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Venerdì, 26 Aprile 2024
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«Dedichiamo una via a Giana Anguissola. A Piacenza solo 31 vie dedicate a donne»

Il consigliere comunale di Forza Italia Maria Lucia Girometta ha presentato una mozione che chiede di intitolare una via o uno spazio verde alla piacentina Giana Anguissola: «A Piacenza esistono 949 vie ma solo 31 sono intitolate ad una donna mentre quelle dedicate agli uomini sono 634»

Il consigliere comunale di Forza Italia Maria Lucia Girometta ha presentato una mozione che chiede di intitolare una via o uno spazio verde alla piacentina Giana Anguissola. «A Piacenza esistono 949 vie ma solo 31 sono intitolate ad una donna mentre quelle dedicate agli uomini sono 634». 

“Soroptimist International” è una organizzazione vivace e dinamica per donne di oggi, impegnate in attività professionali e manageriali.
L’impegno dell’associazione si palesa anche nella possibilità di attuare il loro potenziale. Le Socie sono promuovono azioni per i diritti umani, per la pace nel mondo, per l’accettazione delle diversità. A Piacenza questa Associazione, a nome della Presidente Giuseppina Dagradi, chiede l’intitolazione di una via o di uno spazio verde ad una importante donna di Piacenza, Giana Anguissola. 

La biografia: Giana Anguissola, registrata all’anagrafe con il nome di Giannina, nacque a Piacenza il 14 gennaio 1906. Fino ai venti anni visse in via della Maddalena, n.20 nel rione San Lazzaro di Piacenza insieme al padre Angelo operaio presso il bottonificio Galletto e la madre Clementina Perazzoli. A sedici anni con “assoluta sfacciataggine” come dice lei stessa, si presentò al Corriere della Sera con una sua novella, chiedendo di essere ricevuta dal direttore Lugi Albertini. Tanta determinazione fece sì che fosse ammessa senza appuntamento ottenendo la pubblicazione della novella ed entrando a far parte dei collaboratori ed illustratori del giornale. Iniziò così una lunga collaborazione, prima alla Domenica del Corriere e poi al Corriere dei Piccoli. La naturale inclinazione al disegno si era consolidata seguendo a scuola le lezioni del pittore piacentino Francesco Ghittoni e così i “pupazzi” dell’Autrice, come lei stessa definiva i suoi personaggi, corredarono molti dei suoi racconti per ragazzi. Trasferitasi a Milano a Piazza Castello n.5, pur tornando spesso all’amata Piacenza, lavorò anche come scenografa al Teatro alla Scala alle dipendenze del Direttore artistico Luigi Sapelli detto “Caramba”. Proprio nell’ambiente del Teatro alla Scala si svolge uno dei suoi più celebri romani per ragazzi, “Priscilla”, con cui vinse, nel 1955 il Premio della Presidenza del Consiglio ed ebbe la menzione all’International Board on Book for Young People. Una svolta decisiva nella sua vita si ebbe nel 1931 quando la Casa Editrice Mondadori decise di pubblicare il suo primo romanzo per adulti “Il romanzo di molta gente”. Con quest’opera in parte autobiografica, l’autrice vinse al Premio Viareggio la Medaglia d’Oro delle Stanze del Libro come miglior giovane autrice. Da quegli anni comincia una lunga collaborazione ed un fitto scambio di lettere con Arnoldo Mondadori prima ed il figlio Alberto poi, durato fino agli anni ’50 a testimonianza dei rapporti dell’Autrice con il suo primo Editore. Conosce intanto Rinaldo Kufferle, poeta, critico letterario, traduttore dal russo ed insigne slavista e lo sposa il 3 aprile del 1933 a Piacenza, nella Basilica di San Giovanni in Canale. Nel 1943 nasce il figlio Riccardo.
Nel 1937 viene a cessare la collaborazione con la Casa Editrice Mondadori ed i suoi romanzi vengono pubblicati dalla Rizzoli e dalla Casa editrice Hoepli. Tuttavia il successo duraturo per la scrittrice è reso possibile da un nuovo ed intenso sodalizio editoriale creatosi con Ugo e Giancarla Mursia, editori che iniziavano nei primi anni ’50 la loro attività. Da quel momento e fino alla pubblicazione postuma di “Doddi e Giogi” nel 1968 ed all’incompiuto “Aniceto o la bocca della verità” portato a termine dalla sua editrice ed amica Giancarla Mursia Re e pubblicato nel 1972, la Mursia fu la Casa Editrice dell’Anguissola. La scrittrice si spense a Milano il 13 febbraio 1966 all’età di sessant’anni, dopo un lungo periodo i malattia. Nel 2007 venne pubblicato postumo il volume “Buona tavola e belle lettere”, originale ricettario sulla cucina lombarda ed emiliana, nato da un suggerimento di Orio Vergani che aveva fondato, nel 1953 l’Accademia Italiana della Cucina. Il progetto del volume, interrotto alla morte dell’Anguissola e ripreso dal figlio Riccardo Kufferle, grazie all’interessamento dell’Accademia Italiana della Cucina e del Soroptimist Club di Piacenza giunse alla pubblicazione da parte della Casa Editrice piacentina Tipleco. Giana Anguissola non fu soltanto scrittrice faconda di romanzi per adulti e, soprattutto dal dopoguerra, di romanzi per ragazzi. Fu redattrice di moda per il Corriere della Sera dove, in collaborazione con Brunetta (Bruna Moretti Mateldi) teneva una rubrica firmandosi Gianola. Scrisse testi teatrali quali “Nel Paese delle Bugie” messo in scena al Teatro Arcimboldi di Milano nel 1938 e “Le avventure di Pinocchio” rappresentato al Teatro dell’opera di Roma il 22 maggio 1956 successivamente utilizzato come base per l’omonimo programma televisivo del 1959. Provò anche l’esperienza cinematografica curando la sceneggiatura di due cortometraggi “Bacicin poliziotto” e “Bacicin diventa milionario” negli anni 1944/45 per la Casa Cinematografica Torinese Ancora, lavori che però non giunsero mai nelle sale cinematografiche.
Riconoscendo l’importanza dei nuovi media, radio e televisione, per la diffusione della cultura e l’amore delle lettura, partecipò alla realizzazione di alcune trasmissioni radio, come la radiocommedia in due atti “Dramma a vent’anni” nel 1945 e la lettura di alcuni suoi romanzi quali “Gli eredi del Circo Alicante” ed “L’avventura di una lira” e venne invitata nei primi anni ’60 ad alcune tavole rotonde dove si dibattevano problematiche legate al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza. Alla televisione curò, negli anni ’50, per la TV dei Ragazzi, la sceneggiatura di ventun episodi de “Il diario di Giulietta” per la regia di Romolo Siena e de “Le avventure di Pinocchio”. Studiosa di problematiche adolescenziali quali i rapporti con i genitori, con gli insegnanti, con i compagni che seppe descrivere con grande maestria, rispecchiò, soprattutto nelle sue protagoniste, da Violetta a Giulietta, a Priscilla, a Marilù le caratteristiche del suo temperamento e la sua idea di una femminilità vivace ed intraprendente.

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