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«L’acquisto dei giornali non è una decisione della Giunta»

Il Pd dà seguito alle critiche di Trespidi: «Quasi 2mila euro in più per i giornali in Comune, è uno spreco». L’ufficio stampa del Comune: «Si è sempre speso queste cifre per i giornali, c’è la necessità di garantire la più ampia pluralità d’informazione»

«Una scelta sintomo di scarsa attenzione e poca responsabilità del primo cittadino Barbieri». Così il gruppo consigliare del Partito Democratico commenta la determina dirigenziale n. 1127 del 10 agosto 2017 attraverso cui il Comune di Piacenza ha incrementato di 1920 euro i fondi pubblici destinati alla consegna a Palazzo Mercanti dei quotidiani Libero, Il Giornale, Il Foglio e Libertà. «Peccato che - interviene il Pd - i contenuti di tre di queste testate - escluso Il Foglio - vengano già inviati quotidianamente all’Ufficio Stampa dell’Amministrazione comunale tramite il servizio concordato con la società “L’Eco della Stampa”, la quale ogni mattina recapita puntualmente ai collaboratori della Giunta la rassegna stampa. Se da una parte si decidono i tagli alle realtà giovanili fondamentali per l’aggregazione, come Spazio 2 e Spazio 4, nonché alle manifestazioni culturali di rilievo come Pulcheria, dall’altra invece non si bada a spese per le quisquilie lontane dalle necessità della cittadinanza. L’aumento voluto dal Sindaco - che ha ordinato addirittura in doppia copia ciascuna edizione dei quattro giornali - è del tutto inutile e oneroso per le casse comunali, che non si trovano in una situazione rosea. Mi auguro che l’Amministrazione comunale - conclude il Pd - faccia presto chiarezza su questa scelta».

La risposta del Comune di Piacenza non si è fatta attendere. Dopo le critiche di Massimo Trespidi, che per primo ha sollevato il caso, e del Pd, è il capo ufficio stampa del Comune Mauro Molinaroli a rispondere. «Non corrisponde al vero l’affermazione secondo la quale il sindaco Patrizia Barbieri avrebbe stabilito di acquistare giornali dell’area di centro-destra quali “Il Giornale”, “Il Foglio” e “Libero”. È infatti da ritenersi del sottoscritto tale iniziativa ed è derivata dalla necessità di garantire una più ampia pluralità d’informazione essendo tradizionalmente presenti tra i giornali destinati all’Ufficio Stampa e a disposizione degli amministratori, quotidiani quali “Il Fatto Quotidiano”, “La Repubblica” e certe volte “Il manifesto”.  L’acquisto dei giornali, stabilito con atti amministrativi, deriva dalla necessità di garantire una maggiore compiutezza d’informazione ad assessori e consiglieri, risale al 1976 ed è stato disposto tutte le Amministrazioni che si sono succedute: Trabacchi, Pareti, Tansini, Benaglia, Anna Braghieri, Vaciago, Guidotti, Reggi e Dosi.  Da circa una decina d’anni agli organi di informazione quotidiana è stato destinato annualmente un importo che va dai 10 ai 12mila euro e i 1830 euro in più della determina in discussione, altro non sono che una variazione sulla base di un impegno assunto dalla precedente amministrazione. Tant’è che di tale variazione si era parlato con gli uffici competenti già in tempi precedenti alle elezioni amministrative del giugno scorso. Una puntualizzazione necessaria, credo; inoltre per i tre quotidiani sotto accusa è bene precisare che non è stato sottoscritto alcun abbonamento e già oggi è possibile sospenderne l’acquisto così come è possibile sospendere l’acquisto di tutti gli altri quotidiani; inoltre desidero precisare che i giornali della biblioteca sono a disposizione degli utenti della stessa per le necessarie consultazioni».

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