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Minoranza perplessa sull’aumento di capitale di “Piacenza Expo”

Passa in commissione 4 la proposta del vicesindaco Timpano di contribuire con 800mila (in tre anni) all'aumento di capitale dell'ente fiere "Piacenza Expo". Opizzi (Fd'I): «Soldi buttati in un buco nero». Sul futuro della società pesano le decisioni della Regione

Si è discusso in commissione 4 (sviluppo economico) – nel pomeriggio del 16 giugno - dell’aumento di capitale del Comune di Piacenza nell’ente fiere Piacenza Expo. Presente anche Angelo Manfredini, presidente dell'ente fiere. «Eravamo a 14 milioni di capitale – ha spiegato in aula il vicesindaco Francesco Timpano -, e ci apprestiamo a votare questo aumento di 1,5 milioni di euro. Quest’anno, dopo l’orribile 2013, la società ha avuto finalmente un utile di qualche decina di migliaia di euro. Le fiere e l’attività hanno portato dei margini: ci sono molte fieri più grandi di noi in difficoltà nel Nord Italia. I costi e le spese sono state ridotti negli ultimi anni del 21% e abbiamo fatturato nel 2014 2 milioni e 300mila euro, provocando un indotto di 5 milioni di euro sul territorio Piacentino e di oltre dieci a livello nazionale. È una società contenuta in termini di posti di lavoro (11 dipendenti in totale). “Geofluid” è stata negli ultimi 12 mesi la nostra fiera di punta, 15 giorni dopo a Bologna hanno organizzato la fiera concorrente (per tema e contenuti) e non ha avuto buoni risultati. Nel 2015 sono in programma 35 iniziative: bisogna fare ancora di più, e Piacenza Expo fa parte di “Ats”. L’aumento di capitale è perciò un riconoscimento a quanto è stato già fatto e a quanto si può fare». Tra le novità riguardanti il futuro c’è la volontà di allestire nuovi spazi e mettere in sicurezza quelli già esistenti. La sottoscrizione dell’aumento avverrà a luglio nel momento in cui verrà approvato il bilancio – grazie a una proroga del termine di 90 giorni dall’assemblea straordinaria -. Il Comune è chiamato a mettere sul piatto 796mila euro (199mila nel 2015, 278mila nel 2016 e 318mila nel 2017), la restate quota arriverà dalle associazioni che detengono quote (su tutte, Camera di Commercio).

«La crisi – ha aggiunto Manfredini - ha impattato anche sui sistemi fieristici, pensiamo a Reggio Emilia dove l’ente fiere chiude, e a Cremona dove è stato convertito il quartiere fieristico in “parco tecnologico”. Ci sono realtà sofferenti in questo settore, soffrono soprattutto le fiere industriali, perché è cambiato il marketing delle aziende. Noi dal 2011 a oggi abbiamo tentato di darci nuovi obiettivi, incrementando il numero delle fiere, rivoluzionando la nostra offerta con fiere che producono utile, abbiamo poche settimane libere durante l’anno. Il totale dei visitatori nel 2014 è raddoppiato: il bilancio sociale dell’azienda ha sentito questi benefici. È venuto il momento, ora che l’azienda è in equilibrio, di avere qualche polmone in più: ecco spiegato il motivo dell’aumento di capitale. C’è da sistemare degli immobili, soprattutto sul padiglione 1, e occorre un restyling delle sale convegni. Speriamo dal 2019 di avere bilanci in utile anche negli dispari (ovvero gli anni in cui “Geofluid” non si tiene), ma Piacenza dimostra comunque di saper stare sul mercato».

«Ci state chiedendo dei soldi per poter sopravvivere – ha esordito Erika Opizzi (Fratelli d’Italia) -, 800mila euro che forse non valgono la pena di essere spesi in Piacenza Expo. Ci sono dei piccoli miglioramenti, ma se ci venite qua a chiedere dei soldi significa che gli sforzi non sono stati sufficienti. Parlate sempre di “Geofluid”, ma se un giorno questa fiera non venisse più, cosa fate? Chiudete baracca e burattini? La verità è che vi serve liquidità: un Comune che fa fatica a coprire i servizi come il nostro si trova costretto a impiegare 800mila euro. Razionalizzate sul personale e poi leggo nel piano industriale che volete creare un’agenzia-cabina di regia-ufficio ad hoc con la Camera di Commercio per inventare nuove iniziative».

