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Venerdì, 26 Aprile 2024
Il reportage

Dalla plastica ai giocattoli vecchi, quello che si trova sulle rive del Po

Mentre il fiume Po delicatamente si ritira, sulla sua riva restano arenati rifiuti e oggetti di vario genere

Continua la sofferenza del Grande Fiume anche in questa fine d’inverno. Mentre il Po delicatamente si ritira, sulla sua riva restano arenati oggetti e materiali, tutta una serie molto varia di rifiuti finiti incautamente nell’alveo.

Abbiamo camminato nei circa oltre venti chilometri dell’ansa ovest che va da Piacenza a monte fino a foce fiume Lambro e poco oltre verso la foce del torrente Tidone dentro al Po e sono comparsi ai nostri occhi oggetti tra i più inconsueti, desueti e inimmaginabili.

Va messo in chiaro che, rispetto agli anni passati, la quantità di rifiuti inquinanti solidi urbani è molto minore: gli oggetti in plastica ovviamente la fanno da padrone, e non si spenderanno mai abbastanza parole per spronare la gente a compiere sempre meglio il recupero destinato al riciclo di carta, vetro, plastica e barattolame.

Per chi è avvezzo a vivere e percorrere l’alveo lungo la sponda del fiume, questo dato balza all’occhio anche se, ogni singolo rifiuto e di qualsiasi genere, è e rimane un inquinante. E l’obbiettivo sarebbe di arrivare un bel giorno, ad un Po a “rifiuti zero”.

Quello che subito colpisce l’occhio sono ovviamente gli oggetti in plastica: bottiglie di varie misure, bidoni e bidoncini, anche paraurti d’auto, decine di accendini e paccottiglia varia.

I palloni “da calcio” in cuoio o plastica sono proprio tanti, così come pelose palline da tennis e cosa veramente strana, da gioco del golf, e tra i cosiddetti “plasticoni” incappiamo in tubetti di creme, shampoo, rossetti da labbra, “trucchi” da signora dei più vari e particolari. Tutta solida plastica che ovviamente non si deteriora e che per centinaia d’anni sarà lì, tra sabbia ed acqua, divenendo forse un “reperto” per le generazioni future.

Su uno spiaggione in secca troviamo una rugginosa bombola del gas mentre più oltre un’altra giace mezza sommersa; tra i “gadget” non poche le calzature da uomo, donna e bambino di ogni forma, che affiorano semisommerse.

Semisepolta tra sabbia ed acqua da qualche anno estraiamo una grande bomboletta spray e c’è da riflettere: infatti la parte ferrosa è ormai del tutto arrugginita, bucata e sfaldata mentre il manico blue - di solida plastica - ancora luccica, un contrasto inoppugnabile, che ci fa comprendere come sia utile e opportuna la raccolta differenziata nelle nostre abitazioni e del fatto che la plastica debba finire nel “riciclo” non nei fiumi.

Addirittura spunta a pelo d’acqua, un tubetto integro di maionese, del quale ancora si legge la data di scadenza ancora valida. I giocattoli in plastica sono proprio tanti: sono ovviamente monchi o deteriorati, teste e parti di bambola, macchine, bambolotti.

Senza ombra di dubbio abbiamo ritrovato contenitori in plastica di prodotti ormai fuori commercio, che dopo una ricerca sul web si è scoperto esser stati posti in vendita al dettaglio negli anni ’60 e ’70: residui che qualcuno chiama già “archeologia plastica industriale” e che per secoli ancora resisteranno al deterioramento.

Affiora qualche scolorito barattolo - per fortuna ben chiuso - di vernice sintetica, sulla riva ci sono contenitori vuoti di olio per motore e qualche gomma d’auto, vecchie videocassette e boccette scolorite di costosi profumi. Se per la plastica non c’è scampo e la si trova “ad occhi chiusi”, i rifiuti in vetro sono più rari, qualche bottiglia, integra o a pezzi, ma già “lavorata” dall’acqua del fiume che col tempo la rende meno tagliente ed anzi in certi casi smussata ad arte.

Il Po intanto rimane da un anno in sofferenza d’acque, e sulle sue rive di sabbie e ghiaie rimangono lì, come tristissimo monito, tantissimi rifiuti di varie dimensioni: segno chiaro che l’educazione al rispetto della natura deve continuare senza tentennamenti.

Sulla riva del Grande Fiume, che in molte zone assomiglia già ad una palude estiva, i soliti gabbiani e gruppi numerosi di neri cormorani, stanziano immobili, per loro tutti quegli oggetti, senza vita e colorati, sono solo un insolito scherzo della natura.

Umberto Battini

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