Scuola, il Pd Piacenza: solidali con lo sciopero, l'istruzione non si tocca
E' uno dei pochi investimenti che conservano il loro valore e che concorre a migliorare il nostro patrimonio nazionale. Così si è espresso il Partito Democratico piacentino sul disagio del comparto scuola. L'istruzione non si tocca, è fondamentale per un Paese che guarda al futuro
Appoggia e comprende le ragioni della Cgil sul disagio del comparto scuola. È il Partito Democratico piacentino che ha dato il suo sostegno allo sciopero indetto per oggi, 11 dicembre.
“Siamo concordi nel sostenere che istruzione, formazione e ricerca siano temi fondamentali per un Paese che guarda al futuro e pensa alle giovani generazioni” hanno sottolineato i democratici. Il Governo, invece, mortifica gli insegnanti e il pubblico impiego tout court – sostengono.
“Troviamo scandaloso che una quarantina di studenti diversamente abili della nostra provincia in età di obbligo formativo si trovino nell’impossibilità di frequentare regolarmente il loro corso scolastico a causa di tagli agli insegnanti di sostegno. Così come riteniamo preoccupante la drastica riduzione di risorse per le scuole dell’infanzia, una scelta che rischia una deriva esclusivamente privatistica o di gravare in modo sempre più eccessivo sulle casse degli enti locali e delle famiglie. Un segnale negativo che dimostra, nei fatti, che il Governo non ritiene la scuola dell’infanzia inserita in un percorso formativo obbligatorio”.
“Siamo concordi nel sostenere che istruzione, formazione e ricerca siano temi fondamentali per un Paese che guarda al futuro e pensa alle giovani generazioni” hanno sottolineato i democratici. Il Governo, invece, mortifica gli insegnanti e il pubblico impiego tout court – sostengono.
L'istruzione non si tocca, è fondamentale per un Paese che guarda al futuro |
“Troviamo scandaloso che una quarantina di studenti diversamente abili della nostra provincia in età di obbligo formativo si trovino nell’impossibilità di frequentare regolarmente il loro corso scolastico a causa di tagli agli insegnanti di sostegno. Così come riteniamo preoccupante la drastica riduzione di risorse per le scuole dell’infanzia, una scelta che rischia una deriva esclusivamente privatistica o di gravare in modo sempre più eccessivo sulle casse degli enti locali e delle famiglie. Un segnale negativo che dimostra, nei fatti, che il Governo non ritiene la scuola dell’infanzia inserita in un percorso formativo obbligatorio”.