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Nuovi insediamenti commerciali, oltre gli 800 metri decide il Consiglio

Approvata in aula la proposta per il recupero di immobili già esistenti: sopra la soglia degli 800 metri è necessaria una valutazione di Palazzo Mercanti

Quando un privato propone di recuperare un immobile già esistente del capoluogo per trasformarlo in un’area commerciale, se è sopra gli 800 metri quadrati, è necessario l’ok del Consiglio comunale, chiamato ad esprimersi sui singoli casi. E’ quanto hanno deciso gli stessi consiglieri, che nel pomeriggio del 3 giugno hanno approvato una proposta di correzione al Rue, che prima fissava a 250 metri il limite. Ora la nuova soglia è a 800 metri: sotto questa metratura non serve il parere del Consiglio. In tempi recenti Tommaso Foti, consigliere di Fratelli d’Italia, aveva presentato poi da “privato cittadino” un’osservazione che alzava l’asticella fino a 1500 metri quadrati: poi la proposta è stata ritirata. Così è arrivato un emendamento del sindaco Patrizia Barbieri – dopo un lungo dibattito interno alla maggioranza - a fissare a 800 la quota per il recupero degli immobili già esistenti da destinare al commercio (quando l’immobile è da costruire ex novo, è sempre necessaria una valutazione politica del Consiglio).

«Con questa delibera completiamo un percorso iniziato a settembre – ha ricordato l’assessore all’urbanistica Erika Opizzi -». Le opposizioni hanno criticato duramente, dal loro punto di vista, la distanza tra le promesse del centrodestra in campagna elettorale nel 2017 – la famosa «moratoria di cinque anni su tutti i nuovi insediamenti commerciali» - e la realtà dei fatti. «L’Amministrazione è un po’ tremolante su questi temi – ha osservato Giulia Piroli (Pd) - nel governare la città s’incontrano queste difficoltà, soprattutto quando si lanciano slogan elettorali. C’è stato un cambio di marcia, un “tira e molla” sui numeri che ci preoccupa perché non capiamo cosa veramente pensa l’Amministrazione. È l’ennesimo incidente di percorso che avete sulla vostra idea di città». «Con questa strategia – è il parere di Giorgia Buscarini (Pd) - volete contenere i nuovi insediamenti, mentre in campagna elettorale avete promesso di bloccare del tutto qualsiasi nuova operazione. Oggi venite a spiegare che non si può fare, cosa che dicevamo già durante la campagna elettorale del 2017. Un’altra delle promesse non mantenute di quella campagna».

«Sono passati 180 giorni dalla discussione in Consiglio su questo provvedimento – ha segnalato Luigi Rabuffi di Piacenza in Comune, riferendosi alla variante del Rue discussa a settembre 2018 - e Foti presenta un’osservazione da “privato cittadino” proponendo di trasferire in capo al Consiglio comunale le decisioni sulle strutture di vendita da 1500 metri in su, correggendo così in modo importante la variante impropriamente detta “moratoria”. Poi gli uffici hanno manifestato le proprie osservazioni al collega Foti: perché di tutto questo non se ne è parlato nel settembre scorso? L’ultima versione – ha insistito Rabuffi - è una bella apertura nei confronti di chi vuole insediare in città nuovi spazi commerciali. Altro che moratoria! Si passa semplicemente al Consiglio la responsabilità di decidere. C’è una moratoria quando il Consiglio si pone l’obiettivo di cassare automaticamente ogni proposta commerciale per un certo numero di anni…Altrimenti è solo uno slogan».

 

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