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Attualità

La posta dei lettori – «Perché non mettete il nome del bar?» Le vostre domande e le nostre risposte

Le richieste, le segnalazioni e i commenti sull'attualità di domenica 29 gennaio

È nata da poco una nuova rubrica pensata solo per i lettori. Segnalateci - utilizzando l'indirizzo mail (redazione@ilpiacenza.it), la posta Facebook della nostra fanpage oppure il numero WhatsApp (3407861120) i vostri quesiti e le vostre riflessioni, specificando che riguardano la rubrica “Chiedilo a IlPiacenza”. Riporteremo - con cadenza settimanale o bisettimanale - le vostre domande e le risposte della redazione del giornale. Potrete chiederci delucidazioni su notizie rimaste nell’ombra, informazioni, opinioni, curiosità su Piacenza e provincia, sulla storia e l'attualità del nostro territorio e sui personaggi più e meno noti, su come lavora una redazione giornalistica, aneddoti e storie piacentine. Le risposte della redazione potranno essere collettive (frutto di un confronto tra il direttore e i giornalisti) oppure del singolo giornalista che si occupa di quei temi.

LA POSTA DEI LETTORI DI DOMENICA 29 GENNAIO

Controlli dei carabinieri del Nas nei ristoranti ed eventuali omissioni

«Perché non pubblicate i nomi dei locali pubblici che vengono sanzionati o addirittura chiusi dopo i controlli sanitari effettuati dal Nas?». Diversi lettori alla nostra casella di posta e al numero WhatsApp

Risponde Giampietro Bisaglia, direttore de IlPiacenza.it - Questa è una delle domande più ricorrenti che i lettori ci pongono, solitamente commentando sui nostri social network la notizia di un locale pubblico - un bar o un ristorante - che in seguito a ispezioni da parte di incaricati per la verifica delle normative amministrative e igieniche (solitamente carabinieri del Nas, Asl, questura, guardia di finanza o polizia locale) subisce delle sanzioni per le violazioni delle norme. Certe volte si tratta anche di violazioni igienico sanitarie gravi che comportano la sospensione per un determinato periodo di tempo dell'attività di un locale. «Dovete scrivere il nome del posto, così almeno evitiamo di andarci a rischio della nostra salute» commentano tipicamente i lettori. La risposta però è molto semplice: nemmeno noi giornalisti conosciamo il nome del locale, altrimenti lo scriveremmo. Scrivere infatti la notizia, non comporta per forza conoscerne tutti i dettagli: noi scriviamo quello che sappiamo, ma non sempre sappiamo tutto. Anzi. Chi divulga le notizie alla stampa, infatti, quasi sempre in questi casi sceglie di omettere il nome dell'attività coinvolta, probabilmente per ragioni di privacy. Da qui discende che i giornali, se non ne conoscono con certezza il nome, non lo possono scrivere.

L’impegno delle guardie giurate al Ps di Piacenza

Colgo l’occasione per rammentare in quanto diretto interessato che presso il Pronto soccorso di Piacenza sono in servizio le guardie giurate, le quali nonostante il duro lavoro svolto quotidianamente per garantire la sicurezza del personale sanitario e del bene immobile non vengano quasi mai citate nei vostri articoli. Spero condividiate il mio pensiero, non solo per rendere onore al lavoro svolto dai ragazzi della sicurezza che rischiano ogni giorno ma anche per dare importanza ad un comparto (sicurezza privata) il quale ha un contratto scaduto da 8 anni…Luca Giordano

Risponde la redazione – Da vari anni, in più occasioni, abbiamo riportato su questo quotidiano la delicata questione del rinnovo del contratto nazionale del comparto sicurezza privata. Non è l’unico settore che attende una svolta. Anzi, alla luce dell’inflazione (a Piacenza, numeri alla mano, ancora più galoppante che in altre realtà d’Italia), ormai ogni contratto nazionale andrebbe rivisto e aggiornato. In merito al pronto soccorso piacentino, veniamo da settimane difficili, soprattutto quelle di dicembre: influenze e casi Covid hanno “stressato” il presidio sanitario. Le guardie giurate sono presenti in caso di bisogno e subito “stoppano” presenze sospette all’ingresso del pronto soccorso. Grazie per il vostro impegno in un luogo non facile. 

