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La reazione / Rivergaro

Residenti espropriati da Anas: «Diffuso il panico, tanti rischiano di perdere la casa»

Il comitato si ritrova a Rivergaro e prepara battaglia. Fanzini: «C’è anche chi non ha ancora finito di pagare il mutuo della casa e se la vede portare via»

«Tra gli espropri c’è chi rischia il proprio giardino come me, ma anche chi non ha ancora finito di pagare il mutuo della casa e se la vede portare via. C’è quello a cui portano via 16mila metri quadrati di seminativo o quello che dovrà smantellare il dehor del bar o il parcheggio e gli impianti del ristorante». Daniele Fanzini, docente universitario, residente a Fabiano di Rivergaro, suo malgrado è tra le trecento persone coinvolte dagli espropri decisi da Anas.

È stato molto più di “un fulmine a ciel sereno” l’avviso che Anas ha pubblicato nei giorni scorsi sul suo sito internet e su due giornali cartacei, “Corriere della Sera” e “Libertà”, che avvisava dell’intenzione di procedere con 180 espropri che coinvolgono circa 300 persone.

Tutto ciò per garantire lo spazio necessario all’ammodernamento di 11 chilometri di Statale 45, tra Rivergaro e Cernusca. Con una spesa di 230 milioni di euro, la 45 in quel tratto diventerà una “superstrada”. Ma c’è un costo sociale altissimo tra i quasi 400mila metri quadrati di espropri tra Rivergaro e Travo, oltre che economico, per un’opera attesa da anni, che negli ultimi giorni ha avuto uno sviluppo improvviso.

In pratica tutte le attività commerciali da Rivergaro a Cernusca sono interessate dagli espropri, ma anche diverse abitazioni. «Nella mia zona - spiega Fanzini - sono tutte case realizzate negli anni ’80-’90, erano in origine, per lo più, seconde case di piacentini, ma da qualche tempo sono diventate abitazioni con residenti in pianta stabile, famiglie che negli ultimi anni hanno scelto di venire a vivere qui». Perché le espropriano il giardino? «Perché vogliono modificare l’immissione sulla Statale 45 dalla strada privata di casa».

In poche ore è già stato costituito il comitato “Residenti e Utenti”, un gruppo Whatsapp, una petizione su Change.org e, stasera a Rivergaro, alle 20.30, si terrà un incontro all’oratorio tra i residenti e commercianti. «Sono già stati coinvolti un legale e un tecnico per vedere cosa fare», spiega Fanzini. «Qualcuno sta contattando “Striscia la Notizia”, si è già scritto al presidente della Regione Stefano Bonaccini, agli esponenti politici locali. Siamo in preda alla disperazione».

Non c’era neanche il minimo sentore di uno sviluppo simile? «Nessuno ne sapeva nulla, neanche i comuni di Travo e Rivergaro. Il progetto presentato in precedenza venne bocciato dalla Soprintendenza. Quindi tutti attendevamo il nuovo progetto. Sono arrivate prima, improvvisamente, le lettere d’esproprio e nessuno sapeva alcunché. Scoprire da una pagina pubblicitaria di giornale che esiste un elenco di espropri… Siamo tutti corsi a vedere le mappe e le planimetrie delle aree espropriate. Quando ho visto la mia area, mi si è gelato il sangue. Perderei tutta la parte frontale del giardino e mi ritengo anche fortunato rispetto agli altri».

Fanzini si fa portavoce dei sentimenti di tanti. «Mi è arrivata la raccomandata in queste ore, mi hanno già imposto il vincolo. C’è gente disperata. Una roba così non ha senso. Come si può ammodernare una strada in questo modo, cacciando le persone, creando il panico?». «Non è possibile scoprirlo in questa maniera, non è etico, al di là delle norme e delle regole. Come si può fare un’iniziativa del genere senza porsi il problema che qui vivono delle persone, con i loro problemi, i loro bisogni? Mi sto sentendo con gli altri cittadini, si sta vivendo male la situazione. Nel 2023 non si può venire a sapere da una pagina di giornale o da un link che, nottetempo, ti vogliono mandare via da casa».

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