Andrea Gabbiani (Movimento 5 Stelle) ha evidenziato il degrado dell’area circostante a Expo. «Degrado che si può risolvere con l’arrivo del nuovo comandante della Municipale. Il fatto che il nostro ente fiere verrà accorpato a Parma mi preoccupa: sappiamo quanto sono bravi a rubarci la scena. Dovremo realizzare un “brand”, ma non credo ci riusciremo se verremo affiancati da Parma». «Noi mettiamo i soldi e poi ci sciolgono dalla Regione… - ha dichiarato Massimo Polledri (Lega Nord) – e sappiamo bene che la se la Regione mette qualche soldo, lo mette per Bologna, non per il nostro territorio».

«Io in “Piacenza Expo” ci credo – è invece il parere di Marco Colosimo (Piacenza Viva) -, potrebbe essere il raccoglitore dei nostri tesori e delle nostre eccellenze, il biglietto da visita della città». Anche Colosimo ha lamentato il giro di prostituzione presente sulla Caorsana che deturpa l’immagine del padiglione. Il consigliere ha inoltre criticato il fatto che gli operatori di “Piacenza Expo” non siano stati presi in considerazione per la comunicazione e la gestione degli eventi di “Piazzetta Piacenza”. «Ci guadagnavamo a livello economico e professionale impiegare questi 11 operatori in uno scenario differente. Chi sta dentro l’ente fiere deve essere motore di tutti gli eventi della città». «Investire circa 200 mila euro all’anno – è il parere di Giovanni Castagnetti (Piacentini per Dosi) – per un soggetto che porta sul territorio oltre 5 milioni vale la pena». Ha visto cambiamenti positivi nella gestione della società anche Lucia Rocchi (Moderati). «E’ impensabile non aumentare il capitale, ma gli altri soci – ha chiesto Rocchi – ci credono?».

«Il rilancio si può fare tramite l’aumento di capitale – ha detto il vicesindaco Timpano -, e vogliamo che la fiera rimanga a Piacenza e assuma nuove funzioni, oltre all’organizzazione di eventi fieristici. Anche in controtendenza con l’andamento del settore, vogliamo continuare ad avere una fiera in una realtà piccola come Piacenza. Possiamo stare in piedi e la fiera porta benefici sul territorio. Questa è una società per azioni, non può essere chiusa di per sé: sappiamo sicuramente che nel sistema regionale, se siamo capaci di creare il nostro equilibrio economico, ci possiamo sedere al tavolo non come una piccola fiera, ma con una fiera rafforzata che può legittimamente esistere. Anche Parma – che gioca un altro campionato – dipende da poche fiere. Vogliamo internazionalizzare il nostro ente, mi aspettavo anche io un ruolo maggiore di Piacenza Expo nella partita di “Piazzetta Piacenza”, ma la società era mandataria dell’organizzazione e ognuno ha il suo ruolo all’interno dell’Ats». Timpano ha informato che l’ipotesi di realizzare un punto vendita di prodotti piacentini nella cascina San Savino (progetto della Camera di Commercio) non è arrivata a buon fine. «Nel Cda non ci sono rappresentanti politici, ci sono rappresentati di tutte le categorie economiche della città (Confindustrizia, Camera di Commercio, Confcooperative, banche, ecc.). Il Comune è l’azionista di riferimento ma vi sono tutte le espressioni dell’imprenditoria piacentina. Soci hanno approvato il documento, perciò credono nell’aumento di capitale e nel futuro della società. La Provincia invece non può sottoscrivere l’aumento, è stata svuotata dalle sue funzioni. Noi crediamo nell’ente fiere di Piacenza e vedremo se riusciranno anche le altre associazioni ad aumentare il capitale. Vediamo cosa sarà del progetto della Regione di unificare in un’unica società tutti gli enti fieristici: non sappiamo ancora le loro strategie al riguardo».

Opizzi e Polledri hanno chiesto in un ordine del giorno di rimandare la spesa per gli adeguamenti anti-sismici. «Stiamo per buttare 800mila euro – ha rimarcato Opizzi - in un buco nero e poi fra qualche anno rischiamo di vedere unire le società della regione». Irricevibile secondo Timpano la proposta dei due consiglieri, «ci sono responsabilità e non possiamo rinviare gli interventi antisismici, vigileremo sui lavori e sul restyling del centro congressi. Dobbiamo rendere credibili le nostre strutture». L’ordine del giorno è stato bocciato dalla maggioranza. La delibera sull’aumento di capitale ha visto invece astenersi Polledri e Opizzi e il voto favorevole della maggioranza (compatta). A favore si è espresso anche Colosimo (Piacenza Viva).

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