Minacce a Foti, la solidarietà di Scarpa e del Psi

Il Psi ritiene esprimere una totale solidarietà all'onorevole Foti a fronte delle ignobili minacce rivolte anche alla sua famiglia e che vanno condannate senza se e senza ma.  Federico Scarpa, coordinatore provinciale Psi

Risponde la redazione – Ci uniamo, ovviamente, al suo pensiero e a quello del sindaco Katia Tarasconi in merito alla vicenda che ha visto suo malgrado protagonista il deputato Tommaso Foti. Gesto abbastanza vigliacco quello di inviare una lettera anonima, che chiama in causa anche i suoi familiari, al capogruppo di Fratelli d’Italia.

La segnalazione di un cittadino

Nel retro del palazzetto di via Alberici vi sono tre enormi cassoni di ferro. Non sarebbe opportuno adibire quel grande spazio all’aperto a campetto da basket (come tanti anni fa) o ad altre attività sportive per i giovani?

ilig1212@alice.it

Risponde la redazione – Giriamo volentieri la sua segnalazione all’Amministrazione.

Una delle tante battaglie di Roncaglia

Il signor Luigi Felici ci documenta settimanalmente gli episodi che coinvolgono la frazione di Roncaglia. Per l’ennesima volta un camion ha abbattuto lo spartitraffico e i cartelli stradali.

17.28.27-2

Piste ciclopedonali e sicurezza

Sono curioso di sapere se per i governanti vengono considerate come “pista ciclabile” o “percorsi ciclopedonali” due righe di vernice disegnate su una carreggiata stradale, invece che un percorso protetto magari da parigine o rialzato come un marciapiede. È possibile che in molte parti della città i percorsi ciclopedonali siano solo linee sulla strada a contatto con deliranti veicoli? Pippuzzo (maildellatto@gmail.com)

Risponde la redazione – La sensibilità sul tema è cambiata nel corso degli anni, ma non abbastanza. Vent’anni fa bastava tracciare “due righe di vernice” per terra per realizzare una pista ciclabile. Ora i cittadini, giustamente, chiedono più sicurezza. Il numero di auto parcheggiate sulle suddette piste – girando per Piacenza - è ancora importante, ma in calo rispetto al passato, almeno questa è la nostra impressione. Ma c'è ancora tanto da fare sul tema.

Sul passato, presente e futuro del parco Arda

In merito all’articolo “Fiorenzuola, nel parco Arda messe a dimora oltre mille piante” occorre – prima di iniziare – fare un passo indietro di alcuni anni, ed esattamente al 2011. Già, perché in quell’anno, precisamente il 30 di aprile, venne inaugurata la “passeggiata sull’Arda”, primo passo per la realizzazione di un parco pubblico, realizzato dal Comune di Fiorenzuola in collaborazione con il Consorzio di Bacino. La “passeggiata” un tracciato ricoperto di ghiaia realizzata sull’argine di contenimento appena terminato, si snoda dal ponte ferroviario alla vecchia Centrale del Latte, passando dalla sponda destra a quella sinistra del torrente Arda. In programma piantumazione, verde ben curato, lampioni per la fruizione serale dell’area, ringhiere in legno trattato contro gli eventi atmosferici… La cosa, com’è facile intuire, durò ben poco: i lampioni non furono mai installati, il tappeto verde stile inglese divenne ben presto un’incolta serie di erbacce e rovi, le piante messe a dimora morirono tutte in poco tempo perché non fu mai installato un impianto di irrigazione “di soccorso”, le ringhiere marcirono in breve tempo, e quelle restanti vennero abbattute dalla maleducazione giovanile. La pulizia e la cura del verde vennero lasciati alla volontà e al tempo di volontari… Il Comune, semplicemente, fatta bella figura, se ne lavò completamente le mani. Adesso la zona è ridotta (grazie alla maleducazione dei proprietari) ad una latrina per cani, e l’erba sulla passeggiata viene tagliata solo se i volontari riescono a trovare qualcuno che mette a disposizione un trattore. Ora, la prima cosa che mi viene in mente, e che credo in tanti fiorenzuolani penseranno, è: ma questo nuovo parco – che in pochi hanno per ora capito dove si trova - farà la fine di quello inaugurato in pompa magna (con tanto di opuscolo illustrativo, figuranti che rievocavano la figura del “giàren” (spaccapietre e cavatore di ghiaia), mostra fotografica e coinvolgimento delle scuole) dall’amministrazione Compiani nel 2011? verrà abbandonato allo stesso modo? Perché i soldi spesi per la piantumazione, anche se arrivano dalla regione… sempre soldi pubblici sono. E vederli buttar via… Giovanni Toscani, Fiorenzuola

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