro di Piacenza e che non si possono risolvere in due giorni. I risultati si vedranno in futuro. Ma quei lavori del quotidiano li stiamo facendo: lo dimostrano i fondi e l’attenzione destinati al verde e i tanti lavori pubblici che sta mettendo in pratica l’assessore Matteo Bongiorni proprio in questi giorni in giro per la città. 

  • Si è detto che manchiate un po’ d’esperienza in Giunta e in aula consiliare. È così?

È il normale prezzo da pagare a un forte ricambio che c’è stato nel centrosinistra cittadino. Tra Giunta (oltre a Tarasconi, il solo Fiazza) e Consiglio (De Micheli, Perrucci, Albasi, Ceccarelli) siamo tutti alla prima vera esperienza. Trovo fisiologico un periodo di assestamento, che è coinciso con la discussione del bilancio previsionale. Da quel momento i meccanismi sono stati oliati e perfezionati. Non dimentichiamo che in questa Amministrazione, mai come in passato, c’è una grande volontà di condivisione. Il lavoro è davvero collegiale, con approfondimenti tra assessori e consiglieri. La Giunta è disponibile. Si sta cercando di fare quello che non è stato fatto negli ultimi anni. Se guardiamo al principale campo avversario, il centrodestra, il ricambio non c’è da molti anni, soprattutto nei ruoli guida della coalizione. Al comando troviamo le stesse persone di quando andavo a scuola.

  • Con “Alternativa per Piacenza” sono diversi gli scontri, in particolare con voi del Pd.

Diverse loro proposte sono di buon senso e infatti su alcune abbiamo trovato un’intesa, anche perché i programmi elettorali e gli obiettivi sono speculari. Su altri temi, come il consumo di suolo, abbiamo deciso di darci un metodo e di rispettare il percorso del Pug. Noi come maggioranza cerchiamo di avviare un percorso amministrativo ambizioso e coerente con le aspettative della città. Gli atti sono molte volte complessi, anche perché a volte disattesi da anni (come piazza Cittadella). L’opposizione di ApP, pur riconoscendo e condividendo tanti nostri obiettivi, ha un approccio molto radicale. È un peccato, perché almeno a Piacenza si potrebbe, come centrosinistra, fare quadrato, rispetto ad una destra nazionale che non governa, ma “comanda”. Le divisioni nel centrosinistra generano scoramento tra gli elettori, che porta poi ad una bassa affluenza.

  • Paola Gazzolo, presidente dell’aula, è nel mirino delle minoranze.

Vale un po’ il discorso fatto per noi consiglieri. Paola ha ricoperto per anni un incarico amministrativo di grande prestigio in Regione e, con l’elezione in Consiglio comunale, ha dovuto affrontare e confrontarsi con dinamiche diverse, squisitamente politiche. Per cui, com’è avvenuto con molti di noi, sta affrontando una fase di rodaggio, accumulando l’esperienza necessaria per affinare i meccanismi.

  • Fossati, la vediamo spesso partecipare a incontri con le comunità straniere di Piacenza.

Partecipo molto volentieri, nei limiti del possibile, perché voglio ricordare che non siamo consiglieri di mestiere, ma abbiamo anche una professione. Ritengo una prerogativa del nostro ruolo quello di accettare gli inviti di tutte le realtà associative, non solo straniere, della nostra città. Andare a vedere cosa fanno, come si comportano, quali sono i bisogni, le aspettative delle singole realtà, ma anche cosa sono in grado di offrire a Piacenza per renderla un posto migliore. C’è tutto un mondo nella nostra città, sconosciuto ai più. A dispetto di quello che si può credere, Piacenza è vivissima e attiva. Fare il consigliere è bello per questo: conosci davvero da vicino tutto quello che succede nella nostra realtà locale. 

  • Riporterà a galla la proposta di istituire la figura del consigliere delegato per le comunità straniere?

Non è attualmente in agenda. Proprio perché credo che un consigliere comunale debba già rappresentare tutti i cittadini. Il mio, anzi, il nostro impegno come Pd, è proprio in questa direzione. Cercare di rappresentare il più possibile la comunità piacentina nel suo complesso e non soltanto delle piccole frange di elettorato.

  • Siamo nei primi mesi di segreteria di Elly Schlein, il partito sta cambiando?

Il risultato elettorale delle recenti Comunali non è certo colpa di Schlein. Alle Amministrative molta parte della responsabilità va a chi fa programmi, liste ed alleanze. Il vero banco di prova del partito saranno le Europee del prossimo anno. Quindi un giudizio è prematuro. La nostra attuale segretaria ha rappresentato quella voglia di cambiamento che è nel nostro elettorato di riferimento, a dispetto della grande esperienza e cultura di governo del presidente Bonaccini, che però rappresentava un po’ la continuità con il passato. A livello locale abbiamo salutato con gioia l’ingresso e il tesseramento di molti amici di Articolo Uno e Piacenza Coraggiosa, a dimostrazione della volontà di ricostruzione di un campo largo e della volontà di cambiamento. Ora però il Pd deve chiedersi “chi è” e quale proposta può offrire a tutti gli italiani. Siamo di fronte ad una lunga marcia e la leadership deve essere chiara.

Andrea Fossati-8

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