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Le risorse

Dissesto idrogeologico, frane, fiumi: oltre 4 milioni di euro per interventi nel Piacentino

Le risorse arrivano dal Programma Fesr 2021-2027 e sono state messe a bando dalla Regione. Priolo e Colla: «La prevenzione del dissesto è fondamentale, da inizio mandato oltre 4800 cantieri con un investimento di più di 1,1 miliardi»

Consolidamento e mitigazione del rischio frane. Rafforzamento degli argini e miglioramento dell’assetto idraulico dei corsi d’acqua. Attenuazione del rischio costiero e adattamento ai cambiamenti climatici. Ancora, opere di difesa e ingegneria naturalistica, ripristino delle sponde, potenziamento del sistema di monitoraggio idrometrico e pluviometrico della rete regionale. Sono 44 in tutto gli interventi, da Piacenza alla Romagna, ammessi, dopo l’esame del Nucleo di valutazione, da un bando della Regione per il contrasto del dissesto idrogeologico “secondo un approccio ecosistemico e privilegiando approcci e tecnologie naturali”. Presentati da tre soggetti, e precisamente l’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, l’Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo) e l’Agenzia regionale prevenzione ambiente energia (Arpae), gli interventi verranno finanziati con un pacchetto da 33 milioni di euro circa. Si tratta di risorse dal Programma Fesr 2021-27. «Da inizio mandato abbiamo attivato o in programma oltre 4800 interventi con un investimento di più di 1,1 miliardi- dichiara la vicepresidente con delega alla Protezione civile, Irene Priolo-. A questi si stanno sommando i cantieri delle somme urgenze e di ulteriori interventi aperti a seguito dell’eccezionale ondata di maltempo di maggio”. “Il nostro è un territorio fragile, oggi più che mai, e la prevenzione del dissesto è quindi fondamentale- commentano la vicepresidente e l’assessore allo Sviluppo economico e Green economy, Vincenzo Colla-. Ed è anche per questo che abbiamo deciso di destinare queste risorse europee per finanziare una serie di interventi volti a contrastare il rischio idrogeologico, attivare misure di monitoraggio e rafforzare presidi».

Le risorse per il Piacentino: oltre 4 milioni di euro

A Bobbio 950mila euro per lavori di adeguamento funzionale delle opere idrauliche e rinaturazione della sponda sinistra del fiume Trebbia tra il ponte della SP per Coli e l’immissione del torrente Bobbio.

A Bettola, Farini e Ferriere 800mila euro per lavori di messa in sicurezza idraulica e morfologica, di ricalibratura d’alveo lungo l'asta del bacino dell'alto Torrente Nure. 

A svariati comuni e per i corsi d'acqua Tidone, Trebbia, Nure Chiavenna, Arda ongina 450mila euro per intervento di miglioramento delle condizioni di sicurezza idraulica degli affluenti piacentini del fiume Po mediante
gestione della vegetazione ripariale e adeguamento e ripristino delle opere comuni. 

A Gossolengo, Rivergaro, Gazzola, Gragnano Trebbiense, Rottofreno, Calendasco, Piacenza 950mila euro per interventi di riqualificazione morfologica del fiume Trebbia da Rivergaro alla confluenza in Po  

A Caorso 1 milione e 900mila euro per un intervento di consolidamento, ripristino e nuova realizzazione opere idrauliche in Comune di Caorso, Chiavenna il torrente interessato

I contributi per provincia

8,6 milioni di euro per il Parmense; 2,5 milioni per la provincia di Reggio Emilia; 1,6 milioni circa per il modenese; oltre 2,7 milioni per la provincia di Bologna; 3,6 milioni per il Ferrarese; 1,3 milioni per la provincia di Ravenna; 1 milione per Forlì-Cesena; 1,5 milioni per il riminese. A ciò si aggiungono 1,7 milioni per interventi trasversali in varie province (creazione di una rete geodetica integrata e potenziamento del sistema di monitoraggio pluviometrico e idrometrico); 1,5 milioni per un intervento che riguarda il reggiano e il modenese; oltre 1 milione per un progetto che interessa Bologna e Reggio Emilia; oltre mezzo milione per un intervento su Parma e Reggio Emilia.

I tre obiettivi

Le proposte d’intervento hanno tre obiettivi.

Primo, contrastare il rischio idrogeologico e, in particolare, mettere in campo attività per evitare e ridurre danni conseguenti a calamità. Laddove possibile, gli interventi devono essere integralmente “verdi” e da realizzarsi su fiumi, frane e costa in linea con le misure e gli obiettivi specifici del Piano gestione del rischio alluvioni e del Piano per l’assetto idrogeologico.

Secondo obiettivo, attivare misure di monitoraggio, allarme e reazione che implementino gli interventi già previsti dal Piano gestione del rischio alluvioni; in particolare, è richiesta l’integrazione – all’interno della rete regionale già esistente – di ulteriori strumenti di monitoraggio in grado di leggere da remoto le grandezze idro, pluvio, meteo e marine, finalizzate all’allertamento precoce.

Terzo obiettivo, infine, rafforzare presidi operativi e territoriali con funzione di “pronta reazione” agli eventi, a partire dall’infrastrutturazione di un sistema integrato e interconnesso di sale operative di livello territoriale.

Alla scadenza del termine prefissato (il 31 luglio scorso), le schede-progetto inviate sono risultate così suddivise: 17 da parte dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile, 21 da parte di Aipo, 6 di Arpae. Il passo successivo sarà la sottoscrizione di una convenzione con i tre soggetti per determinare modalità e tempi di attuazione degli interventi.

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