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Pochi spiragli nel centrosinistra per il giardino dedicato a Carlo Tassi

Anpi fermamente contraria alla richiesta della famiglia dell’ex parlamentare Msi: «Era un nostalgico del regime». Berra (Pd): «Umanamente rispettato dai piacentini, ma profilo politico imbarazzante». In Consiglio comunale al momento solo Ceccarelli possibilista

Intitolare un giardino o qualche altro luogo pubblico alla memoria di Carlo Tassi? Arrivano le prime prese di posizione da parte del mondo politico cittadino. La famiglia dell’ex parlamentare (per quattro legislature) del Movimento Sociale Italiano, scomparso in un tragico incidente stradale nel 1994, a soli 56 anni, in vista del trentennale dalla morte, ha presentato alle istituzioni locali questa richiesta.

Immediata e rigida la reazione dell’Anpi, l’associazione nazionale partigiani di Piacenza, che ricorda il fatto che rappresentasse nell’Msi «la componente più apertamente nostalgica di una ideologia e di un regime che, dopo essersi affermato con la violenza, ha tenuto per un ventennio il popolo italiano sotto una dittatura, imponendo sofferenze, distruzioni e barbarie, al fianco della Germania nazista». «Era un grande comiziante - interviene Romano Repetti, presidente provinciale Anpi - e dove ci si doveva confrontare su come dare concrete soluzioni ai problemi del nostro territorio, i discorsi di Tassi perdevano la loro efficacia, suonavano fuori tema e fuori luogo». L’associazione comunque comprende il sentimento della famiglia, che merita «comprensione e rispetto», ma per gli antifascisti «sarebbe naturalmente inaccettabile che la loro proposta venga domani sposata da chi rappresenta la comunità piacentina».

E in Consiglio comunale? Al momento sono pochissimi gli spiragli per un accoglimento della proposta. «Non ne stiamo parlando - ammette Boris Infantino (Piacenza Coraggiosa) -, perché non sembrava che la questione fosse concretamente all’ordine del giorno. In ogni caso sono contrario, perché l'intitolazione di un luogo deve essere riservata a coloro che hanno dato lustro alla città con particolari meriti. Nel nostro caso, si tratta di una persona dichiaratamente fascista e quindi non può essere accolto nell'Italia repubblicana».

Nel Pd si registrano forti pressioni all’interno del partito, da parte di ex dirigenti, iscritti, gruppo giovanile e “Conferenza donne” per stoppare immediatamente ogni discussione al riguardo: il ricordo di Tassi non s’ha da fare. Ma anche il gruppo consiliare dem a Palazzo Mercanti, in modo compatto e senza alcuna eccezione, la pensa così, come riferisce il capogruppo Andrea Fossati.

«L’ho conosciuto molto bene - ricorda Carlo Berra, segretario provinciale del Pd - siamo stati 13 anni insieme in Consiglio comunale, dal 1980 al 1993, i rapporti erano buoni, fui uno dei pochissimi ex comunisti a rendere omaggio alla camera ardente. Dal punto di vista umano era una persona di rilievo nell’ambito cittadino, i piacentini lo rispettavano. Era umanamente disponibile, soprattutto nei confronti degli ultimi, dei ceti più popolari. Lui e Felice Trabacchi, sindaco comunista di Piacenza, erano i due “avvocati del popolo”, perché difendevano gratuitamente tanti poveri».

Questo può bastare ad accogliere la richiesta della famiglia? «Era dichiaratamente fascista - risponde Berra - non si pentiva e non si vergognava di esserlo, si vestiva con la camicia nera e salutava “romanamente”. Il suo profilo politico è imbarazzante. Quindi, visto che il Pd è antifascista e si riconosce nella Costituzione, che a sua volta ha nell’antifascismo un carattere fondante, consiglierei agli amministratori di non intitolargli un’area pubblica. Però si può trovare un’altra soluzione, non so quale, per sottolineare il tratto umano della persona».

Più possibilista Gianluca Ceccarelli (Piacenza Oltre), che parla a titolo personale: «Non ne abbiamo parlato nel nostro gruppo civico, ma personalmente non avrei nulla in contrario».

La Civica Tarasconi, che conta otto consiglieri comunali in aula, come il Pd, interviene per voce della capogruppo Claudia Gnocchi. «Non abbiamo ancora definito una posizione chiara, anche perché negli ultimi giorni siamo concentrati su altre questioni più urgenti (il piano urbanistico dell'ex Camuzzi, nda), quindi formuleremo una risposta corale quando la famiglia presenterà la richiesta formale. Al momento il tema non si pone».

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