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L’indagine

Aggressioni o derisioni off e online: ecco cosa emerge dai vissuti delle persone Lgbtqi+

Una persona su cinque (19,9%) afferma di aver subito, nel corso della propria vita, aggressioni fisiche motivate da orientamento sessuale o identità di genere; un terzo di questi (34,8%) afferma di averle subite «più volte» o «spesso»

Il dettaglio dell’indagine promossa dalla Regione e rivolta alle persone LGBTQI+ per analizzare il fenomeno, spesso sommerso, delle discriminazioni e violenze determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere.

La ricerca si è svolta nel biennio 2021-2022, prima attraverso interviste in profondità e poi con un questionario on line, disponibile sul sito Parità della Regione tra il 15 luglio e il 9 ottobre 2022, e diffuso in collaborazione con le associazioni LGBTQI+ dell’Emilia-Romagna. Rientra nell’ambito di una collaborazione che la Regione ha avviato nel 2021 con il Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata (FISPPA) dell’Università degli Studi di Padova.

Dei 1.053 questionari validi, il 47% è stato compilato da uomini (l’87,7% dei quali si definisce gay, l’8,1% bisessuale, mentre il 4,1% dichiara altre autodefinizioni); il 38,7 % da donne (il 56,7% delle quali si dichiara lesbica, il 25,6% bisessuale, mentre la percentuale che opta per altre definizioni è del 17,2%). Il 14,3% dei questionari validi raccolti fa riferimento a persone che si definiscono trans/non binarie (né maschili, né femminili). Una persona su cinque (19,9%) afferma di aver subito, nel corso della propria vita, aggressioni fisiche motivate da orientamento sessuale o identità di genere; un terzo di questi (34,8%) afferma di averle subite «più volte» o «spesso».

Aggregando le derisioni/calunnie subite online e offline risulta che i soggetti che ne sono stati colpiti sono quasi otto su dieci (810 unità, ovvero il 77,1%). Rispetto ai processi di esclusione, la non frequentazione di spazi pubblici considerati pericolosi emerge con la frequenza più elevata, riguardando due persone su tre (65%).

Le esclusioni in ambito lavorativo - Le persone che si sentono discriminate in ambito lavorativo sono il 20% di chi ha risposto al questionario, maggiormente quelle in fascia di età adulta (32-41 anni) e matura (dai 42 anni in su), una percentuale che cresce al 24, 8% per chi rinuncia a proporsi per un lavoro, soprattutto nella fascia di età dai 25 ai 41 anni.

In merito ai servizi per la salute - Circa l’80% ha dichiarato che non gli è mai capitato di sentirsi male accolto accedendo ai servizi sanitari territoriali, ma vengono segnalati alcuni episodi in cui emerge “poca formazione del personale nel gestire casi di utente con documenti non conformi al suo aspetto fisico”, “scarsa sensibilità del personale sanitario che spesso e volentieri fa Outing davanti ad altri pazienti”;imbarazzo del personale medico, che dà per scontata l’eterosessualità, e “disinteresse a ricomprendere le informazioni relative all'orientamento sessuale nel rapporto medico/paziente”.

Le reti di supporto - Circa la metà di coloro che cercano supporto dopo un episodio di vittimizzazione si rivolge alle proprie reti amicali e familiari. Dal report emerge una rete capillare attiva sul territorio, impegnata soprattutto in azioni di supporto psicologico, relazionale e legale, ma anche nella sensibilizzazione culturale. È possibile stimare la quota di mancata denuncia alle forze dell’ordine o ad associazioni degli episodi di vittimizzazione con una percentuale dal 43,9% (462 persone) al 55,9% dell’intero campione (589 persone).

L’impegno della Regione - In Emilia-Romagna è attivo dal 2021 un tavolo tecnico con funzioni di Osservatorio, previsto dalla “Legge regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere” (L.R. 15/2019). Composto da 34 persone - in rappresentanza dell’Agenzia regionale del lavoro, dell’Ufficio scolastico regionale, dei diversi servizi regionali e comunali, oltre alle associazioni LGBTQI+ - il tavolo ha tre compiti: raccogliere dati, monitorare i fenomeni di violenza ed elaborare buone prassi.

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